Nel mondo in continua evoluzione della tecnologia, le partnership strategiche tra giganti del settore sono fondamentali per l'innovazione e il progresso. Recentemente, Apple ha siglato un accordo a lungo termine (fino al 2040) con ARM, come rivelato nei documenti presentati da quest'ultima in vista della sua prossima IPO.
Questo accordo non solo sottolinea l'importanza dell'ecosistema ARM per Apple, ma ha anche destato l'interesse di altre aziende tecnologiche di spicco come AMD, Google, Intel, Nvidia, Samsung e TSMC.
L'accordo tra Apple e ARM va ben oltre l'orizzonte temporale comune, coprendo un periodo che si estende fino al 2040. Sebbene i dettagli specifici siano ancora scarsi, il comunicato di ARM afferma:
"Abbiamo stipulato un nuovo accordo a lungo termine con Apple che si estende oltre il 2040, continuando il nostro rapporto di collaborazione di lunga data con Apple e l'accesso di Apple all'architettura ARM".
Questa dichiarazione è un chiaro segnale dell'intenzione di Apple di continuare a fare affidamento sulla tecnologia di ARM per i suoi prodotti più iconici, tra cui iPhone, Mac, iPad, Apple Watch e il prossimo Vision Pro.
La partnership tra Apple e ARM è stata un elemento chiave per il successo di Apple nel settore dei dispositivi mobili e dei computer. Gli innovativi chip custom progettati da Apple hanno mosso una serie di prodotti di spicco, garantendo prestazioni ed efficienza energetica eccezionali. La longevità di questa partnership è un segnale della fiducia di Apple nelle capacità di ARM di guidare l'innovazione futura.
Non è solo Apple a essere interessata a garantirsi un posto a lungo termine nell'ecosistema ARM. La società inglese ha dichiarato che numerose aziende tecnologiche di fama mondiale hanno manifestato interesse nell'acquistare fino a un totale di 735 milioni di azioni ARM. Questo dimostra il riconoscimento universale dell'importanza dell'architettura nell'ambito delle tecnologie avanzate.
L'IPO di ARM segue il tentativo fallito di Nvidia di acquistarla dalla società madre SoftBank. L'operazione, annunciata nel 2020, è stata annullata nel 2022 a causa di "significative sfide normative", in quanto ha dovuto affrontare un intenso controllo da parte delle autorità di regolamentazione del Regno Unito, dell'UE e degli Stati Uniti.