Vita futura: nel 2000 guerra o pace, un film Sci-Fi senza tempo

Ritenuto uno dei più importanti film di fantascienza Nel 2000 guerra o pace? profetizza le devastazioni dell'imminente Seconda Guerra Mondiale e anticipa una realtà dominata dalla tecnocrazia.

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a cura di Omar Serafini

Nota del curatore. Ogni storia è tutte le storie, i lettori di Retrocult questo dovrebbero saperlo ormai. È dicotomia, scontro, tensione, yin e yang; variazioni del classico Bene contro Male - ma ho sempre trovato più azzeccato Noi contro Loro.

Tutte le storie sono la stessa, quella di uomini seminudi, indifesi e spaventati che si raccolgono attorno a un falò e si raccontano ciò che è accaduto e ciò che hanno sognato, nella speranza di capire. Siamo sempre noi, che per definirci e comprenderci non possiamo fare a meno di un Altro in cui specchiarci.

Ecco, il film di cui ci parla oggi Omar Serafini è esemplare proprio di come l'Alterità sia tra gli strumenti principi per costruire una storia. Dividi l'Umano in due parti ben separate, crei un contesto estremo e vedi che succede. L'apporto della Fantascienza è sempre prezioso: serve per creare il contesto di crisi, ma anche e sopratutto a riflettere sul presente, sulle possibili conseguenze negative, su come potremmo fare per uscire vivi e incolumi dal futuro prossimo.

Valerio Porcu

Omar Serafini

Classe 1965, è laureato in Ingegneria Elettronica e in Scienze della Comunicazione, con una tesi sulla Storia e critica della filmografia di Godzilla del periodo Showa. Ha curato molti prodotti dedicati al genere kaiju eiga, e ha collaborato con Fantascienza.com, e Università dell'Insubria di Varese nell'ambito dei seminari Scienza & Fantascienza. Nel 2011 crea il podcast FantascientifiCast
 (Facebook – Twitter), già vincitore di diversi riconoscimenti. Potete seguire Omar su Twitter.

Nel 2000 guerra o pace? è una saga epica e unica per aspetto e portata, con una messinscena geniale, che rimane curiosamente poco popolare nei contenuti. Rappresenta inoltre l'opera più eccentrica nata dal tentativo del produttore Alexander Korda di rendere l'Inghilterra degli anni Trenta un polo di produzioni "di prestigio" da contrapporre a Hollywood.

È l'ultima parola di H.G. Wells (antologia delle opere più importanti) sull'umanità, ancora una volta divisa tra fazioni in lotta (progressisti e reazionari). E potrebbe rivelarsi la sua predizione più lucida...

Trama e ambientazione

La storia si svolge nell'arco di 100 anni. Semidistrutta da un conflitto mondiale, l'umanità è ridotta a vivere in uno stato semifeudale: alle rivalità si aggiungono la mancanza di fonti di energia e le malattie - spaventosa è la morte che cammina, una pestilenza che costringe chi colpisce a camminare in una condizione di incoscienza fino a che non sopraggiunge la morte. A Metropolia, Rudolph si è impadronito nel potere e intende combattere i rivali ripristinando gli aeroplani come macchine da guerra: a tal fine ordina al tecnico Gordon di darsi da fare.

Un giorno nella città atterra con un aereo John Cabal, uno scienziato sopravvissuto, che in nome della fratellanza universale e della legge dell'Unione Mondiale vuole porre fine al terrore e alle guerre. Il messaggio di pace non viene ascoltato, e la città subisce l'invasione da parte delle forze della Legge (oltre ad aeroplani e paracadutisti, viene impiegato un gas che provoca il sonno dei nemici).

Gli anni passano (il mondo del passato, regolato dalle stagioni, con le città dalle case con molte finestre e molti piani, è un ricordo che sopravvive soltanto in alcuni documentari) e la guerra sembra debellata ma i conflitti non sono estinti: da una parte ci sono scienziati che stanno organizzando una spedizione sulla Luna, dall'altra quelli che preferiscono una vita semplice, breve e felice ai rischi di nuove avventure.

Finiamola con il progresso! Facciamo in modo che questo sia l'ultimo giorno dell'era scientifica! - Theotocopulos

La scrittura di H.G. Wells, al cinema

La sceneggiatura è opera di H.G. Wells, che al tempo collaborò brevemente con il cinema: dello stesso è anche il copione della fantasticheria L'uomo dei miracoli. Ma mentre quest'ultimo assumeva un tono giocoso, Nel 2000 guerra o pace? è una solenne profezia che si muove tutta nel campo delle idee, non concedendo vita drammatica ad alcun personaggio, tranne forse al pomposo signore della guerra - più per merito dell'interprete (Ralph Richardson, Rollerball, Greystoke - La leggenda di Tarzan) che del testo.

Nonostante il tono freddo e serioso, il film resta ancora oggi ammirevole per l'estrema ambizione del suo proposito: tentare di predire quale sarebbe stato il destino dell'uomo nel corso del secolo successivo. Wells immagina con incredibile perspicacia una nuova guerra mondiale nel 1940, che però si protrae per trent'anni e lascia il mondo in totale rovina, con la società umana regredita allo stadio tribale. A risollevarla giunge una nuova classe di scienziati, i quali, in nome del progresso, curano le malattie e riuniscono le fazioni in guerra, costruiscono immense città sotterranee e infine (nel 2036) spediscono il primo razzo sulla Luna.

Grandiose scenografie e impianto solenne danno a questa pellicola il sapore di un'epopea che, passando in rassegna futuribili assetti sociali, poggia sulla dialettica tra civiltà e barbarie per ribadire la necessità del progresso scientifico. Per essere una grande produzione degli anni Trenta, il film è decisamente pessimistico; perfino sul finale, quando si è instaurata una nuova civiltà meritocratica che si appresta a esplorare l'universo, incombono la prospettiva del fallimento e la minaccia del sabotaggio da parte del futuristico agitatore luddista interpretato da Cedric Hardwicke.

Un film visionario e meritevole

L'orazione finale del film, O tutto l'universo oppure il nulla: che cosa succederà?, è uno dei discorsi più visionari nella storia del cinema di fantascienza, con la sua asserzione che il cosmo intero è alla nostra portata.

La pellicola è oggi ricordata soprattutto per i suoi effetti speciali e per le scenografie innovative, e sotto questo aspetto certamente non delude. Il regista William Cameron Menzies (Il Labirinto), brillante scenografo hollywoodiano celebrato per i suoi spettacolari orizzonti in Via col vento, ha creato un paesaggio di forte impatto visivo, amplificato a dismisura dalle appassionanti musiche di Arthur Bliss.

Fra le immagini più eloquenti spiccano la prima inquadratura di Metropolia (la città del futuro immaginata da Wells e da Menzies - memori forse delle visioni di Metropolis), è concepita secondo modelli funzionali, puri, neoclassici; un guazzabuglio di stili, l'esplosione del cinema, la macchina scavatrice e la città sotterranea, il "cannone spaziale" che spara razzi lunari come proiettili, e per finire l'accurata evocazione della guerra di lì a venire.

Pubblicazione in Italia

Il film era originariamente di 130 minuti, subito portato a 117 dalla censura britannica, con questa lunghezza e con il titolo Vita futura è uscito in Italia una prima volta, è poi stato successivamente rieditato con il titolo di Nel 2000 guerra o pace? in una versione di 80 minuti. La terza riedizione, fatta negli anni 70, ha potuto usufruire solo di quest'ultima versione mutilata.

Solo in tempi recenti è stata trasmessa una versione più lunga, reintitolata e ridoppiata del film. Le scene aggiunte riguardano l'inizio dove si vede il padre di John Cabal (sempre interpretato da Raymond Massey) che parla della follia della guerra e, successivamente una battaglia aerea tra lo stesso John e un pilota nemico; quando il secondo precipita, il primo atterra per cercare comunque di salvarlo dai gas venefici che stanno per invadere la zona.

Parlando dell'inutilità e della stupidità del conflitto, poi, Cabal è costretto a fuggire lasciandosi dietro il nemico-fratello morto. Curiosamente, negli USA fu distribuita una versione a colori: se ne occupò il maestro della stop-motion Ray Harryhausen (cui è dedicato un bellissimo cofanetto) per la Legend Films, che pubblicò il DVD agli inizi del 2007. Allo stesso romanzo di Wells si ispirerà, molto liberamente, anche il film Il pianeta ribelle (The Shape Of Things To Come, disponibile solo a prezzi da collezione) del 1979 per la regia di George McCowan.

Retrocult è la rubrica di Tom's Hardware dedicata alla Fantascienza e al Fantastico del passato. C'è un'opera precedente al 2010 che vorresti vedere in questa serie di articoli? Faccelo sapere nei commenti oppure scrivi a retrocult@tomshw.it.

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