Google mette in palio 5 milioni di dollari per chi troverà un uso concreto per i computer quantistici. La sfida, chiamata "Quantum Computing for the Real World", è organizzata in collaborazione con XPRIZE, una fondazione che promuove le competizioni per stimolare l'innovazione, e GESDA, un'organizzazione che si occupa di anticipare le sfide scientifiche e diplomatiche del futuro.
La sfida, che durerà tre anni, ha lo scopo di incoraggiare lo sviluppo di nuovi algoritmi quantistici e di nuove applicazioni che possano sfruttare le potenzialità dei computer quantistici. Si tratta di creare qualcosa che possa risolvere problemi che riguardano settori come la salute, l'energia, l'ambiente, la sicurezza, la finanza e l'istruzione, e che possono contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
Nel 2019 Google ha annunciato di aver raggiunto il cosiddetto "quantum advantage", ovvero la dimostrazione che un computer quantistico può eseguire un compito che un computer classico non potrebbe fare in un tempo ragionevole. Tuttavia, il compito in questione era puramente teorico e non aveva alcuna utilità pratica. Da allora l’azienda ha continuato a migliorare il suo processore quantistico, Sycamore, e a cercare di applicarlo a problemi reali, come la simulazione di reazioni chimiche o la creazione di materiali innovativi.
Ma Google non è l'unica azienda a investire nella computazione quantistica. Anche IBM, Microsoft, Amazon, Intel e altre società stanno sviluppando i loro computer quantistici e le loro piattaforme cloud, offrendo ai ricercatori e agli sviluppatori l'accesso a queste tecnologie emergenti.
Il premio potrebbe aiutare a spostare l'attenzione dei ricercatori di computazione quantistica dal guardare alle definizioni tecniche del vantaggio quantistico, come quelle dimostrate da Google o IBM, agli usi reali, dice Nicolás Quesada al Politecnico di Montreal in Canada.
Tuttavia, trovare algoritmi quantistici socialmente utili richiederà una migliore comprensione di come funzionano i computer quantistici, soprattutto per gestire il rumore e gli errori, dice Bill Fefferman all'Università di Chicago.
"Sono molto ottimista, in linea di principio, che troveremo algoritmi che siano davvero utili", Fefferman. "Ma non sono così ottimista che, nei prossimi tre anni, saremo in grado di scoprire quegli algoritmi e poi anche di implementarli sull'hardware attuale che esisterà".