Addio al creatore di VIM, l’editor più odiato dagli studenti universitari

Bram Moolenaar è scomparso lo scorso 3 agosto

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il nome Bram Moolenaar potrebbe non dirvi nulla, ma chi ha studiato un po’ di informatica sicuramente si è trovato a dover usare l’editor VIM - uno strumento di programmazione più o meno onnipresente, forse proprio il più diffuso di tutti, ma non particolarmente amato (dagli studenti almeno) per via della sua complessità.

Ebbene, Moolenaar è deceduto lo scorso 3 agosto a 61 anni. Con VIM ha creato un pezzo fondamentale nella storia della tecnologia informatica, e non è il suo unico contributo. A lui, infatti, si deve anche l’idea di charityware, cioè il software gratuito e open-source, che possiamo supportare tramite donazioni volontarie. VIM raccoglie circa 30mila euro l’anno con questo sistema, e Moolenaar ne usava una buona parte per sostenere l’educazione dei giovani in Uganda, dai corsi primari all’università.

Moolenaar “inventò” VIM negli anni 90, nel tentativo di migliorare e semplificare un editori esistente, vi, rispetto al quale volle mantenere la massima compatibilità. Moolenaar aggiunse molte nuove funzioni e corresse diversi problemi, per poi distribuire il suo prodotto sotto licenza open source - il che ne ha favorito sia la diffusione sia l’evoluzione.

Le qualità sono tante e VIM può contare su milioni di utenti in tutto il mondo. Tuttavia è parecchio complesso rispetto ad altri editor, e questo lo ha reso poco gradito agli studenti di tutto il mondo. Questo editori infatti è praticamente l’unica scelta (o la principale) nelle università; una scelta più che sensata, visto che così gli studenti imparano a usare uno strumento del mondo reale, ma non per questo diventa più apprezzato.

“È difficile anche solo capire come uscire dal software”, scrive Antonio Dini su Macity, tanto che si scherza proprio sul fatto che i neofiti non riescono a fare nemmeno quello. Eppure, nonostante tanti grattacapi dovuti alle difficoltà di VIM, il contributo di Bram Moolenaar alla storia dell’informativa resta fondamentale.

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