Zombicide Chronicles, recensione del gioco di ruolo

Zombicide Chronicles è il gioco di ruolo ispirato all'omonima serie di giochi da tavolo dei record, ed è anche compatibile.

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a cura di Valentino Cinefra

Zombicide Chronicles è una produzione tutta italiana, ad opera di Need Games con il supporto di Marco Maggi e Francesco Nepitello, due superstar del mondo del gioco analogico. È interessare iniziare con questo dettaglio perché Zombicide Chronicles, l’avrete capito senz’altro, è un gioco di ruolo basato sulla famosa IP di CMON, uno dei giochi da tavolo più redditizi di sempre, arrivato alla sua seconda edizione base e ad un numero sconsiderato di espansioni e add-on.

L’intento dichiarato dall’editore milanese, all’epoca dell’annuncio, era quello di fornire un regolamento del tutto funzionale in maniera autonoma, ma che possa integrarsi perfettamente anche con i materiali del gioco da tavolo.

Il gancio, a livello commerciale, è molto forte ed ambizioso. I giocatori del boardgame potranno trovare dalla loro un gioco di ruolo per dare un pizzico di narrazione alle loro serate passate a lanciare i dadi falciando zombie; i giocatori di ruolo magari saranno incuriositi e, per aumentare il coinvolgimento, acquisteranno il gioco da tavolo per avere miniature, materiali e plance (entrando così in un vortice infinito di espansioni).

Ma, ovviamente, Zombicide Chronicles non ha bisogno del gioco di tavolo (quasi) omonimo, perché il manuale di Need Games è un gioco fatto e finito che funziona perfettamente in maniera autonoma.

Zombicide Chronicles, dal tavolo... al tavolo

Come fa un gioco di ruolo ad essere compatibile con un gioco da tavolo, per altro uno di quelli meno narrativi tra quelli presenti sul mercato? Semplice: eredita una buona parte del suo sistema di gioco.

Quando in Zombicide Chronicles si passa all’azione si lanciano una manciata di dadi da sei, un pool composto dai punteggi degli Attributi e Competenze relative. Per fare una prova di Prodezza, ad esempio, bisognerà tirare un numero di d6 pari alla somma dei punteggi di Muscoli e Atletica (ottima idea la griglia di confronto direttamente sulla scheda), e controllare i risultati.

Con una buona strizzata d’occhio al mondo dei giochi Fria Ligan, le Molotov (i sei) sono i successi, le Teste di Zombie (gli uno) sono i fallimenti. Con un numero di fallimenti maggiori dei successi la prova è fallita, ma basta un solo successo perché la prova riesca, e nel caso se ne ottenga più di uno la prova riesce in maniera ancora più spettacolare.

Gli altri risultati si possono “forzare” per farli diventare dei successi, spendendo dello Stress, una delle risorse dei Sopravvissuti che permette di risolvere le situazioni spinose. Una volta accumulato il punteggio massimo, però, bisogna necessariamente tirare il fiato spendendo l’Adrenalina (che, come nel gioco da tavolo, permette di accumulare punti per attivare abilità) per recuperare Stress, oppure creare delle sequenze di gioco di “riposo”.

Nelle fasi di azione, ad esempio, le statistiche delle armi per combattere gli zombie sono identiche a quelle del boardgame. Tant’è che, come per i dadi speciali del gioco da tavolo che hanno Molotov e Teste di Zombie, si possono utilizzare le carte equipaggiamento di Zombicide sullo spazio apposito sulla scheda.

L'importante è far esplodere teste

Il sistema di gioco è quindi velocissimo, funziona oggettivamente per creare scene molto veloci, ed è perfetto per le one shot. Anche la meccanica dello Stress interagisce bene con la necessità di gestire l’Adrenalina accumulata, così da avere altri punti da spendere per forzare dei tiri a diventare dei successi.

Tuttavia la sensazione, giocando, è che Zombicide Chronicles non abbia una sua personalità ben definita.

Intendiamoci, non possedere il gioco da tavolo non è in alcun modo invalidante per l’esperienza di gioco, ma la sensazione da narratori e giocatori è di stare giocando uno strano ibrido difficile da identificare.

È strano da spiegare, perché il sistema prevede anche delle Fasi Rifugio in cui i sopravvissuti devono gestire difese e risorse della propria base, con tanto di sistema personalizzato per creare delle fasi di combattimento con orde ed orde di zombie che assediano il Rifugio, come in un videogioco tower defense.

Ma, per esempio, sebbene ci siano abilità legate alla narrazione come Affascinare e Convincere, e c’è addirittura una dinamica di gioco per Rincuorare i propri alleati, con un classico discorso di incoraggiamento oppure un dialogo più intimo per spronare i propri compagni dell’apocalisse, tutto ruota intorno al combattimento.

C’è da aspettarselo da un gioco che si chiama “Zombicide” in fondo, ma quando si combatte contro le orde di zombie la sensazione è quella di venire catapultati immediatamente nel gioco da tavolo, non c’è niente da fare. Si cominciano a tirare dadi per uccidere zombie e, sebbene il sistema funzioni nel generare quella collaborazione necessaria per superare le fasi più ostiche, rischia di venire meno il coinvolgimento del “teatro della mente”, per finire ad avere la suggestione che si stia giocando al classico Zombicide.

Ed è un peccato perché, lo ripetiamo, Zombicide Chronicles ha molte idee interessanti, e si vede che il team creativo voleva (giustamente) distaccarsi dal gioco originale. Ma, che sia stata una volontà precisa o magari il risultato di un dialogo con CMON, il risultato non è stato raggiunto in pieno.

Il manuale è scritto molto bene, le parti narrative e di ambientazione (viene inserita anche una città di riferimento, con i suoi PNG e zone, per poter giocare) sono suggestive e di impatto, talmente tanto che sembra quasi di leggere qualcosa di molto lontano dall’adorabile trash da Zombicide.

Ma i continui richiami all’uso del materiale del gioco da tavolo, così come la necessità di dover sparare obbligatoriamente ai tipi di zombie con un certo ordine (a meno che non si faccia l’azione di Mirare), e tutte quelle altre azioni prese dal regolamento originale cozzano con quella libertà narrativa che un gioco del genere dovrebbe, e potrebbe, dare rispetto al doveroso e rigido regolamento di un boardgame.

Considerazioni finali

Zombicide Chronicles è un ottimo manuale in termini di contenuti. Come scritto sopra il sistema di gioco è ben spiegato e facile da apprendere, la creazione dei personaggi è rapidissima e, se gli slasher movie e i film di zombie che non si prendono troppo sul serio sono il vostro pane quotidiano, si tratta probabilmente di uno dei regolamenti migliori sul mercato.

Abbiamo trovato giusto poca chiarezza nella creazione libera dei personaggi. Si specifica che è possibile farla, per poi ribadire ad un certo punto che bisogna aderire per forza alla base degli Archetipi (personaggi pronti all’uso), che però non sono abbastanza dettagliati da essere definitivi e, in fase finale, non viene spiegato bene quanti punti Attributo e Competenze vanno assegnati.

Un bel gioco di ruolo che però, per fortuna o per sfortuna sta a voi sceglierlo, è pur sempre legato a Zombicide. Questo significa che le velleità narrative, supportate da alcune idee come le Fasi Rifugio e la gestione dello Stress, cedono prima o poi il passo alla necessità di veicolare tutto il ritmo di gioco al massacro degli zombi, lo zombicidio del titolo.

Se questo, per voi, non è un problema ma un punto di forza, allora è difficile trovare un gioco migliore e più bilanciato di Zombicide Chronicles, al momento.

Se siete dei narratori/giocatori smaliziati, infine, il regolamento è abbastanza malleabile da poterci giocare intorno quello che volete. Magari togliendo di mezzo le statistiche delle armi ed i continui rimandi al materiale di Zombicide.

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