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a cura di Fabio Paglianti

Zombieland: Doppio Colpo arriva nelle sale cinematografiche. Torna, a distanza di dieci anni, il ben assortito gruppo di sopravvissuti di Benvenuti a Zombieland, ancora composto da Tallahasse (Woody Harrelson), Columbus (Jesse Eisenberg), Little Rock (Abigail Breslin) e Wichita (Emma Stone), meno raminghi e più sedentari, in una magione di tutto rispetto – al numero 1600 Pennsylvania Avenue a Washington. Se il cast originale di attori è confermato al 100%, lo è pure il regista Ruben Fleischer e il team di sceneggiatori Rhett Reese, Paul Wernick e David Callaham (aggiuntosi per questo secondo episodio). Il motto dice “Squadra che vince, non si cambia” e – visto il più che buon successo del primo – la Columbia decide di ripartire dove era finita la storia, ripartendo praticamente da dove ci eravamo lasciati.

Un mondo in evoluzione

Con questa premessa, a volersi aspettare il peggio, c’era il rischio del rimpastone: reiterazione di scene del primo film, qualche richiamo alle gag migliori e poco di più. Invece, Zombieland: Doppio Colpo stupisce proprio perché, pur usando il tono del primo film, si reinventa – giocando sempre tantissimo con lo spettatore grazie agli svariati richiami e citazioni non solo al primo film ma soprattutto al cinema e alle serie TV a tema invasione zombi. Impossibile, non notare certe similitudini con successi come The Walking Dead e a tutto il cinema di genere, qui dissacrato e contaminato da invasioni dai Simpson fino a Io sono leggenda, passando per Plants vs. Zombie.

Ecco perché non deve stupire come Columbus non rinunci alle sue regole, ma queste diventino – nel corso della storia – spunto, per il personaggio, di messa in discussione di sé stesso, del suo modo di essere. Ma Zombieland: Doppio Colpo si basa proprio su questo. Se il gruppo aveva raggiunto un suo equilibrio e riparte da esso in questa seconda parte, la storia insegna proprio a rompere lo status quo, la propria zona confort (di ogni personaggio) per intraprendere un nuovo viaggio attraverso gli States on the road. Se c’è un Tallahasse che funge – con il suo ruolo macho e cowboy – da elemento statico nella sua freddezza e conservatorismo (anche se oramai ha rinunciato ai twinkies – povero!), intorno, gli altri personaggi, sono alla ricerca di un cambiamento.

Questa azione di cambiamento da una apparente zona sicura risulta molto strana considerato il mondo esterno, invaso da zombi sempre più letali e – per assurdo – più scaltri. Ben presto, si comprende come questo “viaggio” sia una allegoria, una critica non troppo velata alla società americana contemporanea, al suo modo di essere sempre troppo uguale a sé stessa qualunque cosa capiti.

…e con tante novità

Il film quindi non nasconde una velata critica sociale ma rimane una sequenza di gag comiche, alcune chiamate, altre decisamente ben piazzate, ed è giocato quasi completamente tra i dialoghi dei personaggi, sempre brillanti e svariati temi comici ripetuti in tutta la scrittura della storia.

Nel cast troviamo oltretutto diversi personaggi nuovi, tra cui spicca la coppia Albuquerque (Luke Wilson) & Flagstaff (Thomas Middleditch), “specchio” del dinamico duo di maschi “alpha” protagonista del film – con cui i nostri eroi dovranno confrontarsi per capire come affrontare il resto della loro avventura. Si aggiunge anche Nevada (Rosario Dawson) per dare un pizzico di sex appeal ulteriore, senza nulla togliere al divertente personaggio di Madison (Zoey Deutch), vero cardine di svariate ed esilaranti sequenze.

Zombieland: Doppio Colpo vanta anche un paio di scene d’azioni di tutto rispetto, in particolare un piano sequenza estremamente combattivo che vi inchioderà alla poltrona per svariati minuti, un momento di reale azione e frenesia, al limite del claustrofobico: un omaggio, una trovata a tutto il cinema horror / zombie, senza pause e di vera tensione. E ci regala lo scontro finale uomo-zombie con scena di massa come nelle migliori tradizioni.

Singolo o doppio?

Il sospetto che questo secondo episodio valga quanto il primo è nell’aria. Si potrebbe pure pensare che sia meglio: una blasfemia nel campo del cinema horror/splatter – Scream se lo insegna. Però funziona, gira bene, fa ridere, anche per cretinate – ma ben collocate. Si è vero: è pieno dei soliti stereotipi dalla bionda scema al cowboy tutto d’un pezzo, ma i personaggi sono caricature di loro stessi e non lo nascondono. Le relazioni sono sempre più profonde, l’ironia irreverente.

La struttura narrativa è sempre costruita sul viaggio on the road ma aggiunge obiettivi, i sogni dei personaggi, alcuni infranti, altri soddisfatti, di vivere ancora, di sperare in un futuro che può ancora essere migliore. Ebbene sì, Zombieland: Doppio Colpo è film pieno di speranza, di desiderio, di rivincita. Non si siede aspettando la fine, se ne costruisce una come la vuole, attraverso le scelte dei personaggi, delle loro manie, nel ricordarsi della loro umanità e di voler conquistare le cose normali della vita che sembrano non possano più esserci: invece sono lì – a portata di mano. Basta avere la mazza da baseball e saperla usare!

The grand finale

Un piccolo consiglio: rimanete per i titoli di coda anche se non è un cinecomic della Marvel – non ve ne pentirete.

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