Apple apre ai browser di terze parti in Europa, ma c'è una fregatura

Secondo quanto riportato da diverse fonti del settore, Apple ha deciso che lo sviluppo dei browser di terze parti potrà avvenire solo sul territorio UE.

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a cura di Marco Silvestri

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In seguito alle sempre più severe normative europee, Apple ha introdotto la possibilità di utilizzare motori di browser di terze parti sui propri dispositivi mobili, ma con restrizioni significative che ne limitano lo sviluppo e il supporto all'interno dell'Unione Europea (UE). Secondo diverse fonti del settore, Apple ha deciso che lo sviluppo e i test dei motori di browser di terze parti potrà avvenire solo su dispositivi fisicamente presenti nell'UE. Questa restrizione rappresenta una barriera significativa per chi intende sviluppare e offrire una vera alternativa a Safari nell'UE.

Prima dell'aggiornamento a iOS 17.4, Apple imponeva l'uso esclusivo del proprio motore di rendering WebKit per tutti i browser su iOS e iPadOS. Questo significava che, indipendentemente dal browser utilizzato sull'iPhone, come Firefox o Chrome, il motore sottostante era sempre WebKit. La mancanza di diversificazione tecnologica è stata una critica comune da parte dei produttori di browser, poiché limita la loro capacità di differenziarsi in un mercato competitivo.

Il Digital Markets Act (DMA) emanato dall'UE ha classificato Apple come gatekeeper, costringendo l'azienda a fare una serie di concessioni. Una di queste, attuata con iOS 17.4, è stata quella di permettere alle app di iOS, e in seguito di iPadOS nell'UE, di utilizzare motori di browser alternativi. Tuttavia, secondo Mozilla e altre aziende, le concessioni di Apple sono state ideate in modo da rendere molto difficile fornire alternative competitive a Safari.

Parisa Tabriz, vicepresidente del ramo ingegneristico e general manager di Chrome presso Google, ha criticato Apple all'inizio dell'anno, affermando che le modifiche normative di Apple non sono sincere né efficaci nel supportare una reale scelta di browser o motori su iOS. L'industria continua a lamentarsi degli ostacoli imposti da Apple, che sono visti come tentativi di aggirare le normative della DMA attraverso contratti restrittivi.

Nel mese di marzo, la Commissione Europea ha avviato un'indagine su Apple, sollevando preoccupazioni sul fatto che le regole di indirizzamento e la schermata di scelta del browser potrebbero non essere conformi ai requisiti della DMA.

Alex Moore, direttore esecutivo di Open Web Advocacy, ha descritto la mossa di Apple come un esempio di compliance maligna, evidenziando come le restrizioni imposte da Apple sullo sviluppo dei browser impediscono una reale concorrenza o persino la pubblicazione di prodotti su iOS al di fuori dell'UE.

Quanto alle aziende del settore dei browser, come Opera e Vivaldi, i cui team di sviluppo si trovano nell'UE, queste restrizioni sembrano meno impattanti. Tuttavia, Jon von Tetzchner, CEO di Vivaldi, ha sottolineato che non era a conoscenza di tali requisiti e ha esortato a considerare tali mosse come anticoncorrenziali, dato l'ampio uso di team di sviluppo basati negli Stati Uniti da parte di grandi aziende come Microsoft, Google, e Mozilla.

Fatto sta che, al momento, non ci sono versioni di Firefox o Chrome per iOS basate su motori non-WebKit, nonostante vi sia una richiesta da parte degli utenti di Firefox per una versione basata su Gecko.

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