Denuncia (che potrebbe diventare una class action) curiosa, e se non altro tardiva, quella che si trova ad affrontare AMD. Il produttore di microprocessori statunitense è stato infatti querelato dal signor Tony Dickey per marketing ingannevole, frode, falsa dichiarazione e arricchimento indebito.
Dai documenti depositati presso una corte californiana, sintetizzati dal sito legalnewsline, emerge che al centro della querelle ci cono i processori basati su architettura Bulldozer, reclamizzati come processori a 8 core. Secondo Dickey ciò non è vero, i core funzionanti sono quattro e non otto come pubblicizzato.
Prima di entrare nel merito delle richieste di Dickey bisogna spiegare, per sommi capi, che l'architettura Bulldozer (e quelle successive) sono "a moduli", ossia all'interno di un modulo (in una CPU come l'FX-8350 ce ne sono quattro), non ci sono esattamente due core completi, bensì due unità integer, mentre quella floating point è condivisa. Insomma, il numero otto fa riferimento ai core integer presenti nel processore.
Ciò che Tony Dickey "imputa" ad AMD è che non si tratta di core completamente indipendenti e i processori non possono eseguire otto istruzioni simultaneamente e in modo indipendente come affermato dall'azienda, con una conseguente degradazione delle prestazioni.
Secondo il querelante il consumatore medio che acquista CPU non ha la necessaria esperienza tecnica per comprendere il progetto dei processori AMD e crede a quanto affermato e pubblicizzato. Poiché AMD non ha fornito specifiche accurate ai consumatori, Dickey afferma che decine di migliaia di persone sono state fuorviate nell'acquisto di CPU Bulldozer, incapaci di comportarsi allo stesso modo di una vera CPU a otto core.
Dickye richiede un risarcimento danni, il pagamento delle spese legali, interessi e altri provvedimenti ingiuntivi.
AMD FX-8350 |