Ultramega Volume 2, recensione: il ritorno degli eroi contro i kaiju
Ultramega Volume 2: il regno dei kaiju dovrà affrontare il ritorno degli Ultramega!
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a cura di Manuel Enrico
In sintesi
Ultramega Volume 2: il regno dei kaiju dovrà affrontare il ritorno degli Ultramega!
Che Ultramega fosse un fumetto dalla forte personalità è stata lampante sin da subito. L’avventura a base di Kaiju e combattimenti all’ultimo sangue ideata da James Harren per Skybound non ha certo faticato ad attirare consensi presso i lettori, colpiti di prim’acchito dalla dinamica espressività del tratto del disegnatore americano. Una verve narrativa che in Italia possiamo apprezzare grazie a saldaPress, che ha inserito Ultramega all’interno della sua Collana Skybound, che durante i giorni della scorsa edizione di Lucca Comics & Games si era presentata proprio con il primo numero di Ultramega. Esordio che mi aveva letteralmente stregato, per questa sua particolare sinergia tra strizzatina d’occhio all’immortale fascino dei mostri tipici dei tokusatsu e un’operazione world building abbozzata ma già promettente. Con l’uscita di Ultramega Volume 2, le aspettative erano quindi ancora più alte e, spoiler, sono state ampiamente soddisfatte.
Dalla lettura di Ultramega Volume 1 si usciva con la sensazione che James Harren avesse fatto propria il lessico tipico della narrativa a base di kaiju, assorbendola nel proprio mondo e dandole nuova forma. Per quanto oramai divenuta una presenza familiare nel mondo della cultura pop, la figura del kaiju negli ultimi anni è stata rivisitata e resa più profonda, dai grandi classici come Godzilla, sia al cinema che in fumetti come lo spettacolare Godzilla: La Guerra dei Cinquant’anni, che in opere derivative come Pacific Rim. Harren ha trovato una propria dimensione che ha unito il mito del mostro titanico alla fascinazione di tokusatsu, trovando però una nuova chiave narrativa, lievemente abbozzata nel primo arco narrativo contenuto in Ultramega Volume 1 (che comprendeva i primi quattro numeri dell’edizione americana).
Ultramega Volume 2: il mito degli Ultramega torna a vivere!
Fortuna ha voluto che saldaPress racchiudesse in Ultramega Volume 1 l’incipit di questa saga, che ne è al contempo genesi e apocalisse. Gli Ultramega sono l’ultima difesa dell’umanità contro l’avanzata di una letale pestilenza, il Virus Cosmico. Questo morbo di origine ignota si sta lentamente diffondendo tra la popolazione, trasformando coloro che ne vengono infettati in letali kaiju. Gli unici in grado di sconfiggere questi mostri sono tre uomini, che hanno ricevuto da un’entità cosmica il potere di trasformarsi in umanoidi giganteschi, proprio per fermare questa minaccia. Curiosamente, la scelta dell’alieno ricade su tre uomini tutt’altro che eroici, schivi e complessati, che nonostante tutto accolgono la chiamata.
Come fatto da un ex pugile dal passato tormentato, Jason, che pur di difendere la sua nuova famiglia, composta dalla seconda moglie del piccolo Noah, decide di accettare la chiamata, divenendo uno degli Ultramega. Durante uno scontro con un mastodontico kajiu, Jason si ritrova ad affrontare la conseguenza dei propri errori, scoprendo che questo mostro altri non è che suo figlio, partorito dalla prima moglie, che Jason aveva abbandonato quando aveva scoperto che era afflitta dal Virus Cosmico. Una resa dei conti in famiglia che porta alla morte di Jason e al crollo del mondo civile, oramai privo dei suoi difensori.
Questa assenza porta alla convinzione che servano altri modi per arginare l’eventuale ritorno di kajiu, e abbandonata la fede negli ultramega si inizia la costruzione di possenti mech da battaglia. Per contenere la diffusione del Virus Cosmico, ancora presente, coloro che vengono etichettati come portatori del morbo sono esiliati al di fuori di gigantesche mura, condannandoli a una vita nelle lande desolate. Scelta che frammenta ulteriormente la società, al punto che vediamo sorgere di piccole enclavi di umani disperati porta al fiorire di bande violente che spadroneggiano sui deboli, come il Kaiju Klan, banda di adoratori dei giganteschi mostri, che vessa e opprime, utilizzando potere e armi. Ad opporsi a loro è il giovane Noah, che onora la memoria degli Ultramega lottando contro questi criminali, una missione che svolta inizialmente tramite il controllo a distanza di piccoli robot, diventa la sua condanna quando viene tradito da persone a lui vicine, che lo consegnano al Kaiju Klan per divenire un lottatore all’interno del Colosseo.
Ma la grinta da guerriero di Noah troverà davvero la sua fine in questa grottesca, sanguinosa allegoria?
Un nuovo mondo necessita di un nuovo eroe
Nonostante l’incredibilità vitalità delle tavole di combattimenti, sarebbe un torto mancare di riconoscere a Harren il merito di avere dato vita a una complessa dinamica sociale, in cui la figura dei kaiju e degli Ultramega rivestono un ruolo focale. Innegabile che l’assenza dei protettori dell’umanità abbia dato vita a un culto dei mostri, come già recepito tramite la presenza del Kaiju Klan, consentendo a questi esseri di trasformarsi in una casta dominante caratterizzata da compiacenza e egocentrismo, vizi che li hanno fiaccati e resi dei tiranni edonisti. Non è un caso che la Madre, colei che ha generato il kaiju che ha ucciso l’ultimo Ultramega, si sia separata da questa sua genia in segno di disprezzo, nonostante l’impegno del figlio a creare un culto che mantenga vivo il mito dei grandi Kaiju.
Ultramega Volume 2, nella sua prima parte (Il Colosseo dei Kaiju) vive su questa definizione culturale, che vede il giovane Noah affrontare la realtà. Se la società dei kaiju cerca di costruire una sorta di teocrazie mitizzando gli scontri con gli Ultramega tramite la sanguinosa farsa del colosseo, Noah si ritrova a dover affrontare nuovamente la decadenza umana, rappresentata da codardia e meschinità. Con lucidità, Harren struttura la crescita dell’eroe della sua storia con una mirabile alternanza di ironia, anche visiva nell’uso di certe espressioni facciali mutuate dal contesto manga, alla esplosiva rivelazione di una mitologia cosmica della figura degli Ultramega.
Una profondità narrativa che arriva in seconda battuta, preceduta dalla ipercineticità del tratto di Harren, spettacolare nella sua rapidità asservita alla furia dei personaggi, volutamente grottesco nel dare vita al body horror tipico dei kajiu e, in un passaggio, al limite del gore più sfrenato. Una poliedricità che beneficia sempre della colorazione di Dave Stewarr, impeccabile come da tradizione, capace di cogliere le giuste acidità per la cromia delle interiora volanti nelle tavole e imbastire una colorazione cosmica che veicoli al meglio il sottotesto epico di Ultramega.
Come per il precedente volume, saldaPress presenta Ultramega Volume 2 in un brossurato con le tradizionali alette in cui sono inserite la tradizionale presentazione dell’opera e la bio degli autori. Trattandosi di una seria ancora in corso oltreoceano, questa consueta scelta dei saldaPress è perfetta per avere in Italia questa lettura, considerato come il formato di stampa e l’assenza di extra consenta di realizzare un volume interessante a un prezzo congruo, specialmente alla luce delle recenti difficoltà del settore. Come già ribadito in questi giorni a proposito di Two Moons – vol. 1, i brossurati made in saldaPress sono sempre di pregevole fattura, sia per l’aspetto puramente carto-tecnico (materiali e confezionamento) che per le accattivanti grafiche che accompagnano. le pubblicazioni dell’editore emiliano.
Voto Recensione di Ultramega Volume 2
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Proseguimento della saga avvincente
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- Harren realizza tavole action spettacolari
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- Dave Stewart ai colori è una garanzia
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- Rapporto qualità/prezzo dell'edizione ottimo
Contro
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- Non pervenuti
Commento
Una profondità narrativa che arriva in seconda battuta, preceduta dalla ipercineticità del tratto di Harren, spettacolare nella sua rapidità asservita alla furia dei personaggi, volutamente grottesco nel dare vita al body horror tipico dei kajiu e, in un passaggio, al limite del gore più sfrenato. Una poliedricità che beneficia sempre della colorazione di Dave Stewart, impeccabile come da tradizione, capace di cogliere le giuste acidità per la cromia delle interiora volanti nelle tavole e imbastire una colorazione cosmica che veicoli al meglio il sottotesto epico di Ultramega