WandaVision, terzo episodio: tutti i riferimenti e le citazioni

Ora a colori, il terzo episodio della miniserie WandaVision. Ecco tutti i riferimenti e le citazioni presenti nell'episodio.

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a cura di Manuel Enrico

Le premesse emerse durante l’Investors Day Disney miravano a stupire gli appassionati dei brand sotto il controllo del colosso dell’entertainment, che erano usciti da queste scoppiettante presentazione con la soddisfazione di vedere ambientazioni particolarmente amate divenire protagoniste assolute dei prossimi mesi della programmazione di Disney+. Se in quei giorni a confermare le ottime sensazioni era la seconda stagione di The Mandalorian, una volta terminate le avventure del bounty hunter di Star Wars il compito di tenere fede alle promesse di Disney è toccata a Wanda e Visione, protagonisti dell’attesa WandaVision.

I primi due episodi sono stati una vera rivelazione, soprattutto in fatto di impostazione narrativa. Il concept di questa serie, infatti, si affida a una sorta di carrellata delle diverse ere del mondo delle sit-com d’oltreoceano, aspetto che, specialmente nelle prime fasi in cui si omaggiano programmi dei primi anni ’50, si sono sentiti maggiormente a proprio agio gli spettatori americani. Con il terzo episodio, Ora a colori, ci si avvicina agli anni in cui anche in Europa vennero trasmesse le prime serie americane, facilitando anche agli appassionati del Vecchio Continente sentire una certa affinità con l’ambientazione in cui si muovono i due protagonisti. Volendo, anche questo potrebbe essere considerato uno dei tanti easter egg contenuti nel terzo episodio di WandaVision.

ATTENZIONE: Quanto segue contiene una serie di importanti spoiler sul terzo episodio di WandaVision

Nello splendore del Technicolor

Come detto, in ogni episodio la vita di Wanda e Visione compie un passo in avanti, rispecchiando l’evoluzione della serialità televisiva americana. Con Ora a colori, la gravidanza di Wanda viene raccontata nello splendore del technicolor, ma soprattutto porta il design dell’ambientazione negli anni ’70, riproducendo sia nell’architettura che nel gusto dell’arredamento un richiamo a sit-com del periodo arrivate anche nel nostro Paese, come I Bredford o Arcibaldo, noto in Italia anche come Tutti a casa, da cui nacque il più noto spin off I Jefferson. Piccola considerazione, parlando di serie americane: il salotto di casa Visione è una versione speculare dell’ingresso della casa di un’altra popolare serie americana del periodo anni ’70, La Famiglia Brady.

Da apprezzare come gli showrunner di WandaVision riescano a caratterizzare questo passaggio di ere televisive non solo dal punto di vista visivo, ma anche tramite un’attenta ricostruzione della dinamica comica del periodo, ottenendo anche un senso di nostalgica ingenuità in certe situazioni e battute dei protagonisti.

L’importanza della colonna sonora

Sin dalle prime battute della serie, è evidente come WandaVision utilizzi ogni strumento a disposizione per coinvolgere emotivamente lo spettatore. Gli appassionati di musica americana, sotto questo punto di vista, partono avvantaggiati, considerato che ogni episodio ha un suo brano specifico che amplifica la sensazione che Westview non si proprio ciò che appare. Per Ora a colori, tocca a Daydream Believer, il cui titolo in italiano risulta, profeticamente, sogno ad occhi aperti, che sembrerebbe puntare il dito contro questa realtà onirica in cui sembrano muoversi i due Vendicatori.

La famiglia si allarga

Centro focale di questo episodio è la rapidissima, quanto incredibile, gravidanza di Wanda. Evento che rispecchia quanto accaduto nella dimensione fumettistica della Strega Scarlatta, che venne assistita, come accaduto in WandaVision, da un dottore, che oltre alla medicina era particolarmente versato anche nelle competenze magiche, data la complessità della situazione: il Dottor Strange, lo Stregone Supremo del mondo Marvel, figura inevitabilmente centrale in alcune delle pagine più complesse della vita della povera Wanda.

Durante l’attesa della nascita del figlio, Wanda e Visione affrontano il primo dubbio di ogni futuro genitore: la scelta del nome. L’indecisione è tra Billy e Tommy, due nomi che hanno subito fatto drizzare le orecchie ai Marvel Fan. Come vediamo nelle scene finali di Ora a colori, Wanda e Visione diventano genitori di una splendida coppia di gemelli, che chiameranno, per l’appunto, Tommy e Billy. Questi nomi sono il vezzeggiativo di Thomas e William, che richiamano ai personaggi di Thomas ‘Tommy' Shepherd e William ‘Billy’ Kaplan, le reincarnazioni dei figli di Wanda e Visione (situazione complessa, capita quando ti contendi l’anima dei tuoi figli con Mefisto).

Nei fumetti Marvel, dove i due fratelli, inevitabilmente, diventeranno dei supereroi. Billy erediterà dal ramo materno la supervelocità dello zio Pietro (alias Quicksilver), assumendo il nome d’arte di Speed, mentre Billy diventerà un potente stregone, come la madre (e come sembra ipotizzare anche Visione, potrebbe averli anche nella serie) , e diventerà noto nella comunità metaumana della Casa delle Idee con l’identità di Wiccan. Entrambi i gemelli, nei fumetti, diventeranno parte della formazione degli Young Avengers.

Strani vicini

Sin dai primi due episodi, una parte essenziale di WandaVision sono stati i vicini della strana famigliola. Abbiamo già avuto modo di conoscerli, ma in Ora a colori abbiamo la possibilità di fare qualche valutazione in più, soprattutto sul buffo Phil Jones, marito della dispotica Dottie conosciuta nella seconda puntata della serie. Il nome di questo simpatico vicino potrebbe risultare familiare ai Marvel Fan, che vedendo come Phil sia sposato a una bella donna bionda inizieranno a ricordare come nei fumetti esista un Phil Jones, sposato con la strega Arcanna 'Moonglow' Jones, membro dello Squadrone Supremo.

Formazione di eroi di una Terra parallela nota come Terra-S, lo Squadrone Supremo rappresenta la versione fuori controllo e cinica dei supereoi ‘tradizionali’ del mondo Marvel. A guidarli è Mark 'Hyperion' Milton, la cui divisa è rossa e gialla. Esattamente come gli unici colori visti negli episodi in bianco e nero, che subito abbiamo associato come un richiamo alla classica livrea di Iron Man. E se scoprissimo che Dottie in realtà è Arcanna? Potrebbero il rosso e il giallo esser un richiamo a Hyperion e alla formazione di Squadrone Supremo?

In Ora a colori compare anche la vicina Agnes, che abbiamo conosciuto in precedenza e che abbiamo già indicato come la strega Agatha Harkness. In questo episodio la vediamo chiacchierare, in un momento particolarmente teso, con Herb.

Come in precedenza, Agnes sfoggia il cameo che ci ha fatto ricollegare il suo personaggio alla citata strega marvelliana, ma in questa occasione non la vediamo in compagina dell’amato coniglietto Scratch. Nome interessante quello del coniglietto, che fa pensare a Nicholas Scratch, che nella dimensione fumettistica Marvel era nientemeno che figlio di Agatha Harkness.

Centrale in questo episodio la figura di un’altra vicina, Gerardine. È proprio lei che subito dopo l’insolito parto si lascia sfuggire una frase che sconvolge Wanda: Pietro è stato ucciso da Ultron. Il riferimento è ad Avengers: Age of Ultron, secondo capitolo della saga cinematografica dei Vendicatori, in cui lo scattante gemello di Wanda muore durante l’evacuazione di Sokovia.

Citando questo elemento particolarmente tragico, Gerardine scatena una reazione in Wanda, che perde la sua aria da casalinga e mostra una grinta tutt’altro che amichevole.  A farne le spese è Gerardine che vediamo comparire all’esterno dei confini dei Westview, dove viene recuperata dai soldati della S.W.O.R.D..

L’agenzia segreta nata come costola dello S.H.I.E.L.D. è una presenza costante in WandaVision, e la stessa Gerardine sfoggia una collana in cui compare una spada (sword, in inglese), che insospettisce Wanda. Questa occasione potrebbe finalmente portare alla rivelazione della vera identità di Gerardine, ossia Monica Rambeu, che abbiamo conosciuto bambina in Captain Marvel, e che nei fumetti Marvel ha rivestito il ruolo di Capitan Marvel, prima che questo venisse assunto da Carol Danvers.

La pubblicità è l’anima del commercio

Come ogni serie che si rispetti, anche WandaVision ha i suoi stacchi pubblicitari. Dopo aver presentato il tostapane di Stark (curioso, considerato che in alcune avventure Wanda appellasse Visione come toaster, ossia tostapane) e un orologio del rinomato marchio Strucker. In Ora a colori, viene reclamizzato il sapone rilassante Hydra Soak.

Ovviamente, il riferimento è all’Hydra, l’organizzazione segreta criminale che ha dato a Wanda e Pietro Maximoff i loro poteri, e che ha seminato non poca confusione nel MCU, culminata con gli eventi di Captain America: Winter Soldier.

Curioso come in tutti gli spot, siano sempre gli stessi due attori a dare vita ai personaggi delle reclame. Questi due volti potrebbero avere un significato particolare per Wanda, considerato come gran parte di questo mondo immaginario derivi dai suoi poteri. Tornando al linguaggio dello spot, è da notare come anche questo sia mirato a creare una sorta di lavaggio del cervello, in cui si sottende un senso di reclusione (‘Quando hai voglia di fuggire, senza però allontanarti’).

WandaVision: Ora a colori

L’attesa per WandaVision sembra avere premiato, considerato come il terzo episodio della serie confermi quanto questo particolare prodotto del Marvel Cinematic Universe sia una frizzante novità per questo variegato universo narrativo.

Il merito è soprattutto di  Jac Schaeffer , che ha scelto di affidarsi a una coraggiosa sperimentazione di metalinguaggio narrativo. Per trasmettere il senso di irreale nella vita di Wanda e Visione, Schaeffer ha deciso di giocare in modo ottimo con la storia stessa della serialità televisiva americana, adatta il passaggio dei diversi decenni delle sit-com con l’evoluzione della vita dei due Vendicatori. Ogni aspetto viene curato, con una particolare attenzione alla dinamica comica, che viene adattata non solo alla natura di WandaVision ma rispecchia anche il mutamento della comicità nel cammino delle sit-com americane.

Merito anche di Elizabeth Olsen e Paul Bettany, perfetti nell’interpretare non solo il loro ruolo autentico, ossia quello dei due Vendicatori, ma spettacolari nel modo in cui riescono a riprodurre l’espressività e le posture tipiche degli attori dei diversi periodi storici omaggiati. Se la Olsen con la sua bellezza semplice punta tutto sulla dolcezza e l’ingenuità, Bettany eccelle nella fluidità dei movimenti, gigioneggiando sullo schermo e accentuando deliziosamente il contrasto emotivo quando emerge la sua vera natura.

WandaVision è un gioco nel gioco, non è solamente una serie, ma un complesso meccanismo di rimandi e citazioni che esula dal contesto del Marvel Cinematic Universe per calarsi in un viaggio all’interno della storia dell’entertainment domestico americano.

Gli episodi precedenti

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