Una resa dei conti mortale: Zagor contro Hellingen - Il Giorno dell'Invasione, recensione

Il Giorno dell'Invasione è il penultimo volume della collana Zagor Contro Hellingen: Moreno Burattini mette in scena la sfida "finale".

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a cura di Domenico Bottalico

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Con Il Giorno dell'Invasione, penultimo volume della collana Zagor contro Hellingen che ripropone in ordine cronologico tutti gli scontri fra lo Spirito con la Scure e il mad doctor suo acerrimo nemico, tocca a Moreno Burattini (attuale curatore di Zagor) e Jacopo Rauch dare il loro personale contributo alla lunga sfida fra i due con un approccio che, pur non sconfessando né l'approccio lisergico di Tiziano Sclavi di Ai Confini della Realtà né quello gotico di Mauro Boselli di Ombre su Darkwood, punta ad un neoclassicismo figlio diretto della visione di Guido Nolitta. Questo volume è importante anche perché raccoglie di fatto l'ultima prova di Gallieno Ferri alla matite, scomparso improvvisamente nel 2016, e la cui eredità sarà raccolta con rispetto ma senza timori reverenziali dal duo composto da Gianni Sedioli e Marco Verni.

Zagor contro Hellingen - Il Giorno dell'Invasione: una resa dei conti mortale

Nel corso dei suoi moltissimi scontri con Hellingen, Zagor ha dimenticato che il folle professore aveva stretto una improbabile alleanza con gli akkroniani. Il popolo alieno infatti non ha rinunciato a invadere la Terra, la cui popolazione è per lui fonte di sostentamento, e decide di sferrare un ultimo assalto: rinchiudere Darkwood sotto una cupola invisibile e svelare il mistero delle armi con cui in passato lo Spirito con la Scure era riuscito a respingerli ovvero l'arco e lo scudo del valoroso sciamano Rakum. Per quanto la tecnologia akkroniana sia avanzata però il funzionamento delle armi sfugge alle menti alieni se non altro perché di natura "magica" perché "le armi sono niente, senza la mano che le impugna". Zagor quindi riesce a fuggire dalla cattura e a distruggere la flotta akkroniana respingendo l'invasione per l'ultima volta, forse.

L'avventura però non è priva di conseguenze. Il ritorno degli akkroniani pare infatti aver risvegliato qualcosa a Darkwood e non solo. Il tutto inizia con un misterioso e inarrestabile guerriero indiano che vuole uccidere Zagor. Dopo aver respinto, non senza fatica, il suo primo assalto, lo Spirito con la Scure segue a ritroso il suo percorso convergendo sinistramente verso il monte Naatani. Lì incontra una spedizione proveniente da Altrove, l'organizzazione governativa dedita ad indagare sui fenomeni paranormali e scientifici più strani, che lo avverte come a Philadelphia, sede della Base di Altrove, è accaduto l'impensabile: Hellingen è risorto.

Il tentativo di invasione della Terra ha infatti risvegliato la tecnologia akkroniana rimasta dormiente per anni che si è "autoriparata" e messa in funzione. Mentre a Philadelphia scopriamo il passato del redivivo Hellingen e le sue connessioni proprio con Altrove, sul monte Naatani, Zagor fa una terribile scoperta legata ai piani di dominazione globale del folle professore. Ad un passo dalla vittoria finale, lo Spirito con la Scure si affida ancora una volta al consiglio mistico dei suoi fratelli indiani e, recuperando l'ultima arma di Rakum, invoca l'aiuto di un improbabile e diabolico alleato.

Il Giorno dell'Invasione: ritorno alle origini

Il Giorno dell'Invasione parte come un volume volutamente celebrativo. Zagor 600 che lo apre infatti, e che dà il nome al volume, recupera idealmente in tutto e per tutto le atmosfere delle storie nolittiane con protagonista Hellingen. In tal senso Jacopo Rauch coglie alcuni elementi fondamentali di quelle storie rimaneggiandoli e sintetizzandoli in una ideale chiusa della trama orizzontale con protagonisti gli akkroniani che nel corso dei decenni precedenti sia era dipanata. Una chiusa che non poteva prescindere dal sincretismo zagoriano più classico in una convergenza dell'elemento fantastico verso un plot che unisce magia, scienza, fantascienza e avventura.

Questa convergenza e l'ideale chiusa che questa storia rappresenta, viene ripresa in maniera estremamente personale da Moreno Burattini che la sfrutta creando una sorta di cesura navigando cioè con intelligenza nel corpus delle storie zagoriane sfruttandone organicamente alcuni elementi, soprattutto del passato recente, ma andando anche idealmente a riempire i "vuoti" nella caratterizzazione di Hellingen rendendo così il personaggio più tridimensionale per una nuova generazione di lettori.

Le versioni lisergiche e magiche dell'Hellingen di Sclavi e Boselli vengono esautorate. Burattini riporta letteralmente in vita l'Hellingen originale grazie ad uno spunto rintracciabile già nelle storie Guido Nolitta relativo alla tecnologia akkroniana che viene sviluppato e unito a suggestioni spiccatamente fantascientifiche. Il risultato è una storia dal ritmo sostenutissimo che, al netto dei molti episodi in cui si sviluppa, si lascia leggere tutta d'un fiato. Il merito è senz'altro da attribuire alla ricerca di Burattini di un ritorno alla forma e alla formula classica delle storie di Zagor il cui plot viene costruito riprendendo quello spirito teso e avventuroso più diretto tipico dello stesso Nolitta.

È bene specificare che se l'autore esautora l'Hellingen di Sclavi e Boselli ma di quelle storie riprende e reinserisce organicamente altri elementi, come la base di Altrove o il deus ex-machina per la risoluzione finale, per dare nuova profondità al personaggio dell'Hellingen originale e redivivo. Narrativamente quindi Burattini fornisce nuovi dettagli sul passato del mad doctor e in maniera tanto semplice quanto efficace ricollega il suo operato a teorie eugenetiche e di supremazia della razza bianca.

Gallieno Ferri saluta il suo Zagor disegnando i primi tre episodi contenuti in Il Giorno dell'Invasione. È una prova che sempre non risentire del peso del tempo sulla mano del disegnatore: le figure sono ancora contraddistinte dalla sua tipica plasticità, l'espressività dei volti è ancora resa magistralmente mentre la sintesi tipica dell'ultima fase della sua carriera si unisce ad un uso più marcato e consapevole del tratteggio e dalla capacità di piegare in base alle esigenza la gabbia bonelliana.

Gianni Sedioli e Marco Verni non si discostano per nulla dal canone grafico zagoriano ma lo rileggono con vigore dando eventualmente una maggiore muscolarità alla figure anche grazie ad una linea più spessa e spezzata. Vi è meno tratteggio e meno uso del chiaroscuro optando per un contrasto netto fra bianco e nero e quindi fra vuoti e pieni. Anche la gabbia bonelliana viene ripresa in tutta la sua regolarità: la rigidità della ripartizione degli spazi viene in compenso equilibrata da un ritmo della lettura/narrazione costante.

Il volume

Con il penultimo volume della della collana Zagor contro Hellingen, l'immagine componibile della costina è ormai palese: Zagor che sfreccia appena ad una liana nella foresta di Darkwood. Poco da dire sulla veste grafica dei volumi così come pensata da Sergio Bonelli Editore se non efficace e facilmente riconoscibile. La copertina e il titolo di questo sesto volume, Il Giorno dell'Invasione, sono ripresi quelli dell'omonimo seminale Zagor 600 che qui però viene riproposto in bianco e nero e non a colori come originariamente venne pubblicato. Da segnalare che si tratta del volume più corposo finora della collana con una foliazione di quasi 550 pagine affidate alla solita confezione ovvero un volume brossurato dall'ottima rilegatura che permette una lettura sempre agile, formato 16x21 cm nel tradizionale bianco e nero con carta usomano.

Corposissimo è anche il contributo redazionale firmato da Moreno Burattini che spazia dall'immancabile ricontestualizzazione degli scontri fra Zagor e Hellingen all'interno della continuity zagoriana fino all'introduzione dei nuovi autori coinvolti con un doveroso cenno agli ultimi lavori di Gallieno Ferri. Interessante è anche il capitolo legato alla spiegazione della scelta narrativa attuata da Burattini e Rauch legata a questo, ennesimo, ritorno di Helligen con particolare riferimento all'approfondimento sul passato del mad doctor fino ad allora rimasto avvolto nel mistero. Da segnalare infine che, anche in questo sesto volume, sono indicati gli albi originali contenuti al suo interno (Zagor 600-605 di luglio/dicembre 2015) non sono invece presenti le copertine originali ma, nel lungo redazionale d'apertura, sono presenti numerose illustrazioni e tavole delle avventure precedenti che fanno da corollario ai testi.

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