Cercate un gioco da tavolo che vi permetta di salvare l'umanità da una invasione aliena di dimensioni cosmiche? Under Falling Skies, creato da Tomas Uhlir e distribuito in Italia da Cranio Creations, è un gioco di piazzamento dadi da affrontare esclusivamente in solitario, che permetterà di intavolare partite della durata di circa 30 minuti. Assumendo il ruolo di un generico centro di resistenza e risposta ad un'invasione aliena chiaramente ispirata a Space invaders, saremo chiamati a prendere decisioni difficili e intessere una rete di mosse e valutazioni che impediscano alla città sotto la nostra protezione di essere cancellata.
I Materiali
Come di consueto, prima di entrare nel dettaglio di Under Falling Skies diamo una rapida occhiata alle componenti che costituiscono il prodotto.La scatola si presenta piuttosto compatta ma, alla stesso tempo, decisamente pesante, segno che ben lascia sperare sul contenuto.Aprendo il contenitore la prima cosa che avremo sotto gli occhi è il regolamento; da segnalare che questo è girato in modo da darci subito un'importante informazione: non tirare fuori tutto ma limitarci solo quanto necessario per provare la versione base del gioco.Passando alle regole possiamo dire che sono esposte in maniera veramente chiara e permettono di assimilare il funzionamento del gioco fin dalla prima lettura. A seguire troviamo i dadi (sette in totale, divisi in tre colori diversi): nulla da dire al riguardo, in legno, fanno quello che devono.Molto piacevoli sono invece i segnalini in plastica che rappresentano le astronavi aliene: anche qui divisi in tre colori, sono veramente ben fatti e , sebbene nulla abbiano a spartire con il videogame di riferimento, riescono in qualche modo a trasmettere il mood ad esso legato.Abbiamo infine un token Escavatore e tre diversi segnalini: anche qui nulla da dire fanno il loro lavoro e nulla più (tranne quello Escavatore, sagomato a dovere).Passando agli elementi cartonati, vera propria parte dominante del prodotto, non possiamo che dirci soddisfatti: indipendentemente dalla parte presa in esame la qualità è decisamente buona.
Anche gli aspetti meccanici sono ben curati e facilmente leggibili o individuabili.Le componenti legate alla campagna sono divise, in funzione del capitolo di appartenenza, in quattro distinti gruppi. Una piccola attenzione che non possiamo che apprezzare. Inoltre a ciascuno di questi mini-blocchi è affiancato un foglio che da una parte riporta un breve fumetto (una sorta di trailer di quello che avverrà nel capitolo abbinato) e dall’altra le regole speciali da applicare (entreremo nel dettaglio più avanti).Facciamo presente fin da subito che praticamente tutti gli elementi di gioco sono double face: la facciata utilizzata influenzerà la difficoltà del gioco (anche qui entreremo nel dettaglio più avanti)È inoltre presente un piccolo blocco di schede (5 fogli) dove potremo prendere nota dell’andamento delle Campagne in corso.Chiudiamo con l’unica nota dolente: i sacchetti ziplock. In quantità inferiore a quanto realmente necessario, sono di qualità veramente bassa (al punto di rompersi al primo uso).
Setup
Preparare una partita di Under Falling Skies è un veramente facile e veloce: dopo una prima defustellatura del materiale, pochi minuti separano l’apertura della scatola dall’avvio della partita.Di fatto dovremo semplicemente comporre la plancia di gioco (valutando eventualmente quale facciata usare), porre la città scelta alla base della stessa e, più sotto, le due plance sotterranei indicate dalla città stessa.Oltre a questo dovremo poi porre la tessera Nave Madre in cima a tutto e, su di essa, le astronavi aliene.Presi i dadi saremo pronti a cominciare.Qualora giocassimo in modalità campagna, a quanto detto andranno aggiunti alcuni passaggi che varieranno in funzione dello scenario affrontato (ma anche qui il tempo necessario sarà veramente poco).
Affrontare gli alieni
Andiamo ora a vedere come si gioca ad Under Falling Skies, ma prima, per aver ben chiaro tutto, sarà necessario dire cosa dovremo fare per vincere, e cosa invece ci porterà alla sconfitta.Per il primo aspetto è presto detto: sul bordo sinistro della plancia di gioco è presente un tracciato verde. Rappresenta la nostra capacità di comprensione degli alieni e lo sviluppo di un sistema (tattica o arma della fine del mondo che sia) in grado di sconfiggere l’Astronave Madre e, con essa, porre fine all’attacco: spostando il relativo contatore sull'ultima casella avremo la vittoria in tasca. Più avanti vi spiegheremo come, ma vi anticipiamo che sarà meno facile di quanto si possa pensare.Quanto alle condizioni di sconfitta, Under Falling Skies ne riconosce due. La prima è legata alla discesa della già citata Nave Madre: se dovesse avvicinarsi troppo alla Terra decreterà la fine dei giochi.La seconda condizione è invece legata ai “caccia” alieni: ogni volta che uno di essi raggiungerà il punto più basso del percorso infliggerà dei danni alla città che stiamo difendendo. Troppi danni subiti e non avremo più una città da difendere: fine dei giochi.
Per capire il funzionamento di Under Falling Skies sarà necessario fare una duplice divisione: una fisica e una del flusso di gioco. Partiamo da quella fisica.Nella parte superiore dello spazio di gioco avremo la zona di movimento delle navi aliene. Lungo il percorso saranno presenti effetti di vario genere che si attiveranno ogni volta che uno dei nostri avversari terminerà il proprio movimento sopra uno di essi.I più comuni permetteranno agli omini verdi (che poi tali non sono) di spostarsi su un’altra colonna, altri aumentano la velocità di discesa della Nave Madre.Altri ancora, se sfruttati a dovere, permetteranno di distruggere un invasore.Abbastanza intuitivamente molta della tattica del gioco si baserà proprio sul gestire i movimenti delle navi aliene, cercando di attivare gli effetti a noi più utili (o meno fastidiosi) e fare in modo di distruggerne il più possibile prima che arrivino a danneggiarci.
Qui andremo ad attivare le stanze selezionate, nell’ordine che preferiremo.Under Falling Skies riconosce diversi, e numerosi, tipi di “luoghi”. Andiamo a vederli.
- Escavatore: sebbene non sia, tecnicamente, una Stanza, sarà fondamentale per ampliare le nostre opzioni. Ponendo, in funzione del valore, un dado davanti ad esso, il nostro Escavatore avanzerà e renderà disponibili nuove Stanze.
- Cannoni antiaerei: nonostante il nome non serviranno ad abbattere le navi aliene ma, bensì, a rallentarne la discesa. Mossa fondamentale per gestirne i movimenti e, di conseguenza, gli effetti della plancia.
- Generatori: come suggerisce il nome andranno a produrre energia, risorsa fondamentale per poter utilizzare alcune Stanze (generalmente le più performanti); ad esempio senza energia non potremo usare l’Escavatore.
- I caccia: i veri e propri “abbatti-alieni”. L’unico modo a nostra disposizione per fare pulizia dei cieli. Sono purtroppo legati ad alcuni paletti. Il primo è che la nave da abbattere dovrà essere su alcune specifiche caselle della plancia (cosa che rende fondamentale usare con intelligenza i cannoni antiaerei). Il secondo è che il dado utilizzato dovrà avere un valore uguale o superiore al numero presente sulla suddetta casella.
- Le stanze della ricerca: l’unico modo per poter far avanzare il tracciato della ricerca e, quindi, sconfiggere la Nave Madre.
- Fabbrica dei robot: l’unico modo per portare in gioco i dadi blu. Questi potranno essere messi su una stanza a piacimento, ma ad ogni turno in cui la attiveremo il valore del dado blu calerà di un punto.
A complicare ulteriormente le cose, oltre alla regola di un dado per colonna, alcune stanze richiederanno un “pagamento” (il dado usato avrà un valore inferiore e quindi sarà meno efficace), altre saranno doppie (o triple) e dovranno essere riempite del tutto per essere attivate.Ancora, il percorso del tracciato della ricerca non sarà lineare ma avanzerà a “gradini irregolari”. Per poter avanzare di un passo dovremo ricevere da una stanza sufficienti punti ricerca (e, nelle fasi terminali della corsa, potremmo aver bisogno anche di 11 o persino 12 punti per avanzare di uno spazio)
L’ultima porzione di ogni turno, la Fase Nave Madre, consiste nel far scendere di una casella l'ammiraglia aliena.Così facendo si andranno ad attivare alcuni effetti presenti sulla parte destra della plancia di gioco.Questi saranno sempre negativi e contribuiranno a rendere ancora più difficile la battaglia in corso.Ad esempio potremo essere costretti a far retrocedere il nostro Escavatore, perder punti Ricerca o mettere ulteriori astronavi aliene sul tabellone.Anche qui è abbastanza intuitivo capire che la corretta gestione di questi effetti sarà fondamentale per evitare di trasformare una combattuta battaglia per la vittoria in una disastrosa sconfitta.
La campagna e le varianti
Ad affiancare il gioco base abbiamo inoltre una campagna in quattro atti, il cui materiale è diviso in altrettanti “blocchetti”Per ogni atto dovremo giocare due partite (che possono arrivare a quattro dato che, in caso di sconfitta, dovremo giocare la rivincita).In linea di massima le procedure e il sistema di gioco non cambieranno molto ma, come è ovvio che sia, saranno presenti alcune differenze.Per ogni atto avremo a disposizione uno dei diversi Personaggi Speciali disponibili. Ciascuno è caratterizzato da un’abilità monouso (presente in versione standard e potenziata).Ad esempio, nel primo capitolo dell’avventura avremo modo di usare il generale Moss, la reporter Samantha Legrand, il pilota Clinton Harper e il meccanico Lucia Ortego.
Inoltre, sempre ad ogni atto, saranno disponibili città diverse. Anche in questo caso ognuna fornirà un bonus specifico che, come per i Personaggi, sarà presente in due versioni.Riprendendo l’esempio di cui sopra, nel primo atto avremo a disposizione Montreal, Città del Messico, L’Avana e Rio de Janeiro.Ma le differenze non finiscono qui: per ogni capitolo della campagna ci saranno diverse regole speciali, atte a rispecchiare l’andamento della storia narrata nei fumetti, che contribuiranno a rendere tutto più variegato.Ancora: alcuni capitoli forniscono plance Sotterraneo e/o Cielo aggiuntive.Da regolamento gli abbinamenti Personaggio-Città-Regola Speciale dovrebbero essere casuali (anche se nulla vieta di scegliere in base al gusto personale o all’estro del momento)Facendo un esempio: all’avvio della campagna, a seguito della “pesca” effettuata, vestiremo i panni del Generale Moss, chiamato a coordinare le difese della città di Montreal, sottostando alla regola speciale “Evacuazione”.
Inoltre, come già accennato, ogni elemento cartonato presenta due facciate con effetti diversi; in base a cosa sceglieremo andremo ad influenzare il livello di difficoltà della partita.Il gioco, nella sua “conformazione base” parte con un livello di difficoltà definito zero (che, credeteci, è già decisamente sfidante).Per aumentarlo dovremo semplicemente girare una o più delle plance di gioco: per ogni cambiamento attuato la difficoltà salirà di un punto.In maniera simile, ma andando in direzione opposta, le schede dei personaggi e delle città potranno essere utilizzati nel forma base o sfruttati in quella potenziata.Sarà la combinazione di queste scelte a determinare la complessità finale della partita.
Nell'esempio della combinazione Generale-Montreal, volendo giocare rilassati ma non troppo potremmo usare le due capacità concesse in forma potenziata (in questo caso il generale influenza tre dadi, mentre Montreal conferisce un bonus aggiuntivo di +1) e decidere di girare solo una delle plance cielo.Ovviamente nulla vieta (anzi il gioco lo consiglia espressamente) di usare gli elementi che preferiamo nelle combinazioni che più ci piacciono, così da dare vita a versioni personalizzate delle battaglie.
Considerazioni
Sebbene Under Falling Skies sia, all’apparenza, un gioco piuttosto semplice, sono diversi gli aspetti da valutare.
Il primo è senza alcun dubbio l’impatto della casualità sull’andamento della partita. E questo, ci crediate o no, è decisamente molto più limitato di quanto si possa pensare. La combinazione data dalle Tre Grandi Decisioni (decidere quando usare i dadi bianchi, decidere dove disporre ogni dado, e decidere l'ordine di attivazione delle stanze) pur non cancellando del tutto l'aleatorietà ne limita talmente tanto il peso che sarà veramente difficile trovarsi a dire di essere inermi vittime del caso.A questo si collega, più di quanto si creda, l'effetto dei simboli disposti sulla plancia: sapere gestire gli spostamenti delle navi aliene e, con essi, gli effetti che verranno attivati sarà una delle principali sfide del gioco: già alla prima partita sarà automatico cominciare a pensare a come usare i dadi in modo da rendere quanto più proficua ogni decisione.Passiamo quindi ad un aspetto che, trattandosi di un solitario, potrebbe avere (forse) una minor importanza: la durata delle partite. E qui tutto sommato possiamo dire che la stima ufficiale di trenta minuti poco si scosta da quanto effettivamente richiesto. Certo talvolta, presi dal ponderare le varie possibilità, potremmo sforare di qualcosa, ma difficilmente andremo oltre i quarantacinque minuti.
Altro elemento da considerare è la rigiocabilità. E anche qui Under Falling Skies viene promosso a pieni voti. Tra partite in modalità “base” e campagna, combinazioni città/personaggi/regole speciali, la difficoltà modulabile e quel pizzico di casualità che non guasta, questo gioco riesce a risultare sempre nuovo e sfidante.Chiudiamo con quello che forse è, a colpo d’occhio, l’elemento caratteristico di questo gioco: la tematica. Anche qui, fatecelo dire, Under Falling Skies centra in pieno l’obiettivo. E lo fa su due distinti livelli. Il primo, manco a dirsi, è ovviamente l’invasione aliena, la resistenza a tutti costi e il dover prendere difficili decisioni. Credeteci quando vi diciamo che fin dai primissimi turni vi sentirete immersi nella famosa “stanza dei bottoni” e proverete la tensione di ponderare pro e contro di ogni scelta.Il secondo livello, reso immediato dalle scelte grafiche, è quello di voler riprendere un grande classico del passato della cultura pop e riproporlo in una nuova chiave. Fatte le dovute distinzioni, e ammesso di aver giocato a Space Invaders, sarà quasi come rimettersi davanti a un vecchio cabinato per “salvare il mondo”.
Gioco indicato per
Se dovessimo limitarci alla meccanica alla base, il piazzamento dadi, potremmo consigliare questo gioco praticamente a chiunque. Nella realtà, già alla prima partita, sarà chiaro che abbiamo qui davanti qualcosa che saprà risultare sfidante (anche molto): sarà spesso (ovvero sempre) necessario saper ponderare con attenzione le opzioni a nostra disposizione, talvolta scendendo a patti con il “meno peggio”. Non solo, dovremo anche valutare come gli effetti della plancia influenzeranno l’andamento della partita e trovare il modo di sfruttare queste “intromissioni” nel modo più proficuo possibile. Insomma, qui il vero spartiacque è la difficoltà del gioco: affrontando Under Falling Skies dovremo accettare il fatto che sarà più probabile uscirne sconfitti che vincitori (specie alzando la difficoltà).
Da ultimo, ma è implicito nella natura stessa del gioco, questo prodotto è espressamente indicato per coloro che amano affrontare una sfida in solitario dato che non è prevista alcuna modalità multigiocatore.
Conclusione
Under Falling Skies ci ha soddisfatto praticamente sotto ogni punto di vista. Abbiamo qui un gioco veramente ben fatto, che non mancherà di appagare anche i più esigenti.Le meccaniche veramente semplici sono messe al servizio di un gioco che permette di sviluppare delle elaborate tattiche.Tuttavia la semplicità alla base di tutto non deve ingannare: sarà sempre necessario valutare con attenzione le opzioni a nostra disposizione e avere ben chiaro che anche un solo passo falso potrebbe avere pesanti ripercussioni sull'andamento della partita.
La redazione assegna a Under Falling Skies nella sua versione localizzata da Cranio Creations il Cultura Pop Award poiché si è dimostrato un prodotto di primissimo livello nel suo campo, in grado di coinvolgere e entusiasmare gli amanti del genere.Un gioco dalle meccaniche estremamente semplici che tuttavia riesce a essere sempre diverso e sfidante: tutte caratteristiche che lo rendono un prodotto che può “restare sul tavolo” a lungo senza mai stancare e che non dovrebbe mancare nella collezione di un appassionato.