X-Men: Dark Phoenix, la recensione dell'ultimo film sui Mutanti.

Anche la saga degli X-men giunge alla fine di un ciclo. L'ultimo film FOX tira le somme del nuovo reboot dedicato ai mutanti. Nella nostra recensione scopriamo se si tratta di una rinascita o della pietra tombale sulla saga prima della gestione Disney.

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a cura di Fabio Paglianti

Terminata la saga dell’Infinito – principessa dell’ultimo decennio – sbarca nelle nostre sale il dodicesimo film della saga gemella targata FOX, dedicata al vastissimo universo degli X-Men. Il titolo di questa pellicola, diretto dal veterano Simon Kinberg (già produttore e sceneggiatore di buona parte del resto del ciclo), punta i riflettori sul personaggio di Jean Grey e del suo doppio Fenice Nera.

Il personaggio e la sua travagliata storia sono già stati affrontati dalla FOX, nel terzo film dell’epopea mutante, X-Men: Conflitto Finale (Brett Ratner, 2006) film uscito ben prima del reset operato nelle due pellicole X-Men - L'inizio (Matthew Vaughn, 2011) e X-Men - Giorni di un futuro passato (Brian Singer, 2014), dove il cast storico è stato sostanzialmente sostituito da un nuovo gruppo di attori e tutte le vicende della prima fase sono state soppiantate da una nuova serie di eventi. Tranquillizziamoci: il ritorno della saga della Fenice non deve assolutamente far pensare a un remake della prima versione.

Volti famosi

La storia di X-Men: Dark Phoneix riprende da dove avevamo lasciato i mutanti guidati dal Professor X (James McAvoy) dopo lo scontro con Apocalisse e ritrova un team di super-eroi integrati nella società mondiale nel bel mezzo degli anni novanta. Il desiderio di Charles Xavier è stato esaudito e, ora, i Mutanti e gli Umani convivono in pace e con apparente rispetto reciproco. Non ci sono grandi novità nel cast, dove  ritroviamo il team principale capitanato da Mystica (Jennifer Lawrence) e Bestia (Nicholas Hoult). Il gruppo è poi composto da tutti gli altri personaggi incontrati nei film precedenti come Pietro Maximoff / Quicksilver (Evan Peters), Scott Summers / Ciclope (Tye Sheridan), Kurt Wagner / Nightcrawler (Kodi Smit-McPhee), l’ultima arrivata Ororo Munroe / Tempesta (Alexandra Shipp) e – ovviamente – Jean Grey / Fenice (Sophie Turner, orfana anche lei di Game of Thrones, oramai).

Il cast non si ferma qui, visto che ritorna anche Erik Lehnsherr / Magneto (Michael Fassbender) e la new entry costituita da Jessica Chastain (volto già noto al grande pubblico per Sopravvissuto - The Martian e Molly’s Game, sul suo personaggio non diciamo altro).

Il cast è obiettivamente di prim’ordine, vantando un premio Oscar, una Coppa Volpi e svariate candidature per i più importanti riconoscimenti cinematografici mondiali e diverse prove attoriali di grande effetto e ampiamente riconosciute dal pubblico e dalla critica.

L’altro universo

Prima di parlare di questo film – incentrato sul personaggio della Fenice Nera già citato – è indubbio che, nelle nostre menti, sia scattato un confronto automatico con altri due universi paralleli dedicati ai super-eroi. Da una parte, il confronto con il Marvel Cinematic Universe, edall’altra – con il precedente episodio dedicato a questo personaggio.

Affrontiamo subito il confronto con l’acclamatissima saga targata Marvel/Disney, affermando subito che sono due universi molto diversi e non molto paragonabili, in realtà. L’universo FOX ha sempre avuto una vena di serialità cinematografica, ben prima dell’MCU stesso, ma ha concentrato l’azione dei suoi film sempre sul gruppo. Se escludiamo le digressioni dedicate al gigantesco Wolverine di Hugh Jackman, nessun altro personaggio degli X-Men ha mai avuto spazio singolarmente. Una scelta stilistica e narrativa adottata per puntare sulla forza del gruppo di personaggi obiettivamente eccezionali che avevano a loro disposizione. Questa scelta – ad esclusione del già citato Wolverine – ha sempre lasciato in disparte le storie singole dei personaggi mutanti, preferendo la coralità, rispettando molto l’originale a fumetti.

D’altra parte, la prima metà del ciclo FOX ha incentrato le loro vicende su due temi principali: l’integrazione con gli Umani e il conflitto interno ai Mutanti stessi. Operazione perfettamente riuscita nel corso degli ultimi vent’anni (nota: il primo film è targato 2000) e che ha regalato sicuramente grandi emozioni e storie decisamente molto avvincenti. Il reset avvenuto – anche qui con un opportuno viaggio nel tempo – ha però portato a un nuovo universo dove Umani e Mutanti sembrano (finalmente!) convivere – dopo i fatti narrati in X-Men Apocalisse – in pace tra loro.

Grazie infatti al reboot intrapreso dalla storia e dai suoi personaggi, la trama e lo svolgimento di X-Men: Dark Phoenix non ha nulla in comune con il precedente episodio in cui si compare la Fenice Nera di Famke Janssen.

No spoiler

Come sapete, cerchiamo sempre di inserire meno spoiler possibili nelle nostre recensioni, quindi non forniremo dettagli diretti alla trama ma preparatevi a uno schiaffo narrativo molto bene assestato durante la visione di questo film. L’evolversi della storia alterna momenti lenti ad altri molto veloci, senza avere pause vere e proprie, chiedendo allo spettatore una discreta attenzione all’evoluzione della trama stessa.

Una prima differenza, già parzialmente maturata nel precedente episodio, rispetto alla concorrenza (perfino degli episodi precedenti della FOX) è il tono decisamente concreto della pellicola. Le battutine, i siparietti comici per smorzare la tensione, sono assenti. In questo film, si narra una storia di super-eroi, ma una storia d’azione dai toni seriosi che ha molto poco da spartire con i recenti cinecomic a cui siamo stati abituati. Una scelta stilistica coraggiosa in un periodo dove – dobbiamo ammetterlo – dare uno schema narrativo collaudato in pasto al grande pubblico, è spesso la scelta decisamente più facile per chi si impegna in questo mercato.

In questo senso, FOX ha messo in piedi una storia forte, dove i personaggi devono scontrarsi con temi realmente umani ambientati nella cornice supereroistica. Seppure nessuno dei precedenti film degli X-Men ha mai sconfinato nei toni della commedia (vedi Ant-Man, Thor Ragnarok o i due Guardiani), qualche battutina, un rimando ironico ai fumetti o qualche scambio divertente tra i personaggi (Wolverine vs Ciclope, per dire) ha sempre strappato una ragionevole risata o sorriso tra il pubblico. In questo film, la scelta è diametralmente opposta e punta tutto sulla evoluzione della trama e dei personaggi, oltre a qualche colpo di scena che proprio non può aspettarti per farti balzare sulla poltrona.

Scelte eroiche

Se da una parte, apprezziamo questo percorso, dobbiamo ammettere che il risultato complessivo manca di un po’ di mordente. Un colpo di scena – una vera bomba sulla carta – è stato reso con una modalità troppo esitante e ci ha lasciati veramente spaesati – non innescando la giusta reazione emotiva.

Altro punto un po’ debole è il Villain della storia: un cattivo che evolve lungo la storia, lasciandoci un po’ perplessi sulla componente motivazionale dei personaggi coinvolti in questo percorso. Il comparto delle scene d’azione è valido e offre svariati duelli tra i personaggi principali della saga anche se aver rigirato la parte del film ha forse un po’ pesato sul montaggio finale, lasciando alcuni passaggi non sempre lineari come ci aspetteremo.

Nel complesso, spiccano sicuramente alcuni attori rispetto da altri. È un peccato però notare come alcuni personaggi abbiano ricevuto uno screen-time veramente un po’ troppo ridotto a dispetto dell’importanza storica, lasciandoci un po’ dispiaciuti di non aver visto alcuni beniamini agire di più sullo schermo. Ammettiamo che, mai come in questa pellicola, si sia sentita la mancanza della forza di un personaggio leader come lo è stato Wolverine nei primi film, il vero traino della storia dei precedenti episodi. 

This is the end?

Al di là delle vicende narrate nel film (e della visione di questa pellicola fino alla fine), usciamo con qualche perplessità sulla effettiva possibilità di vedere un altro cinecomic ancora ambientato solo in questo universo. Con le informazioni attuali – lo precisiamo – siamo assolutamente ancora nel campo delle congetture, ma l’acquisizione di FOX da parte di Disney ha fatto scattare in tutti il pensiero di un probabile ricongiungimento tra l’universo X-Men e quello principale della Marvel, permettendo di portare insieme un pool incredibilmente vasto di personaggi e possibilità.

X-Men: Dark Phoenix non sarà forse il miglior capitolo del ciclo FOX ma – per lo meno – ha il coraggio di prendere le distanze da una sorta di canone cinecomic, provando a offrire uno spettacolo diverso dal solito: uno sforzo che apprezziamo ma che ci ha lasciato qualche perplessità. Sperando di avere ancora l’occasione di vedere sul grande schermo questo pool di attori e dei loro personaggi – per noi – così speciali.

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