Corre l’anno 2156 e nello spazio profondo oltre Marte i coloni di Vesta stanno per affrontare il momento più critico della loro storia. Non se la passa meglio il protagonista di questo librogame, il betatenente Niklas Chavallane, che fra missioni nello spazio profondo, enigmi da risolvere e sfide al cardiopalmo dovrà salvare la sua pelle e quella degli altri dipendenti della Divisione Spaziomineraria. Vesta Shutdown è un librogame scritto da Gabriele Simionato e pubblicato da Aristea che porta nelle case, con un paio di dadi e una matita, l’avventura emozionate e sul confine di mondi inesplorati e misteri spaziali della grande sci-fi. Nuovi mondi, la collana di cui fa parte Vesta Shutdown, è una serie ispirata ai classici libri gioco degli anni ottanta e novanta che ha saputo però svecchiarsi e rendersi moderna anche per il nuovo pubblico di lettori, giocatori e sognatori che leggono queste righe.
Questa review è assolutamente spoiler free, quindi buona e serena lettura!
Un libro game scritto come un romanzo.
Il primo e più grande pregio del lavoro fatto da Simionato è relativo alla scrittura. Incredibilmente (rispetto ad un classico librogame) Vesta Shutdown non solo è stato stampato senza refusi (segno di un eccellente lavoro di revisione) ed errori grammaticali (purtroppo altrimenti molto presenti nel mercato di giochi / giochi in scatola) ma è proprio scritto bene. I dialoghi sono credibili, le descrizioni accurate, alcuni passaggi chiave utilizzano il registro dell’ironia e in sostanza l’opera appare più simile ad un romanzo di SCI-FI pubblicato ad esemio da Urania più che ad un libro gioco. Aristea fa scelte editoriali molto appropriate: anche i libri scritti da Leccacorvi (Fra Tenebra ed Abisso) si distinguevano per la “bella scrittura”. Qui Simionato riesce in una impresa non comune per un libro gioco: rende il suo libro game veramente appassionante. Leggendolo non sarà inusuale desiderare di scoprire cosa accade al coraggioso betatenente, sempre ad un passo dal disastro.
Cinquecento paragrafi di avventure e sfide.
La lettura di Vesta Shutdown terrà occupati per molte ore, anche a causa della difficoltà a finire positivamente la storia. In una sola run sarà improbabile azzeccare le scelte più giuste e superare tutti i tranelli e le sfide presenti nel libro. Gli enigmi che dovrete affrontare non sono semplici e ricordano quelle presenti negli ottimi (ma datati) libri game della Fondazione (Isaac Asimov), qui arricchiti da nuove scelte di design. Spesso ci si troverà ad aggiungere e a togliere stanghette o crocette, che rappresentano carburante, tempo, energia, ossigeno o, in modo ancora più originale, a dare “sbirciatine”. L’impressione è che ogni scelta conti, seppure il libro sia meno “punitivo” di quanto si possa immaginare. Non esistono ad esempio finali improvvisi de la serie “la tua vite e la tua avventura finiscono qui”. È però vero che in molte sfide gli errori si accumulano a cascata rendendo impossibile terminare positivamente la storia. In una run ad esempio chi scrive si è trovato alla fine del “capitolo” senza ossigeno ed energia nella tuta spaziale EVA rendendo de facto impossibile proseguire nella storia (come giusto). Una brutta morte per il povero betatenente Niklas Chavallane.
Mortalità e frustrazione
Vesta Shutdown è ben bilanciato e rende la tensione tangibile. Generalmente il libro richiede una soglia attentiva alta, una buona memoria e occhio allenato a riconoscere dettagli utili per risolvere gli enigmi. Si basti pensare che ad un certo punto viene chiesto di ricordare un hangar in cui recarsi (è necessario leggere il medesimo paragrafo numerato). Vesta Shutdown non penalizza chi non ricorda il numero dell’hangar costringendolo invece ad un giro più lungo. Ovviamente la soddisfazione di andare a memoria e trovare il giusto paragrafo favorisce l’immersività nell’ambientazione.
Immersivo e complesso
Vesta Shutdown è in grado di far sentire chi lo legge perso nello spazio o a corto di carburante su un Basilisk. Al carismatico, un poco fanfarone e ironico Niklas (“la i è come…”), protagonista alter ego del lettore, ne capitano davvero di tutti i colori. Simionetti scrive nei ringraziamenti che sono stati i suoi capiturno a ispirare il personaggio. Se è vero vale la pena stare alla larga dal posto di lavoro dell’autore! Vesta Shutdown ha una storia interessante e ricca di colpi di scena e di indovinelli sempre molto chiari come istruzioni, a volte anche più difficili da risolvere di quello che ci si aspetterebbe (ad es. “Otromina”).
Un’esperienza intensa
In Vesta Shutdown non è consigliabile abbassare la guardia. Ogni paragrafo è ricco di elementi che potrebbero aiutare a fare le scelte giuste più avanti. Come detto gli errori si pagano solo quando si accumulano. Proprio per l’attenzione necessaria nella lettura non è consigliabile lasciare il libro a metà per più di qualche giorno. Dimenticarsi alcun aspetti della trama potrebbe rendere le sfide ancora più difficili da superare, generando frustrazione in chi è abituato a titoli meno intricati. Le sfide stesse seguono una buona progressione iniziando soft e facendosi sempre più complesse. La fortuna riveste un ruolo decisivo seppure non determinante nelle sfide, alternando lanci sulle tre caratteristiche “base” del personaggio: ingegneria, scienza e riflessi.
Punti esperienza al servizio dell’eroe
Arrivare in fondo al libro comporta l’acquisizione progressiva di punti esperienza (circa 20) che potranno essere da subito spesi per migliorare le caratteristiche di base. Se è vero che non emerge una caratteristica più importante della altre, vale la pena ricordare che statisticamente il 7 è il numero più probabile lanciando due dadi e che sarebbe opportuno avere (o raggiungere grazie ai punti esperienza) un valore di almeno 7 o 8 in tutte e tre le caratteristiche.
Oggetti inusuali
L’inventario contiene solo dieci oggetti, mentre quelli trovati lungo il cammino sono almeno il quadruplo. Se alcuni oggetti sono chiaramente fondamentali per molto altri, inusuali, il possibile utilizzo è davvero inimmaginabile. Mentre risulta facile ipotizzare che acqua e pastiglie energetiche potranno risultare utili, è stato difficile decidere cosa tenere e cosa sacrificare fra block-notes, spugne, foto, manopole, forcelle, minerali grezzi etc etc. Nello spazio le risorse sono molto limitate e tutto può essere sfruttato al meglio!
Estetica oltre che sostanza
Stampato in brossura e ben rilegato con colla a caldo nel tipico formato compatto da librogame o “classico Urania”, Vesta Shutdown ha una copertina flessibile ma satinata a grana media: avere fra le mani questo volume, esattamente come per gli altri titoli di Aristea, è davvero soddisfacente. Vesta Shutdown non sfigura fianco agli altri libri game classici, anzi la costa molto più sobria lo rende posizionabile anche su scaffali maggiormente “seri”. All’interno il carattere in cui è stampato il testo è ben leggibile. I disegni non sono numerosi purtroppo, ma quelli ci sono, sono molto belli. La copertina è accattivante, “adulta” e i colori sono perfetti per il design della serie “altri mondi”.
Librogame indicato per
Vesta Shutdown è un ottimo librogame per chi è appassionato di fantascienza. Non si tratta di un libro di semplice esecuzione e quindi sarà gradito soprattutto dagli adolescenti o dagli adulti. Aristea parla ad un pubblico ampio e le scelte editoriali rendono i loro prodotti dei “nuovi classici”.