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Warhammer 40.000: Marneus Calgar, recensione: la gloria di Ultramar

Warhammer 40.000: Marneus Calgar, la storia mai raccontata del Maestro Capitolare degli Ultramarines nella nuova serie Marvel.

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Warhammer 40.000: Marneus Calgar, la storia mai raccontata del Maestro Capitolare degli Ultramarines

All’interno della smisurata lore di Warhammer 40k, poche figure hanno saputo entusiasmare gli appassionati come Marneus Calgar, il maestro capitolare degli Ultramarines. Per quanto ben strutturato, il quarantunesimo millennio di Games Workshop ha comunque lasciato alcune zone inesplorate, in cui si possono muovere autori che possono concorrere a dare ulteriore solidità a questo complesso universo narrativo, come dimostrato da romanzi del calibro Primo e Unico, capitolo iniziale della saga degli Spettri di Gaunt. Non meno adatto a questo poliedrico ritratta è il mondo del fumetto, che in passato ha già dimostrato di esser un perfetto medium per valorizzare Warhammer 40k, una sinergia che oggi trova nuova linfa con Warhammer 40.000: Marneus Calgar.

Per gli appassionati di Warhammer 40.000, il nome di Marneus Calgar non ha certo bisogno di presentazione. Maestro capitolare degli Ultramarines, Calgar è per i giocatori del board game di Games Workshop una figura leggendaria, grazie alla sua epica storia come feroce e implacabile combattente dell’Imperium. Ma come dicevamo, anche all’interno di una lore di base ben strutturata permangono dei punti oscuri che possono essere illuminati da autori che possono cimentarsi con questi eroi implacabili. Kieron Gillen è uno di questi narratori, cui è stata affidata da Marvel Comics l’incarico di ritrarre il passato di questo simbolo dell’Imperium.

Warhammer 40.000: Marneus Calgar, la storia mai raccontata

Gillen non ha raccolto questa sfida limitandosi a raccontare l’eroismo di Marneus Calgar strizzando l’occhio agli appassionati di Warhammer 40.000, ma ha deciso di sfruttare l’occasione per rendere la saga del Maestro Capitolare degli Ultramarines un punto di ingresso ideale per il grim, dark future immaginato da Games Workshop. La complessità di questa ambientazione, infatti, potrebbe confondere chi voglia approcciarsi all’immensa lore di uno dei più complessi universi fantascientifici attualmente disponibili, dove convivono spunti narrativi provenienti da diversi sottogeneri della letteratura sci-fi-. Gillen non esita quindi a far coincidere il racconto del passato di Marneus Calgar con una basilare ma efficace presentazione sia del percorso personale di un giovane uomo nella sua ascesa verso una transumanità che lo eleva al rango di superuomo, che della caratterizzazione di una società che dietro la patina di glorificazione della prodezza guerriera nasconde ipocrisie e disparità.

A esser centrale nella trama di Warhammer 40.000: Marneus Calgar è la scelta di Gillen di voler rendere le crepe della società imperiale la personificazione stessa della caratura morale di Marneus Calgar. Una decisione coraggiosa, che ha spinto l’autore a concepire una backstory in cui le prerogative del celebre maestro capitolare trovano le proprie radici, mostrando come non siano i tratti tipici della transumanità degli Adeptus Astartes ad avere reso Calgar la leggenda degli Ultramarines, quanto la sua forza interiore e la sua fedele osservanza ai precetti della società imperiale. Gillen coglie tutte le sfumature necessarie per trasmettere la vis interiore di Marneus, sfruttando a dovere i dialoghi, da cui devono emergere le ampollose sentenze del credo imperiale e le manifestazioni plateali di una società i cui la forza è considerata la massima espressione dell’umanità. Pur dando il giusto rilievo a questi aspetti, Gillen riesce a farli passare in secondo piano rispetto a doti più emotive, basando l’ascesa dell’eroe venerato da tutti sulla figura di un giovane che difficilmente si sarebbe potuto associare a questo titanico guerriero.

Marneus Calgar si appresta ad affrontare il difficile compito di riconquistare Nova Thulium, mondo nevralgico del dominio degli Ultramarines, Ultramar, preda di incursioni di devoti ai Poteri Perniciosi. La conquista e la fortificazione del pianeta fa sì che al fianco del maestro capitolare ci sia un tecno-prete di rango minore, Quintus Heximar, incaricato di offrire il proprio supporto logistico. Durante il sopralluogo con Heximar, Calgar viene coinvolto in un attacco contro postazioni di cultisti del Chaos, missione a cui il tecno-prete partecipa come osservatore e che diventa per Marneus Calgar occasione per raccontare, tramite i ricordi della propria esistenza, perché questo mondo sia così importante non solo per il Capitolo, ma anche per la memoria di persone a lui care.

Il giovane eroe che divenne un Adeptus Astartes

Sfruttando abilmente questa alternanza tra momenti di frenetica azione e di preparazione, Gillen riesce a rendere i flashback snodi narrativi ideali per svelare l’iter che trasforma dei giovani uomini in Space Marines, rendendo l’ascesa di Marneus all’interno dei ranghi degli Ultramarines un punto di visto privilegiato, da cui emergono sacrificio, ostinazione, sofferenza e dedizione. Una gestione convincente dei diversi tratti degli Space Marines che si sposa alla presenza di inserti che offrono una visione generale della cronologia del 41esimo millennio, utile per dare ai meno avvezzi all’ambientazione la minima preparazione per non sentirsi spaesati.

Spetta a Jacen Burrows farsi interprete della vis bellica di Marneus Calgar, facendolo muovere all’interno di un mondo in guerra. Gli stilemi tipici dell’universo di Warhammer 40.000 sono rispettati, con una buona cura dei dettagli delle armature degli Adeptus Astartes e la definizione tecno-organica dei tecno-preti, un rispetto dell’estetica gotica tipica di Warhammer 40.000 che pervade anche gli ambienti, dove le architetture mantengono il tipico rigore e ampollosità dell’immaginario del 41esimo millennio. Burrows coglie il giusto aspetto epico degli scontri, dove gesta eroiche e sanguinosi terreni di scontro non mancano, impreziositi dalla puntuale colorazione di Java Tartaglia.

Panini Comcis raccoglie la miniserie di Marvel Comics in un bel volume cartonato, stampato su una carta che rende merito alla colorazione di Tartaglia. Pur apprezzando la ricchezza della tradizionale cover gallery con le copertine variant dell’edizione spillata americana e la presenza delle stupende copertine di James Stokoe come incipit dei diversi capitoli, sarebbe stato gradevole un minimo di redazionale per introdurre al meglio il mondo di Warhammer 40.000 anche ai lettori neofiti, dando un maggior contesto alle informazioni inserite tramite infografiche in mezzo alla storia.

Voto Recensione di Warhammer 40.000: Marneus Calgar



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - La storia mai raccontata di Marneus Calgar

  • - Rispetto della lore di Warhammer 40.000

  • - Ben inseriti riferimenti all'universo di Warhammer 40k

  • - Disegni appassionanti e colorazione curata

  • - Edizione ben realizzata

Contro

  • - Assenza di un redazionale che presenti l'ambientazione

Commento

Sfruttando abilmente questa alternanza tra momenti di frenetica azione e di preparazione, Gillen riesce a rendere i flashback snodi narrativi ideali per svelare l’iter che trasforma dei giovani uomini in Space Marines, rendendo l’ascesa di Marneus all’interno dei ranghi degli Ultramarines un punto di visto privilegiato, da cui emergono sacrificio, ostinazione, sofferenza e dedizione. Una gestione convincente dei diversi tratti degli Space Marines che si sposa alla presenza di inserti che offrono una visione generale della cronologia del 41esimo millennio, utile per dare ai meno avvezzi all’ambientazione la minima preparazione per non sentirsi spaesati.

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