Kengo Hanazawa, apprezzatissimo autore di I Am a Hero (opera survival horror a tema zombie che sta per ritornare sugli scaffali in una nuova edizione), torna in Italia, sempre grazie a J-Pop, con Under Ninja 1, primo tankobon della sua nuova serie attualmente ancora in corso di pubblicazione e con all'attivo 7 tankobon.
Under Ninja 1 di Kengo Hanazawa, piccoli ninja di quartiere
Tutti i clan di guerrieri ninja sono stati ufficialmente smantellati alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Spie, ladri o incursori che fossero i ninja si sono mossi nell'ombra per secoli e se continuassero a farlo? Se i loro clan, ora società segrete, continuassero ad operare nell'ombra offrendo i loro servigi al miglior offerente non solo sul suolo nazionale ma anche nei teatri di guerra internazionali? Uno scenario sicuramente suggestivo perché i ninja "moderni" ammonterebbero a circa 200 mila unità: persone altamente addestrate che si mescolano, e nascondono, fra la popolazione civile in attesa di ordini e missioni.
Tuttavia non tutte le missioni hanno lo stesso grado di importanza, o pericolosità, e non tutti i 200 mila ninja giapponesi sono effettivamente attivi. Fra questi c'è Kuro Kumogakure, ninja diciassettenne indolente che non va a scuola né ha un lavoro. La tediosa vita di Kumogakure viene improvvisamente stravolta quando riceve finalmente degli ordini: infiltrarsi in una scuola superiore. Una missione apparentemente semplice, d'altronde ha anche l'età giusta, se non fosse che dovrà iscriversi con un falso nome e dovrà attendere fino a lunedì per entrare in missione.
Sfruttando i suoi pittoreschi vicini, Kumogakure riesce ad iscriversi e a sgranchirsi le gambe dimostrando ancora le sue notevoli capacità acrobatiche e di camuffamento. Tutto sembra procedere per il meglio se non fosse che nel suo quartiere arriva un misterioso gaijin (uno straniero) intenzionato a diventare un ninja a qualsiasi costo.
Come se non bastasse lo stesso Kumogakure è stato dotato di una speciale uniforme che viene consegnata solo ai ninja che compiono missioni in territori di guerra. Cosa sta per succedere in Giappone? Ma soprattutto la missione di Kumogakure è davvero solo quella di infiltrarsi in una scuola superiore?
Under Ninja 1 di Kengo Hanazawa, ninja survive
Con gli improvvisi cambi di tono, gli improbabili spaccati slice of life e uno sfondo delle vicende più robusto e realistico di quello che si vuole forse lasciare intendere, Under Ninja 1 è sicuramente un inizio intrigante seppur decisamente criptico. Il plot si muove lentamente serpeggiando e lasciando intendere al lettore che il payoff del racconto non vuole essere immediato in nessuna delle direzioni in cui viene intessuta una trama che bizzarramente mischia qualcosa di spiccatamente e tradizionalmente nipponico con un sotto testo internazionale e ad ampio respiro.
Ci troviamo decisamente di fronte ad un seinen che pur mischiando componenti da racconto thriller e da spy story mette quasi immediatamente al centro dell'attenzione del lettore l'insolito protagonista Kuro Kumogakure. E attorno a lui infatti che il sensei Hanazawa inizia a costruire in maniera poco ortodossa un plot che è puntellato su una serie di personaggi che rappresentano una umanità che vive situazioni surreali, imbarazzanti e talvolta comiche. Cosa si cela dietro questo mondo nevrotico e individualista? È qui che la componente da spy story entra prepotentemente in ballo, come nella miglior tradizione letteraria, per rompere questi bizzarri equilibri.
Seppure le più classiche, e generiche, spie occidentali vengono qui sostituite dalla figure del ninja, con tutte le implicazioni folkloristiche del caso, il sensei Hanazawa chiude questo primo tankobon facendo subito capire che la missione di Kumogakure è così semplice da non essere effettivamente quello che sembra tant'è che il brusco cambio di scenario, nelle sequenze finali, catapulta il lettore in scenari di guerra e forse di guerriglia urbana. In Under Ninja 1 è evidentemente come tutte le parti della trama, così come i personaggi, alcuni appena abbozzati, puntino ad incastrarsi in mosaico complesso i cui pochi dettagli non riesco, anzi non vogliono, fornire l'immagine complessiva (e finale). Rimane il fatto che si tratti di una lettura intrigante, coinvolgente nella sua stranezza a patto che il lettore sia pronto ad imbarcarsi in un racconto più intricato di quello che queste premesse vogliono far credere.
Dal punto grafico lo stile del sensei Hanazawa è ormai riconoscibilissimo. Un realismo del tratto caratterizzato dall'ampio utilizzo di retini (che aiutano inevitabilmente anche nei panneggi) e da una particolare attenzione alla espressività dei personaggi ottenuta da un lato con linee lunghe e continue e dall'altro con una predilezione per le inquadrature ravvicinate, primi piani e mezzo busti che esaltano la componente "domestica" di questo incipit. Sempre a proposito delle inquadrature tornano, seppur per il momento in maniera più parsimoniosa, le distorsioni grandangolari tipiche del sensei che non aumentano il senso di straniamento in alcune sequenze (come quella del salvataggio della carta igienica) ma sottolineano anche il contrasto fra l'assopita quotidianità e l'eccezionalità dei ninja e delle loro abilità. Infine da segnalare anche la costruzione della tavola sempre molto spaziosa: il sensei predilige l'utilizzo di 2/3 ampi riquadri orizzontali e raramente supera i 5 riquadri anche quando la tavola diventa più ortodossa per esigenze narrative.
Il volume
J-Pop propone Under Ninja 1 nel classico formato tankobon 12.5x18 cm con sovraccoperta. Dal punto di vista carto-tecnico non vi è nulla da segnalare: la grafica del tankobon così come l'edizione sono essenziali. La carta utilizzata è usomano, molto porosa ma bianca e dalla discreta grammatura che permette una ottima resa delle tavole del sensei. Dal punto di vista editoriale non vi sono contenuti aggiuntivi ma va segnalata la presenza di pagine a colori ad inizio tankobon e di note esplicative che approfondiscono il lessico legato alle gerarchie ninja. Scorrevole sia la traduzione che l'adattamento.