Zagor contro Hellingen - Terrore dal Sesto Pianeta è il terzo volume della collana che ripropone in maniera integrale la pluridecennale sfida fra Zagor e il Professor Hellingen, uno dei suoi più acerrimi e temibili nemici. Avevamo lasciato nel secondo volume della collana, intitolato Zagor contro Hellingen - Ora Zero! (recuperate la nostra recensione) lo Spirito con la Scure sventare, con un pizzico di incoscienza e molto sangue freddo, il pericoloso piano del redivivo Hellingen che prevedeva un rocambolesco attacco alla capitale Washington con conseguente colpo di stato. Il Professore era stata quindi sconfitto per l'ennesima volta e consegnato alle autorità in evidente stato confusionale non essendo più capace di intendere e di volere.
Zagor contro Hellingen - Terrore dal Sesto Pianeta: the arrival
Di ritorno da una delle loro avventure in giro per gli Stati Uniti, Zagor e Cico trovano rifugio in Minnesota e più precisamente a Fort Boundary dove incontrano un vecchio amico: il colonnello Perry. L'incontro è del tutto fortuito ma Perry sempre stranamente sollevato dalla presenza di Zagor al quale chiede immediatamente di unirsi nella sua missione ovvero ispezionare la segreta installazione militare situata nel cuore del Winsconsin denominata Skylab. Nulla di apparentemente rischioso se non fosse che Skylab ospita anche un "illsutre" prigioniero: Hellingen. Il professore infatti, dopo essere stato internato per un certo periodo, è stato trasferito a Skylab per condurre, sotto la supervisione del governo, alcuni esperimenti.
La notizia ovviamente lascia sgomento Zagor, che rimprovera a Perry e con lui al governo di sottovalutare la pericolosità di Hellingen, e, anche per questo motivo, è deciso a far visita all'installazione. Il gruppo quindi si mette in marcia raccogliendo un altro involontario membro ovvero lo sbadato aviatore nonché barono Icaro La Plume. Quella che inizia come una allegra marcia nel cuore dell'America si trasforma in orrore una volta giunti a Skylab perché ad accoglierli ci sono solo cadaveri orribilmente essiccati. Durante l'ispezione della base, Cico si imbatte in uno strano fantoccio indiano mentre Perry in un diario di uno degli ufficiali che parla di una misteriosa epidemia mortale diffusasi fra i soldati e che ha colpito anche Hellingen fra gli altri.
Il racconto non convince Zagor il quale ricorre ad una tecnica di meditazione per cercare di capire cosa possa essere effettivamente successo. In uno stato di trance autoindotto, lo Spirito con la Scure allora inizia a scavare quella che è contrassegnata come la tomba del Professore scoprendo che è vuota. Zagor ovviamente pensa ad un elaborato piano di Hellingen per sfuggire alla prigionia, congedato con severità Perry, diretto a Washington per fare rapporto, lui e Cico si separano dall'amico in direzione Darkwood. Una volta giunti in prossimità della foresta presso gli amici Mohawks tuttavia gli avvenimenti di Skylab assumono contorni più inquietanti: strane luci nel cielo e sparizioni di giovani guerrieri allertano Zagor che appronta una spedizione presso la sommità del monte Naatani.
Ma la spedizione non partirà mai. Zagor e Cico infatti vengono rapiti da uno strano oggetto volante che li attira con un raggio a sé. Come sospettato da Zagor, Hellingen è vivo ed ha stretto alleanza con gli Akkroniani, una razza aliena che vuole conquistare la Terra per utilizzare i suoi abitanti come fonte di sostentamento vitale. Di fronte all'impossibile e ad una tecnologia avanzatissima e ad avversari apparentemente invincibili, Zagor finisce soggiogato e schiavo degli Akkroniani che lo sfruttano per il loro piano di conquista fino a quando, per pura fortuna, Cico riesce a liberarsi e a liberare a sua volta Zagor.
Pur attingendo a tutte le sue capacità fisiche e mentali, lo Spirito con la Scure sembra essere in netta difficoltà. Fortunatamente a venire in suo soccorso è una antica magia indiana custodita proprio nel cuore del monte Naatani e creata all'epoca del primo scontro fra gli Akkroniani e il Popolo Rosso avvenuto più di mille anni prima.
Zagor contro Hellingen - Terrore dal Sesto Pianeta, la fine di un'era
Guido Nolitta si congeda da Zagor con un'ultima lunga saga, che occupa ben 6 albi della serie regolare concludendosi nell'albo originale Zagor 182 - Magia senza Tempo, che spinge la caratteristica principale della narrazione zagoriana, ovvero il sincretismo, verso la sua espressione più estrema e, dopo aver esplorato, fra gli altri, l'horror e il mistero in maniera più che proficua, inserendo nelle avventure dello Spirito con la Scure la fantascienza.
Terrore dal Sesto Pianeta non è una storia semplice perché deve da un lato mediare e piegare i precedenti stilemi utilizzati per altre narrazioni di "genere" su uno completamente inesplorato e "rischioso" come la fantascienza che deve trovare un proprio equilibro affinché sia "credibile" in seno alla stessa narrazione zagoriana. In questo senso è Hellingen l'elemento di raccordo capace di rendere l'invasione degli Akkroniani possibile mentre gli elementi fantasy e folkloristici western costituiscono il twist nella terza atto della saga, allorché da un lato Zagor risulti trionfante e gli Akkroniani sconfitti ma non vinti del tutto.
Vi è quindi una tensione fra l'elemento fantascientifico classico che attinge da La Guerra dei Mondi fino a Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo passando per Cittadino dello Spazio, film del 1955 diretto da Joseph Newman a cui si ispira l'aspetto e la fisiologia degli Akkroniani, e quello tradizionalmente fantasy in una sorta di cortocircuito narrativo in cui Nolitta risulta sì brillante ma meno puntuale come in passato. Forse perché troppo preso dal suo ruolo di editore o perché più coinvolto nella narrazione "disillusa" di Mister No, Nolitta dilata i tempi della narrazione in Terrore dal Sesto Pianeta con un lungo, doppio, prologo prima e soffermandosi poi in lunghe descrizioni prima dedicate all'eccezionalità della presenza degli Akkroniani e poi all'antefatto magico legato a Rakum, l'Eroe Rosso, e alla prima venuta degli alieni.
Il tutto è suggestivo e per larga parte del volume ha anche un invidiabile retrogusto pulp, la lettura è ben ritmata e costruita con una tensione che lascia pochissimi e rari tempi morti eppure, rispetto ai due precedenti scontri fra Zagor e Hellingen, questo Terrore dal Sesto Pianeta dà più la sensazione di un lungo ed elaborato prologo (in effetti gli Akkroniani ritorneranno così come Hellingen) in cui le varie anime del plot convivono ma non si amalgamano alla perfezione come in passato.
Proprio da una certa estetica pulp e è influenzato il lavoro dal solito iconico Gallieno Ferri, coadiuvato negli ultimi due episodi da Franco Bignotti. Ferri è già entrato in una fase della sua carriera maggiormente dedita alla sintesi: avendo già delineato stilisticamente i personaggi, Zagor in primis, il disegnatore non ha bisogno di soffermarsi sul particolare giocando invece sulla prossemica e raccogliendo la sfida dell'illustrare la fantascienza dapprima con la costruzione della labirintica Skylab e poi con una attenzione al dettaglio estremamente anni '60 della base degli Akkroniani.
È però nella seconda parte del volume che Ferri e Bignotti infondono nella narrazione un ritrovato dinamismo. Da un lato grazie ad un inedito ribaltamento della coordinata principale nella costruzione della tavola che da orizzontale diventa improvvisamente verticale accompagnando non solo alcune delle più riuscite scene d'azione del volume ma anche idealmente mostrando cioè la dualità fra la minaccia proveniente dal cielo con la salvezza trovata nelle viscere della Terra. Dall'altro il tratto si fa più pieno, il tratteggio più ricco cercando così di accentuare con un maggior contrasto fra pieni e vuoti l'urgenza dell'azione in soluzioni che ricordano Dick Calkins e l'Alex Raymond meno edonista.
Il volume
Sergio Bonelli Editore (potete visionare le novità previste a marzo 2022 grazie al nostro articolo dedicato) continua a proporre con la collaudata veste grafica della collana anche questo corposo brossurato rigorosamente in bianco e nero formato 16x21 cm dalla tradizionale carta usomano e dall'ottima rilegatura. La copertina del volume riprende quella di Zagor 181 - Terrore dal Sesto Pianeta albo che dà, come facilmente intuibile, anche il titolo a questo terzo volume della raccolta.
Dal punto di vista editoriale, continua il puntuale excursus di Moreno Burattini, il curatore della serie. Il corposo redazionale che apre il volume è una sorta di chiusa sui temi trattati nei precedenti volumi ovvero l'evoluzione dell'archetipo del mad doctor ed il sincretismo narrativo dell'epopea zagoriana. Proprio su quest'ultimo punto torna a battere Burattini indicando in maniera puntuale le influenze narrative e cinematografiche alla base della saga. Il lungo redazionale è impreziosito da alcune delle copertine degli albi originali che compongono la saga, il volume inoltre si chiude proprio con la copertina in bianco e nero di Zagor 181. Da sottolineare come anche in questo terzo volume della collana siano indicati gli albi originali contenuti all'interno del volume compresi ovviamente autori e date di pubblicazione.