Connettori
Gli adattatori di rete in genere hanno un connettore RJ45, che sembra una grossa presa telefonica, e lo stesso vale per i cavi Fast (100 MB/s) e Gigabit Ethernet (1000 MB/s); potreste trovare qualche vecchio cavo con connettore BNC (coassiale) o un connettore DB-15, ma sono praticamente scomparsi. Gli adattatori 10 MB/s più vecchi hanno connettori di tutti e tre i tipi, e in questo caso parliamo di "schede combo". Le schede token-ring invece possono avere connettori DB-9, o a volte jack 6P8C (RJ45).
Nota: la comune sigla RJ45 non è del tutto precisa, perché il nome esatto del connettore è 8P8C. Il "vero" connettore RJ45S è usato in telefonia ma non per i dati informatici, e il relativo jack è un po' diverso da quelli Ethernet che tutti conosciamo; ha anche un taglio laterale che evita il collegamento dello spinotto sbagliato.
Le moderne schede di rete che troviamo nei PC in commercio sono progettate per funzionare con cavi UTP a coppie incrociate, mentre quelle con connettori BNC o DB-15 sono considerate obsolete.
Cavi di rete
Oggi le reti senza fili sono comunissime, ma quelle cablate vanno sempre per la maggiore. Soprattutto negli uffici. I cavi Ethernet incrociati sono diffusi universalmente, ma qualche volta si potrebbero trovare ancora quelli coassiali – in due misure.
Cavi di rete coassiali
Le prime reti Ethernet usavano cavi coassiali. All'inizio le reti 10BASE-5 si affidavano a cavi spessi (da cui il nome Thicknet) che non erano collegati direttamente alla scheda di rete, ma si agganciavano a un dispositivo chiamato AUI (attachment unit interface). Le schede di rete compatibili con questo standard oggi sono praticamente impossibili da trovare.
Le schede 10BASE-2 usavano invece un connettore BNC (Bayonet-Neill-Concelman) nella parte posteriore della scheda di rete. Il cavo era diventato più sottile (Thinnet o RG-58) e aveva un connettore a baionetta ma non poteva interfacciarsi con la scheda; ci voleva un connettore BNC-T per far comunicare cavo e scheda. La forma a T serviva per usare due connettori, utili se un computer si trovava "in mezzo" alla rete (entrata e uscita); se invece il computer era alla fine del percorso il connettore libero della T era collegato a un terminale da 50 ohm, che indicava la chiusura del percorso e preveniva errori nel segnale.
Alcune schede potevano gestire già allora cavi spessi (AUI/DB-15), sottili (RG-58) e UTP (unshielded twisted pair, che usiamo ancora oggi). Si trovano ancora schede combo con BNC e 8P8C (RJ45), ma possono funzionare solo a 10 MB/s.
Cavi incrociati
Il cavo incrociato (twisted pair cable) è ciò che si può intuire dal nome: cavi isolati con una copertura protettiva che hanno un determinato numero di "attorcigliamenti" per piede (circa trenta cm). L'attorcigliamento dei cavi riduce le interferenze elettromagnetiche (EMI) che possno derivare da altri cavi nelle vicinanze, motori elettrici o luci fluorescenti.
Esistono anche cavi schermati (STP, shielded twisted pair), immuni al rumore, ma quelli non protetti (UTP, unshielded twisted pair) sono più comuni, per esempio nei cablaggi delle reti telefoniche. L'immagine mostra entrambi i tipi.
Cavi schermati contro cavi non schermati
All'inizio delle reti si pensò che schermare i cavi fosse il modo migliore per ridurre le interferenze e ottenere velocità di trasferimento più alte. Poi però si scoprì che intrecciare i cavi era un metodo ancora più efficace, e per questo i cavi schermati non sono più comuni come un tempo.
Con i cavi schermati inoltre è necessario che una delle due estremità, e solo una, sia "messa a terra". Capitava però che le persone collegassero entrambi i capi del cavo e così la schermatura faceva da antenna, come se fosse del tutto assente. Una messa a terra sbagliata tra l'altro può dare origini a correnti troppo intense, stress eccessivo per i componenti ed eventualmente rischio d'incendio.
La maggior parte delle installazioni Ethernet usa cavi incrociati UTP perché la flessibilità e le dimensioni compatte facilitano molto le operazioni. La mancanza d'isolamento elettrico tuttavia può creare qualche problema dovuto alle interferenze generate da luci fluorescenti, ascensori, sistemi di allarme e altro. In questi casi bisogna fare in modo che il cavo passi a debita distanza dalle possibili fonti d'interferenza, usare uno schermo esterno, oppure ricorrere a cavi STP per i tratti dov'è necessaria una maggiore protezione.
Esistono quattro tipi di cavi UTP, tutti attualmente in uso:
Cavi di categoria 3: i cavi usati all'inizio per le reti Ethernet erano gli stessi usati per i sistemi telefonici nelle aziende. Sono i cavi di categoria 3, o cavi UTP per uso vocale. Si tratta di un cavo 24 AWG (American Wire Gauge, una misura che indica il diametro) con conduttori in rame; l'impedenza è 100-105 ohm, e ha almeno due incroci per piede (circa 30 cm). Il cavo di Categoria 3 oggi è del tutto obsoleto perché adatto solo a reti la cui velocità massima non superi i 16 MB/s, quindi non va bene per le reti Fast o Gigabit Ethernet.
Cavi di Categoria 5. Le reti più veloci hanno bisogno di cavi più prestanti. La Fast Ethernet (100BASE-TC) usa gli stessi cavi della 10BASE-T, ma richiede una maggiore attenuazione e crosstalk tra resistenza e segnale. L'uso di cavi Categoria 5 UTP è quindi essenziale per le reti Fast Ethernet 100BASE-TX. La versione 100BASE-T4 di Fast Ethernet in verità può usare tutte e quattro le coppie di fili dei cavi Categoria 3, ma questo tipo di rete non mai stato molto diffuso e ormai è praticamente scomparso; se cerchiamo di collegare una rete 100BASE-TX con cavi Categoria 3 la rete sarà lenta e inaffidabile.
I cavi di Categoria 5 sono generalmente chiamati Cat 5 o di Classe D.
Cavi di Categoria 5e. Molti produttori di cavi vendono anche una versione migliorata dei Cat 5 chiamati Categoria 5e (Addendum 5 dello standard ANSI/TIA/EIA-568-A). Si possono usare al posto dei Cat 5, e sono molto indicati se c'è un possibile aggiornamento da Fast Ethernet a Gigabit Ethernet. I cavi Categoria 5e devono superare diversi test non richiesti per i Cat 5, e per le reti 1000BASE-TX offrono migliori velocità di trasmissione con un margine di sicurezza migliore e più affidabilità.
Cavi Categoria 6. Questi cavi (noti anche con Cat 6 o Classe E) si possono usare al posto dei Cat 5 o 5e, perché usano lo stesso connettore 8P8C (RJ54). I cavi Cat6 gestiscono frequenze tra 1 MHz e 250 MHz, mentre i cat5 sono limitati a 1 Mhz – 100 MHz. I cavi Cat 6 sono adatti alla Gigabit Ethernet fino a 100 metri, e si possono usare con le 10 Gigabit Ethernet fino a 55 metri.
Cavi Categoria 6a. Chiamati anche Cat 6 o di Classe EA questi cavi possono rimpiazzare i cavi Cat 6, 5 e 5e. Gestiscono frequenze fino ai 500 MHz, e connessioni 10 Gigabit Ethernet fino a 100 metri.
Attenzione: Per l'installazione di cavi di Categoria 5/5e/6/6a UTP è bene assicurarsi che tutti i connettori, le prese e muro e gli altri componenti siano di pari categoria o migliore. La categoria finale della rete sarò infatti quella più basse nell'insieme. Se per esempio usate cavi Cat 6 con connettori, prese e altro Cat 5 la connessione sarà Categoria 5.
Per le nuove reti è sempre raccomandabile usare i migliori componenti possibili, perché sarà poi più facile aggiornare il resto successivamente.
È sempre importante scegliere il giusto tipo di cavo, oltre alla categoria. I cavi in PVC sono l'ideale per installazioni permanenti, anche se può valere la pena di spendere qualcosa in più per cavi più resistenti, se per esempio si devono collegare e scollegare spesso da un notebook, o si devono creare reti temporanee di pochi metri. Le guaine più resistenti danno anche una maggiore flessibilità, inoltre.
Per le canaline su soffitti e pareti invece è doveroso scegliere cavi speciali che in caso d'incendio non emettano fumi pericolosi. Sono molto costosi ma la sicurezza è determinante.