Zagor contro Hellingen - Ai Confini della Realtà, recensione: is anybody out there?

Zagor contro Hellingen - Ai Confini della Realtà: nel quarto volume della collana Zagor deve affrontare l'onirico ritorno di Hellingen.

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a cura di Domenico Bottalico

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Zagor contro Hellingen - Ai Confini della Realtà non solo è il quarto volume della collana che ripropone in maniera integrale la pluridecennale sfida fra Zagor e il Professor Hellingen ma ne segna anche l'inevitabile giro di boa. Nel volume precedente, intitolato Zagor contro Hellingen - Terrore dal Sesto Pianeta (recuperate la nostra recensione), la sfida fra lo Spirito con la Scure e il pazzo Professore sembrava essere giunta all'atto conclusivo. Hellingen infatti non solo era riuscito a sfuggire alla prigionia ma aveva anche stretto una alleanza con gli Akkroniani, una razza aliena pronta ad invadere il nostro pianeta in cerca di sostentamento. La battaglia era stata terribile e aveva costretto Zagor a fare ricorso a tutte le più recondite risorse, compresa una antica magia indiana custodita nelle viscere del monte Naatani, per respingere l'invasione. Helligen di suo era misteriosamente scomparso, forse suicida, adoperando uno degli avanzatissimi congegni akkroniani che era poi esploso.

Zagor contro Hellingen - Ai Confini della Realtà: is anybody out there?

Prima Zagor e poi anche Cico sono afflitti da terribili incubi e visioni. Dopo l'ennesimo episodio psicotico, la salvezza sempre essere rappresentata da una nuova missione: Zagor infatti riceve una lettera dal Colonello Perry che lo invita a recarsi con urgenza presso Forte Pitt. Il viaggio tuttavia è meno rilassante di quanto previsto. Lo Spirito con la Scure e il messicano infatti giungono presso il monte Naatani dove le loro condizioni sembrano peggiorare e solo l'intervento dello sciamano Akoto sembra curare Zagor dalla Ah-En-Nai, dalla Follia che si è impossessato di lui.

Ma l'incubo non è finito. Giunto a Forte Pitt, Zagor viene accolto tiepidamente. I soldati sostengono di non conoscere lo stesso Colonello Perry e ignorano i fatti che hanno coinvolto Hellingen e gli akkroniani riportati alla mente dopo la permanenza nel monte Naatani. Soccorso questa volta dal Capitano Forbes, Zagor sembra finalmente apprendere la verità: i soldati stanno fingendo. Questo perché anche Perry è apparentemente impazzito. La causa è presto svelata, in una stanza del forte è stata ricostruita la sala controllo degli akkroniani. È proprio lì che Zagor riceve un nuovo messaggio da Perry che lo invita a recarsi celermente presso il Lago Erie.

Con l'aiuto di La Plume, e di uno dei suoi incredibili apparecchi, lo Spirito con la Scure arriva per tempo al lago secondo le indicazioni del colonello ma solo per scoprire la prima di una serie di macabre resurrezioni. Dal fondo del lago infatti riemerge Titan, il colosso metallico che Zagor era riuscito ad abbattere durante il primo scontro con Hellingen. Ed è proprio il folle Professore a ritornare in vita torturando fisicamente e psicologicamente lo Spirito con la Scure ora che ha a sua disposizione incredibili abilità sovraumane. Ma cosa è successo davvero a Hellingen durante la sua assenza? La risposta si perde nei meandri di un racconto che parla di navi spaziali e dimensioni oniriche interrotto solo dall'arrivo di Cico, accompagnato dai soldati che mette fine, nuovamente, alla vita del Professore.

Tutto sembra essersi risolto per il meglio: la follia che aveva attanagliato Zagor era infatti causata dallo stesso Hellingen e il ritorno a Darkwood si prospetta sereno. Ma non è così perché il sogno di pace e convivenza fra bianchi e indiani sembra essere tanto velocemente quanto clamorosamente naufragato. Che l'assenza di Zagor sia stata fatale? oppure è possibile che l'incubo di Zagor non sia ancora terminato?

Zagor contro Hellingen - Ai Confini della Realtà: la fine di un'era

Rimasto orfano del suo creatore e quindi di una ben precisa identità narrativa-editoriale, fra la seconda metà e la fine degli anni '80, Zagor è una serie in cui si alternano svariati autori con tante buone idee ma saldamente ancorate ad una certa ortodossia nolittiana che aveva portato ad una produzione buona ma non esaltante. Per questo motivo nel 1988, nella piena ascesa della sua creazione più famosa per Sergio Bonelli Editore ovvero Dylan Dog, sulla serie viene richiamato Tiziano Sclavi autore di alcune delle storie zagoriane più brillanti di quegli anni.

Il risultato è Zagor contro Hellingen - Ai Confini della Realtà: una lunga saga composta da ben sei albi che, partendo proprio da quella ortodossia nolittiana, svuota Zagor di tutte le sue prerogative sincretico-narrative in favore di una dimensione fantastica che si rifà all'epica classica e ad una certa letteratura fantasy. La struttura narrativa adottata da Sclavi è infatti volutamente familiare ai lettori zagoriani con il lungo prologo on the road che, richiamando le grandi saghe nolittiane, serve sì per fare da raccordo con l'ultimo incontro fra Zagor e la sua nemesi ma perde progressivamente di significato allorquando, con improvvisi cambi di registro, gli avvenimenti si fanno più rarefatti e meno razionali fra mostri giganti, animali parlanti e uno Spirito con la Scure che non riesce a fare affidamento né sulle sue capacità fisiche e morali né può contare sull'aiuto di alcun alleato.

Il racconto diventa quindi straniante e spersonalizzante nella sua parte centrale che corrisponde al ritorno di Hellingen. Lo spazio è un non-luogo dove il Professore pazzo finalmente ottiene la sua macabra illuminazione e i mezzi per sconfiggere Zagor. Una sconfitta che non si consuma né subito né fisicamente ma si insinua nella mente di Zagor nell'ultimo drammatico atto della saga che riassorbe, magicamente, lo scontro fra lo Spirito con la Scure e la sua nemesi.

È impossibile non notare alcune similitudini fra Zagor contro Hellingen - Ai Confini della Realtà e alcune delle migliori storie di Dylan Dog soprattutto quelle in cui la dimensione onirico-fantastica diventa lo strumento di indagine su un personaggio e quindi di un genere. Se infatti la decompressione e gli insoliti stilemi narrativi rendono questa saga una delle più singolari nell'epopea zagoriana è indubbio anche che, indirettamente e/o inconsciamente, Tiziano Sclavi rimarchi idealmente non solo la fine definitiva di un'era, quella nolittiana appunto con la sua avventurosa ingenuità narrativa, ma cerchi anche di riconsegnare ai lettori un personaggio nuovo eppure sempre uguale a sé stesso. Zagor vive l'incubo del ritorno della sua nemesi, della sconfitta e della fine della pace assoluta fra bianchi e indiani salvo poi scoprire di aver vissuto uno (o più) vividissimi racconti ammonitori.

A fare da raccordo fra la vecchia visione nolittiana e il rinnovato status quo promosso da Sclavi (che ad onore del vero troverà presa solo parecchi anni dopo) ci sono le matite dell'inossidabile Gallieno Ferri. Qui il disegnatore è a tutti gli effetti nella fase matura della sua carriera: il tratto ha trovato il suo equilibrio in una sintesi plastica ed efficace che, nella sceneggiatura di Sclavi, si esplica in un inedito chiaroscuro estremamente materico ma anche in una marcata espressività che tende ad estremizzare la drammaticità degli eventi soprattutto in Zagor. È interessante anche osservare come la classica impostazione bonelliana della tavola viene rimaneggiata in favore di riquadri più ampi, anche singoli orizzontali, in cui il disegnatore opta anche per campi medi, lunghi e a volte lunghissimi. Vi è un evidente parallelismo fra queste scelte e lo spazio siderale e onorico in cui poi vengono ambientate molte sequenze. Una prova convincente di Ferri che dimostra ancora una volta la sua duttilità.

Il volume

Sergio Bonelli Editore (potete visionare le novità previste a maggio 2022 grazie al nostro articolo dedicato) continua a proporre con la collaudata veste grafica della collana anche questo volume che è il più corposo dei brossurati finora prodotti con una foliazione di oltre 500 pagine. Il tutto è rigorosamente in bianco e nero e nel formato 16x21 cm dalla tradizionale carta usomano e dall'ottima rilegatura. La copertina del volume riprende quella di Zagor 279 - Ai Confini della Realtà albo che dà, come facilmente intuibile, anche il titolo a questo quarto volume della raccolta.

Dal punto di vista editoriale, Moreno Burattini, il curatore della serie, riprende il suo viaggio tanto nella storia editoriale dello scontro fra Zagor e Hellingen quanto in quello della Spirito con la Scure. In particolare in questo volume ci si sofferma moltissimo sull'autore Tiziano Sclavi e sui tratti salienti della sua produzione dentro e fuori Sergio Bonelli Editore ma soprattutto sul cambio di paradigma che Zagor dovette affrontare allorquando Guido Nolitta ne lasciò la guida, come ampiamente descritto nel precedente volume. Il lungo contributo redazionale è impreziosito da alcune copertine e tavole degli albi originali che compongono la saga e della produzione di Sclavi. Anche in questo quarto volume della collana dovrebbero essere indicati gli albi originali contenuti al suo interno (ovvero Zagor 275-280 di giugno/novembre 1988) ma a causa di una evidente piccola svista vengono riportati quelli del prossimo volume (Zagor 376-379 novembre 1996/febbraio 1997).

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