Gamers Nexus ha pubblicato un’intervista molto interessante, dove con Amit Mehra e Bill Alverson di AMD parla della nascita della 3D V-Cache e di come la tecnologia sia diventata un elemento importante per la lineup Ryzen consumer, anche se inizialmente era progettata solamente per il segmento server. Durante l’intervista, AMD ha mostrato alcuni prototipi dei primi Ryzen con 3D V-Cache, tra cui anche un Ryzen 9 5950X3D con 16 core.
Dal video si evince che AMD Stava effettivamente lavorando a dei Ryzen con molti core e 3D V-Cache; il design non era limitato dall’architettura e, se avesse voluto, l’azienda avrebbe potuto produrre chip multi CCD da 12 e 16 core con 3D V-Cache. Insomma, le speculazioni emerse all’epoca del Ryzen 7 5800X3D per cui AMD non sarebbe stata in grado di creare chip più potenti, erano errate.
Ciò che è davvero interessante però è che, a detta di Amit Mehra, la 3D V-Cache è arrivata su Ryzen “per sbaglio”. L’implementazione originale era pensata per le CPU AMD EPYC, tuttavia durante la produzione di alcuni prototipi, 7 CCD furono lasciati erroneamente in un batch che non poteva essere usato per produrre EPYC, che all’epoca era dotato di 8 CCD. Questa svista ha portato Mehra e il suo team a impiegarli in sistemi desktop, progettando prototipi con 8 core, 12 core e 16 core; da questi test sono emersi gli enormi benefici della 3D V-Cache nei videogiochi, che hanno portato alla nascita del Ryzen 7 5800X3D.
AMD ha mostrato ai ragazzi di Gamers Nexus dei prototipi funzionanti di CPU 12 core e 16 core con 3D V-Cache su entrambi i CCD. Windows riconosce correttamente e sfrutta tutti i core a disposizione e, dal task manager, è possibile notare i 192MB totali di cache L3 presenti sui chip. Alverson e Mehra hanno spiegato che queste CPU non sono arrivate sul mercato in quanto la grande latenza che c’è quando due CCD comunicano tra loro tramite Infinity Fabric vanifica tutti i benefici che la 3D V-cache porterebbe nelle applicazioni che usano entrambi i CCD.