Undiscovered Country: Unità, recensione del secondo volume della serie saldaPress
Undiscovered Country: Unità è il secondo capitolo della saga a fumetti di Snyder e Soule che ci guida alla scoperta di un'altra America.
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a cura di Manuel Enrico
In sintesi
Undiscovered Country: Unità è il secondo capitolo della saga a fumetti di Snyder e Soule che ci guida alla scoperta di un'altra America.
Il mondo dell’entertainment, in ogni sua forma, sembra essersi messo d’impegno nel volerci mostrare il vero volto dell’America. Dopo anni in cui è stata idealizzato e reso un modello a cui ambire, l’American Way ha perso parte questa immacolata aura di perfezione, venendo ritratto nella sua interezza, demolendo la patina di ipocrisia e lasciando emergere i suoi lati oscuri. Il mondo del cinema e della serialità, negli ultimi anni, ha seguito questa tendenza con produzioni come Mad Men, Them o Elegia americana, ma in letteratura e nel mondo dei comics queste influenze sociali erano presenti da lungo tempo. Una sinergia che nata sin dai tempi di Sulla strada trova ora degni eredi in opere a fumetti come Undiscovered Country, recente arrivato al suo secondo volume, Undiscovered Country: Unità.
Non è la prima volta che saldaPress amplia il suo già ricco catalogo con un fumetto che ci accompagna all’interno di una pittoresca disamina dell’autentico spirito americano. In Redneck, il tema dei vampiri diventa il nostro strumento di analisi della dimensione rurale degli States, mentre Manifest Destiny è una reinterpretazione di uno dei simboli dello spirito della frontiera in cui il paranormale diventa la lente sotto cui indagare le ipocrisie insite nella società americana. Ma si potrebbero citare anche Dreaming Eagles, American Monster e molti altri, una bibilioteca a fumetti dal forte contenuto sociale a cui si è unito anche Undiscovered Country.
Undiscovered Country: Unità, il lato oscuro dell'ingegno americano
Nomen omen, verrebbe da dire. L’idea di rendere gli States ancora un volto il nuovo mondo da scoprire è alla base della serie realizzata da Snyder e Soules, che immaginano un futuro un cui una malattia inarrestabile, lo Sky, sta decimando la popolazione mondiale. I blocchi politici in cui è divisa questa Terra del domani non sembrano in grado di fermare l’avanzata del morbo, almeno fino a quando la promessa di una cura da un paese considerato oramai perduto: gli Stati Uniti.
Avvolti dal mistero causato da un volontario isolamento avvenuto trent’anni prima, gli States improvvisamente diventano l’ultima speranza di una cura, che viene offerta dal dottor Samuel Elgin, apparentemente a capo degli Stati Uniti. Una spedizione viene subito inviata dal Vecchio Continente, ma l’arrivo sulle coste americane coinciderà con l’inizio di un viaggio alla scoperta di una realtà profondamente diversa da quella immaginata, in cui incubo e violenza sono solo alcune della manifestazione della nuova America.
Il primo capitolo di Undiscovered Country ci ha mostrato la zona Destino, uno dei blocchi geografici in cui sono ora divisi gli Stati Uniti. La prima incursione nel mondo di Soule e Snyder mirava alla creazione di una sorta di interpretazione religiosa dell’American Way, rifacendosi proprio a quella dimensione di ‘destino manifesto’ tanto caro alla mitologia sociale statunitense. Non a caso, i viaggiatori europei si confrontavano con una realtà survivalista in cui i grandi simboli del credo sociale attuale americano (da mega store ai veicoli status symbol) venivano declinati in modo quasi animista. La fuga da questa prima zona avveniva, non a caso, a bordo di un treno, che nella storia degli States è stato l’elemento trainante dell’evoluzione verso un’unità nazionale capace di vincere le incredibili distanze tra le sue diverse anime.
Gli States ritratti in Undiscovered Country non sono più uniti, ma sono divenuti un intreccio di zone differenti in cui vengono seguiti diversi scopi, miranti tutti a creare una nuova identità nazionale, seguendo le direttive della misteriosa organizzazione Aurora. Il primo volume di Uniscovered Country ci inseriva in modo drastico nella nuova America, focalizzandosi principalmente sulla definizione dei membri della squadra di esploratori, ma con Undiscovered Country:Unità abbiamo modo di scoprire qualche dettaglio in più sull’origine di questa nuova Unione, tramite dei flashback che ci riportano agli albori del progetto Aurora.
In questo senso, Undiscovered Country lascia emergere alcune delle asprezze del tessuto sociale americano contemporaneo. Negli extra del precedente volume, Destino, saldaPress aveva pubblicato una sorta di dichiarazione di intenti di Soule e Snyder, in cui i due autori raccontavano la genesi di Undiscovered Country, condividendo la loro visione degli States attuali e le loro ansie sul futuro della nazione. Undiscovered Country: Unità, nel raccontare gli eventi precedenti all’isolamento dell’Unione, mette a nudo le piccole ipocrisie e il modo non sempre trasparente con cui il potere gestisce gli affari nazionali. Le prime tensioni tra i rappresentati di quelle che diventeranno le tredici zone (rimando alle Tredici Colonie da cui nacquero gli Stati Uniti) sono mostrate in modo inequivocabile, forze divisorie che non colgono la portata di un progetto più ampio e finalizzato alla coesione e alla collaborazione.
Simbologia e costruzione sociale
La seconda zona in cui si trovano i viaggiatori del Vecchio Mondo è una rappresentazione della contemporeaneità, in cui tecnologia e innovazione sembrano aver tradito la promessa di progresso egalitario, ma anzi assumendo un tono di dominio mellifluo e infido. Ribattezzata Unità, questa seconda tappa del viaggio nella Spirale sembra illudere i protagonisti di avere trovato una zona progredita e vicina alle loro necessità. Occasione perfetta per Soule e Snyder per delineare una propria visione critica dell’attualità statunitense, in cui si ravvede il rovescio della medaglia dell’ingegno moderno. Se da una lato assistiamo a uno sfoggia dell’intraprendenza americana nel campo dello sviluppo tecnologico, dall’altro veniamo messi a confronto con il lato oscuro di questa anarchia hi-tech, che più che unire, soggioga.
Undiscovered Country si dimostra una lettura profonda, capace di omaggiare lo spirito critico della sci-fi. I tempi narrativi si concedono il giusto ritmo per approfondire i vari aspetti di questa trama ricca, cogliendo sfumature allegoriche che si rifanno alla tradizione letteraria americana, come dimostrato dalla balena bianca a difesa del cuore autentico di Unità, il rifugio della dottoressa Jain, la cui ossessione sembra echeggiare quella dell’Achab di Melville, nella sua sregolata vitalità.
D’altronde, i simboli sono importati in Undiscovered Country. Che si tratti del celebre chiodo dorato visto nel primo volume o dell’iPod che identifica la zona di Unità, leggere questo fumetto significa accettare un linguaggio metaforico e simbolico profondo. Simbologia che si spinge al ritrarre scorci caratteristici degli States, con opere architettoniche delle grandi metropoli americane, o dare fisionomie particolari ad alcuni personaggi, al punto da modellare l’ultimo presidente americano sulle fattezze di Clint Eastwood o conferire al professor Elgin del passato una spiccata somiglianza con Abraham Lincoln. Caratteristiche che possono essere poco percepite dal lettore occasionale, considerato come l’intento critico degli autori si basa sulla propria esperienza di cittadini americani, che inevitabilmente influisce sulla ratio dietro la definizione della trama della serie. Chi ha una conoscenza diretta e profonda delle dinamiche sociali e dei costumi statunitensi, ovviamente, avrà a disposizione una percezione più profonda di queste tensioni narrative.
La Spirale non lascia scampo
A vanto di Undiscovered Country, va riconosciuto il saper caratterizzare in modo impeccabile l’ambiente in cui si muovono i protagonisti. Undiscovered Country: Unità, sviluppandosi in nella zona di scienza e tecnica, viene presentata come una landa algida e fredda, dai tratti spigolosi e dalla cromaticità neutra, perfetta per sviluppare un gioco di contrasti visivi. Il nostro Giuseppe Camuncoli nuovamente dimostra una sensibilità artistica perfetta nel definire il mondo di Undiscovered Country, ma merita un plauso Leonardo Marcello Grassi, che lavorando sull’impressionante linguaggio visivo di Camuncoli finalizza le tavole assecondando l’anima asettica e lineare di Unità.
I colori di Matt Wilson, proprio per via di questa necessità di definire Unità come un ambiente logico, vengono messi a dura prova, costretti a intessere un difficile bilanciamento cromatico tra la freddezza della zona e la vitalità dei protagonisti. Una sinergia che ogni tanto mostra qualche sbavatura, creando una sensazione asincrona tra personaggi e sfondo.
Come per il precedente capitolo, anche per Undiscovered Country: Unità saldaPress realizza un volume di ottima fattura, arricchito da una serie di extra che sono la gioia di coloro che si interrogano sui segreti della lavorazione degli albi. Particolarmente gradevoli gli appunti di Camuncoli sui bozzetti di lavorazione dei personaggi, dove emergono non solo le diverse evoluzioni dei character ma anche le influenze e le ispirazioni che guidano l’inventiva del disegnatore italiano.
Undiscovered Country: Unità ribadisce l’ottima costruzione di un impianto narrativo avvincente, che appoggiandosi alla mitologia americana autentica cerca di raccontare l’altra America, spesso poco noto all’estero. E qui si torna al concetto di ‘terra inesplorata’ che offre il titolo alla serie, una nazione lontana dall’immagine attuale, o anche passata dal punto di vista dei protagonisti, verso una nuova identità, lasciando un solo dubbio: dove finisce il fumetto e dove inizia la verità?
Voto Recensione di Undiscovered Country: Unità
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- La continuity della trama si da sempre più interessante
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- Il simbolismo e l'allegoria di Soule e Snyder sono avvincenti
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- La definizione grafica di Unità è stupenda
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- Extra interessanti
Contro
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- Colori non sempre all'altezza
Commento
Undiscovered Country: Unità continua a raccontare l'America futura creata da Snyder e Soule, un viaggio nelle fragilità dell'America oggi proiettata nel domani. Un ritratto allegaorico dei vizi e delle illusioni di una nazione che spinge a riflettere