Uno Sguardo nel Buio, della casa editrice tedesca Ulisses Spiele e pubblicato in Italia da La Compagnia delle Dodici Gemme, è un gioco di ruolo fantasy “carta e penna” giunto alla sua quinta edizione, oggetto di questa recensione.
Con quasi quarant’anni di vita alle spalle, Uno Sguardo nel Buio è il gioco di ruolo più amato e venduto in terra teutonica e negli anni ha saputo costruirsi un nutrito gruppo di appassionati anche qui da noi, grazie anche a un’ambientazione estremamente approfondita che si è evoluta ed è cresciuta nel tempo.
Uno Sguardo nel Buio, breve storia editoriale
Correva l’anno 1984 quando, in quel di Germania, la casa editrice Schmidt Spiele volle lanciare sul mercato nazionale un gioco di ruolo che potesse rivaleggiare con il capostipite di questo genere ludico: Dungeons & Dragons. Quel gioco di ruolo era proprio Uno Sguardo nel Buio (Das Schwarze Auge in lingua originale) e in pochissimo tempo riuscì a superare le vendite di D&D, divenendo di fatto il GdR preferito dagli appassionati tedeschi.
Nel 1986, Uno Sguardo nel Buio venne tradotto in italiano da Edizioni EL, casa editrice che era entrata nel cuore di tanti giovani grazie alle sue collane di librogame (tra cui spiccava il celebre Lupo Solitario). Il gioco uscì in un’edizione in scatola intitolata Uno Sguardo nel Buio – introduzione all'avventura fantastica, che conteneva il manuale delle regole e un manuale che forniva due avventure, una in solitario e una da affrontare in gruppo, con cui impratichirsi nel regolamento e iniziare a giocare fin da subito, oltre a un dado a venti facce, lo schermo del Master, le schede del personaggio e altre schede utili a giocare.
Il successo fu immediato anche in Italia, la scatola rossa di D&D era uscita da noi solo un anno prima e i ragazzi italiani cominciavano a muovere i primi passi nel mondo del gioco di ruolo, dividendosi sostanzialmente tra chi giocava a D&D e chi a Uno Sguardo nel Buio. Alla pubblicazione della scatola base, seguirono quindi sei moduli d’avventura, editi nel classico formato librogame, basate sulle prime e migliori avventure tedesche. Dato il grande successo ottenuto, Edizioni EL nel 1989 pubblicò Perfezionamento dell'avventura fantastica la versione avanzata del regolamento, realizzata nel 1985 in Germania, a cui seguirono solo altre due avventure, prima che l’avventura italiana di Uno Sguardo nel Buio terminasse.
Nel frattempo, però, in Germania il gioco era più florido che mai, tanto da giustificare una seconda e rinnovata edizione nel 1988 e una terza edizione, non molto dissimile dalla precedente, nel 1993. Fu su questa edizione che furono basati tre discutibili videogiochi che uscirono negli anni Novanta. Dopo la bancarotta della Schmidt Spiel nel 1997, la pubblicazione fu proseguita dalla Fantasy Productions e si dovrà attendere fino al 2001 perché la quarta edizione di Uno Sguardo nel Buio (la prima tradotta anche in inglese) veda la luce, apportando un notevole cambiamento a regolamento e creazione del personaggio.
Nel 2007, quindi, la Ulisses Spiele acquistò la licenza del gioco di ruolo cartaceo dalla Fantasy Productions e nel 2015, dopo uno sviluppo che ha coinvolto anche i fan attraverso sondaggi e forum dedicati, venne finalmente alla luce la quinta edizione di Uno Sguardo nel Buio, rilasciata nel 2016 in inglese e ora disponibile anche in italiano grazie a La Compagnia delle Dodici Gemme, dopo una campagna di crowdfunding di successo.
Uno Sguardo nel Buio, l’ambientazione
Come già accennato in apertura di articolo, l’ambientazione di Uno Sguardo nel Buio è il frutto di più di trent’anni di gioco ruolo. Si tratta di un classico mondo high fantasy dalle atmosfere tipiche del medioevo europeo, con un continente, Aventuria, su cui si muoveranno gli avventurieri impersonificati dai giocatori. E la storia di questo mondo si è evoluta ed è andata avanti con ogni pubblicazione lungo tutto il corso della vita di questo gioco di ruolo. Il risultato è un mondo autonomo fondamentalmente con una visione eurocentrica di regni e popolazioni, ma che può vantare anche grandi influenze islamico-mediorientali, finniche, nordiche, classiche e bizantine, fortemente caratterizzato e facilmente distinguibile dai mondi fantasy generati per altri giochi di ruolo.
Peccato, però, che di tutta questa ambientazione nel manuale della quinta edizione di Uno Sguardo nel Buio non vi è praticamente traccia, se non in una brevissima introduzione al gioco, alle sue atmosfere e ad Aventuria della lunghezza di non più di una decina di facciate. Ma non si tema, in tedesco e in inglese è già uscito l’Aventuria Almanac, che siamo certi uscirà ben presto anche in italiano, che promette di approfondire l’ambientazione in ogni suo dettaglio.
I personaggi
La creazione dei personaggi in Uno Sguardo nel Buio non prevede alcun lancio di dado, ma è tutto basato sulla spesa di alcuni punti per acquistare Attributi, Abilità, Talenti, Incantesimi e così via. L’ammontare dei punti che è possibile distribuire è dettato dal livello di esperienza della campagna che il Master vuole intavolare. Di base, il gioco prevede che i personaggi inizino come esperti.
Le razze disponibili tra cui scegliere sono quelle classiche dei giochi di ruolo high fantasy: umani, elfi, mezzelfi, e nani, ognuno con i suoi classici bonus e malus. Per ognuna di queste razze, poi, andrà scelto un ceppo culturale, che assegnerà ulteriori bonus ai personaggi. Tutte queste scelte avranno un costo in punti che dovrà essere pagato, sottraendoli dall’ammontare a disposizione.
Dopo aver distribuito punti tra i ben otto Attributi disponibili, saranno estremamente numerose le professioni che possibile scegliere per i propri personaggi, anch’esse acquistabili con i soliti punti, tra cui Bardo, Cortigiano, Gladiatore, Guardia, Guaritore, Cacciatore, Cavaliere, Mercenario, Mercante, Spia, Guerriero, vari tipi di Strega, Mago e Sarcedote e molte altre ancora. Quindi si dovrà spendere altri punti per scegliere tra una miriade di Vantaggi, Svantaggi e Abilità.
Infine, di dovranno calcolare i punteggi delle Tecniche di combattimento, scegliere e comprare le Abilità Speciali, calcolare le statistiche derivate e così via. Insomma, il processo di creazione del personaggio in Uno Sguardo nel Buio offre davvero una miriade di possibilità e il sistema a punti permette davvero di personalizzare il proprio alter ego come più si confà ai propri gusti, un po’ come accadeva con quel gioiellino del passato che era GURPS.
L’altra faccia della medaglia, però, è che proprio a causa della sua minuziosità, il sistema di creazione risulta estremamente lungo e complesso, sviluppandosi lungo ben quindici passaggi tutt’altro che leggeri e presupponendo che il giocatore si legga un più che corposo quantitativo di pagine, tra vantaggi, svantaggi, abilità e quant’altro. Non a caso, la scheda del personaggio occupa ben quattro pagine, che diventano cinque in caso si giochi una professione usufruitrice di magia.
Il regolamento
Il regolamento di base di Uno Sguardo nel Buio risulta essere non particolarmente complesso da apprendere e padroneggiare, ma piuttosto macchinoso nel suo utilizzo, vediamo insieme il perché.
Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, in Uno Sguardo nel Buio i personaggi sono caratterizzati da ben otto Attributi e da un cospicuo numero di Abilità. Ovviamente, come capita nella maggior parte dei giochi di ruolo, più alto sarà il punteggio in queste voci e più efficace sarà il personaggio in un dato campo.
Ogni Abilità, gruppo di Abilità e Incantesimo che il personaggio possiede dipende da tre Attributi. Per superare una determinata prova di abilità o per lanciare un incantesimo, il giocatore dovrà quindi tirare tre dadi a venti facce (3d20), uno per ciascuno di questi Attributi dichiarando anzitempo l’ordine della sequenza, e confrontare il risultato ottenuto con il valore dell’Attributo chiamato in causa. Perché la prova abbia esito positivo, tutti e tre i risultati di dado dovranno essere uguali o inferiori ai relativi Attributi. Va da sé che l’utilizzo di tre dadi di colore differente e stabilire una corrispondenza colore/attributo sarà piuttosto fondamentale per velocizzare, seppur in maniera minima, questa procedura.
Per fare un esempio, l’Abilità “Arrampicarsi” dipende dagli Attributi “Coraggio”, “Agilità” e “Forza”; perché un personaggio possa scalare con successo una parete rocciosa dovrà pertanto tirare 1d20 per ognuno degli Attributi summenzionati e ottenere un valore di dado uguale o inferiore al punteggio di ogni singolo Attributo.
Qualora uno o più dei dadi tirati non dovesse aver ottenuto un valore utile, la prova sarà fallita. Per fortuna, il giocatore potrà utilizzare l’ammontare del proprio punteggio nell’Abilità chiamata in causa per andare a modificare i valori ottenuti dai dadi, così da cercare di superare la prova.
Tornando all’esempio precedente, poniamo il caso che il personaggio abbia un punteggio nell’Abilità Arrampicarsi pari a 8 e pari a 12 in Coraggio, 14 un Agilità e 15 in Forza. Tirando i 3d20, il giocatore ottiene 10 sul dado per il Coraggio (tiro riuscito), 15 su quello per l’Agilità (fallito) e 17 su quello in Forza (fallito). La prova di Arrampicarsi sarebbe dunque fallita, ma il giocatore può spendere i punti del proprio valore di Abilità per correggere i risultati dei dadi falliti. Spende quindi un punto degli otto a disposizione per abbassare a 14 il valore del tiro su Agilità e due punti per abbassare a 15 il valore del tiro su Forza. In questo modo la prova sarà riuscita e il personaggio scalerà la rupe con successo.
Ovviamente, se i punti a disposizione non dovessero essere sufficienti a modificare opportunamente i valori ottenuti dai tre dadi, la prova sarà comunque fallita. In caso di successo, invece, l’ammontare di questi punti Abilità eventualmente non spesi una volta terminate le modifiche al tiro dei dadi, determinerà il grado di qualità di riuscita della prova stessa. Più saranno i punti non spesi, migliore sarà la qualità della prova. I punti Abilità si rigenerano a ogni nuova prova e non si dovrà quindi tenere il conto di quanti ne sono stati spesi e quanti ne rimangono tra una prova e l’altra.
A queste regole di base di fatto già macchinose, si aggiungono poi tutta una serie di altri fattori che andranno a complicare ulteriormente il tutto, come modificatori di difficoltà delle prove, l’uso dei Punti Fato, degli oggetti magici, le prove contrapposte, di gruppo e cumulative, le manovre di combattimento, oltre a ogni sorta di particolarità del personaggio, come vantaggi e svantaggi, abilità speciali e chi più ne ha, più ne metta.
Uno Sguardo nel Buio, i contenuti
Il manuale base di Uno Sguardo nel Buio è davvero corposo e fitto di informazioni, ma purtroppo si concentra quasi esclusivamente sull’esposizione del regolamento. La quasi totalità dei contenuti, infatti, presenta esclusivamente regole, razze, professioni vantaggi, svantaggi, equipaggiamento, opzioni per i personaggi e poteri vari da imparare o gestire.
All’ambientazione, come abbiamo avuto modo di vedere, viene dedicato uno spazio pressoché nullo e la stessa sorte spetta anche alla sezione di bestiario e di ausilio al Master. Sono solo una manciata, infatti, le creature e i mostri presenti nel manuale e il capitolo dedicato ai Master è davvero troppo essenziale per un gioco con questo grado di macchinosità.
Il manuale, inoltre, è ricco di riquadri che introducono regole opzionali per alleggerire o arricchire ulteriormente il sistema, per renderlo più affine al proprio stile di gioco.
Dal punto di vista editoriale
Editorialmente parlando, con Uno Sguardo nel Buio ci troviamo di fronte a un prodotto di altissimo livello. Un’ottima copertina rigida, rilega ben quattrocentoventi pagine di carta patinata dalla buona grammatura e dal buon livello artistico. La presenza di due segnalibri in raso è un valore aggiunto di indubbia utilità.
Le immagini sono di più che buona qualità e piuttosto evocative, sebbene non si discostino dall’impostazione tradizionale di questo tipo di manuali, e anche il layout grafico delle pagine è di alto livello e svolge magistralmente la propria funzione. Le immagini, nessuna delle quali a tutta pagina, non sono però presenti in quantità sufficiente a non far sentire il lettore sovrastato dalla mole di testo estremamente fitto e di tabelle.
Ottime la traduzione e la cura editoriale profuse nell’opera, non abbiamo infatti ravvisato errori di sorta e sono davvero pochissimi e trascurabili i refusi rilevati.
Conclusioni
Come abbiamo visto poc’anzi, il motore di gioco che guida Uno Sguardo nel Buio non è sicuramente domabile in tempi brevi, a causa di una forse eccessiva macchinosità, che lo rendono più facilmente assimilabile a giochi di ruolo come la terza edizione (e la 3.5) di Dungeons & Dragons o Pathfinder che ai giochi più moderni, che puntano verso un regolamento più snello, facilmente approcciabile e veloce nella risoluzione.
Il sistema basato sul lancio di 3d20 ha sicuramente dei pregi, come ad esempio quello di mitigare l’impatto eccessivo del fattore alea dovuto al lancio di un dado solo, così come la diminuzione delle probabilità di ottenere successi o fallimenti critici, in favore di risultati più nella media. D’altro canto, però, risulta essere decisamente lento al tavolo di gioco e richiede che tutti i giocatori sappiano padroneggiarlo e conoscano le innumerevoli opzioni che mette loro a disposizione. E davvero le opzioni a disposizione dei giocatori sono innumerevoli, cosa che consente una libertà di scelta e di personalizzazione davvero incredibile, anche se pesante da gestire.
Tirando le somme, Uno Sguardo nel Buio è un prodotto sicuramente valido e in grado di suscitare molta curiosità e che saprà ritagliarsi la sua grossa fetta di appassionati, sia vecchi che nuovi, soprattutto tra chi ama cimentarsi con regolamenti complessi e minuziosi. L’ambientazione di gioco è una delle più interessanti mai create ed è sicuramente un valore aggiunto del titolo, ma per ora purtroppo non è sufficientemente godibile e bisognerà attendere l’uscita del manuale a essa dedicato per poter giocare davvero a Uno Sguardo nel Buio con tutte le sue potenzialità.
Un gioco rivolto a…
Uno Sguardo nel Buio è un titolo che si rivolge prettamente a chi è cresciuto con la prima edizione italiana del titolo e a chi è alla ricerca di un sistema di gioco completo e curato in ogni dettaglio, pur con la sua complessità. La mole di informazioni da acquisire per poter iniziare a giocare lo rendono difficilmente approcciabile da chi muove i primi passi nel mondo dei giochi di ruolo e probabilmente poco invitante per chi si è ormai abituato a sistemi di gioco più snelli. Ciononostante, è un prodotto di sicuro valore che merita di essere provato per comprenderne al pieno le potenzialità.