Continua a imperversare il conflitto tra Ucraina e Russia, mentre il mondo, recentemente, è stato scosso dalle immagini e le testimonianze provenienti dalla città di Bucha, dove, in seguito al ritiro delle truppe russe, sono stati scoperti, secondo alcuni, dei veri e propri “crimini di guerra”.
Il gruppo di hacker Anonymous, che ha deciso di fornire il proprio appoggio all’Ucraina organizzando attacchi alle principali organizzazioni presenti sul suolo russo, ha pubblicato i dettagli personali dei militari russi presenti a Bucha, che comprendono nomi, gradi e dettagli del passaporto.
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Inoltre, gli hacker del gruppo NB65, legato ad Anonymous, hanno comunicato di aver attaccato con successo la All-Russia State Television and Radio Broadcasting Company (VGTRK) e fatto trapelare 900.000 e-mail e una serie di documenti sensibili.
Nella descrizione del leak si legge:
900.000 email e 4.000 file da VGTRK / ВГТРК (All-Russia State Television and Radio Broadcasting Company / Всероссийская государственная телевизионная и радиовещательная компания), un'emittente statale russa che gestisce cinque stazioni TV nazionali, due reti internazionali, cinque stazioni radio e oltre 80 reti TV e radio regionali, relativi a oltre 20 anni. Il governo russo ha dichiarato VGTRK essenziale per la "sicurezza dello Stato".
JUST IN: Hacking group 'NB65' (@xxNB65), affiliated with #Anonymous has hacked and breached the VGTRK (All-Russia State Television and Radio Broadcasting Company). Total data being prepared for release is 870GB. #DDoSecrets will release it in the near future. #OpRussia #FCKPTN pic.twitter.com/W2sTvoVQG9
— Anonymous TV 🇺🇦 (@YourAnonTV) March 27, 2022
Già nei giorni scorsi vi abbiamo riportato che Anonymous aveva preso di mira anche la chiesa ortodossa russa, a cui avrebbe sottratto 57 mila e-mail nell’ambito delle attività di beneficienza dell’istituzione religiosa. Un altro attacco degli ultimi giorni è stato condotto nei confronti di Marathon Group, società di investimento di Alexander Vinokuro, oligarca russo già sanzionato dall’Unione europea, dalla quale sono state sottratte 62 mila e-mail successivamente pubblicate all’interno di un archivio da 52 GB sul sito DDoSecrets.