Intel ha rivelato che i problemi che affliggono i processori di 13a e 14a generazione interessa tutti i modelli da 65W in su, incluse le CPU non overcloccabili, quelle non-K. Nonostante le indagini siano ancora in corso, l'azienda ha annunciato la scorsa settimana di aver finalmente individuato la causa dei crash che affliggono i suoi chip.
Un aggiornamento del microcodice è previsto per metà agosto, ma come condiviso in precedenza, se i problemi hanno danneggiato la CPU, bisognerà sostituirla. I danni sono infatti irreversibili, ma la buona notizia è che Intel sostituirà tutti i processori colpiti, anche se non è previsto un richiamo ufficiale di tutte le unità.
Impatto più ampio del previsto
Intel ha rivelato che la portata del bug è più ampia di quanto si pensasse inizialmente. Non solo i potenti modelli Core i9 e i7 sono colpiti, ma potenzialmente qualsiasi chip Raptor Lake o Raptor Lake Refresh che consuma 65W o più di potenza.
Questo non significa che ogni CPU di queste famiglie sperimenterà problemi di crash. Intel consiglia a tutti i clienti che stanno riscontrando o hanno riscontrato problemi di instabilità di contattare il supporto clienti Intel per assistenza.
La diffusione del problema
I primi report sono comparsi a dicembre 2022, per poi diffondersi rapidamente. Gli utenti con CPU Raptor Lake e Raptor Lake Refresh hanno sperimentato crash e schermate blu durante il gaming e altri carichi di lavoro. Intel ha confermato che la causa è un microcodice errato che porta la CPU a richiedere un voltaggio troppo alto.
Una volta che il danno è fatto, non c'è modo di ripararlo. Per ridurre il rischio, si consiglia di usare le impostazioni predefinite Intel nel BIOS della scheda madre in attesa dell'aggiornamento, anche se non è detto che questo argini completamente il problema.