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U.S. Agent: Il Fanatico Americano, l'altro lato del Sogno

U.S. Agent: Il Fanatico Americano, l'altra lato del Sogno Americano.

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

U.S. Agent: Il Fanatico Americano, l'altra lato del Sogno Americano

Sono pochi i personaggi del mondo dei comics mainstream che sono riusciti a rappresentare al meglio lo spirito americano. Una ristretta compagnia in cui, come prevedibile, svetta Steve Rogers, che sia come Captain America che con le sue identità alternative ha saputo cogliere tratti peculiari dell’american way, idealizzando e incarnando il Sogno, lottando per esso e contro le sue aberrazioni scaturite dalla strumentalizzazione degli ideali che la Sentinella della Libertà ha sempre difeso. Se Rogers è il simbolo della positività del Sogno, a un altro Capitan America è toccato dare vita all’esatto opposto, ossia a una visione cinica e spietata della corruzione dell’ideale di stars and stripes. Ruolo toccato a John Walker, che privato dello Scudo ha continuato la sua opera di agente governativo dal nebuloso operato come U.S. Agent, incarico che pare non esercitare, almeno inizialmente, in Il Fanatico Americano, arco narrativo firmato da Christopher Priest.

Divenuto parte del Marvel Cinematic Universe grazie a The Falcon & The Winter Solider, John Walker è una figura difficilmente inquadrabile all’interno del mondo marveliano. Quando Mark Gruenwald lo creò durante la sua gestione delle storie di Cap, Walker venne presentato come la versione oscura di Rogers, ripercorrendo in modo corrotto la genesi dei suoi poteri e mostrando le conseguenze di una visione cinica e violenta del ruolo dello Stato e del superindividuo. Walker, che ebbe modo anche di indossare i panni di Capitan America all’abbandono di Rogers, fu all’epoca un perfetto contrasto narrativo rispetto alla purezza di Cap, un elemento di critica alla società contemporanea americana. Compito che, ovviamente, non lo rese un eroe, ma nemmeno un villain, quanto un personaggio che nella sua radice era molto più realistico dello stesso Rogers.

U.S. Agent: Il Fanatico Americano, l'altra faccia dell'America

Un realismo che riguarda il rapporto tra il personaggio e la percezione della sua nazione, legame che specie per Rogers era centrale sin dalla sua nascita. Ma mentre Cap vuole essere da sempre uno sprone per seguire le virtù ideali del buon americano, a U.S. Agent è toccato il duro compito di esser il ritratto dei vizi di una nazione, è la voce tonante delle chiacchiere a mezzavoce che serpeggiano tra la popolazione americana, lontani da telecamere e microfoni, dove il vero sentimento statunitense può manifestarsi liberamente. Una visione che in Il Fanatico Americano cerca nuova linfa, affidandosi alla personalità complessa di Walker.

Non più U.S. Agent, Walker è un semplice contractor per il governo americano, che si avvale dei suoi servizi per compiere missioni che non devono essere tracciate, onde evitare imbarazzanti chiarimenti alle alte sfere. Per una ripicca di un burocrate nei confronti di Val Cooper, a Walker viene affidata un incarico atipico: scoprire come mai un paesino dell’America rurale stia insorgendo contro la sede locale della Vertigo. Azienda à la Amazon, la Vertigo è in realtà una copertura dello S.H.I.E.L.D, che ha reso questa installazione la facciata di una base segreta in cui è custodita una risorsa strategica segreta.

Walker, accompagnato da Morrie, misterioso anziano che sbarca il lunario consegnando pizze e esperto karateka, arriva sul posto, scoprendo come la verità dietro questo incarico nasconda segreti scottanti, che lo costringeranno ad affrontare anche problemi personali legati alla sua famiglia.

Gestire una figura scomoda come Walker non è certo semplice. La tentazione di presentarlo come una versione oscura e cinica di Cap va tenuta a bada, onde evitare di sminuire il valore del personaggio, che non è solamente l’altra faccia di una medaglia condivisa con Rogers, bensì una figura indipendente e molto più vicina all’americano medio tipo. Per quanto ci piaccia vedere negli States la Land of Freedom da cartolina, da diverso tempo abbiamo la possibilità di vedere un’altra realtà, lontano dalla fascinazione delle metropoli e avvicinandoci all’America rurale, a quella nazione sconosciuta fatta di crisi e paesi che sembrano cristallizzati nei decenni passati. Che si tratti di fumetti come Undiscovered Country o di film come Elegia Americana, il mondo dell’entertainment ci sta offrendo un ritratto più onesto e vivido dell’America autentica, una rivoluzione narrativa a cui partecipa anche Il Fanatico Americano.

Pur mostrando alcune fragilità nell’impostazione narrativa e chiedendo al lettore un’eccessiva concessione all’estro del narratore, Priest riesce a ricreare un’isola di America contemporanea e viva, nella sua atipicità. L’approccio alla vita di cittadini, vittime di una crisi economica che esaspera una condizione sociale già precaria, rappresenta al meglio il lato meno nobile degli States, che non a caso si riconosce immediatamente in Walker, vedendo in lui il Capitano. Poco importa che non sia Rogers, in lui rivedono il loro modo di intendere il mondo. Poco importa che Walker sia razzista, violento e poco propenso al dialogo, ai loro occhi ha il potere necessario per essere la soluzione ai loro problemi, e tanto basta.

Il Fanatico Americano, John Walker calato nell'America rurale

Priest offre un ritratto spietato e caricaturale della provincia americana, utilizza lo spunto del reportage giornalistico per dare voce a questi individui, lasciandone emergere la schietta ignoranza, concedendosi l’ironico vezzo di citare ipotesi complottiste e redendoli quasi macchiette di una commedia politica. L’intento è lodevole e offre al lettore interessanti spunti di riflessioni, ma la gestione complessiva de Il Fanatico Americano soffre di una costruzione forzata e che alterna momenti di avvincente confronto morale a situazioni paradossali e slegate dal senso della storia.

Non aiutano i disegni di Georges Jeanty, che sembra preferire un approccio ironico e a tratti caricaturale, che manca di cogliere i tratti più emotivi e socialmente rilevanti della storia di Priest. Prospettive poco convincenti e una staticità dei corpi anche durante le fasi più dinamiche privano Il Fanatico Americano di una vitalità che avrebbe giovato alla valorizzazione della trama, acuendo al contrario la sensazione di avere letto un’avventura tutt’altro che meritevole.

Panini pubblica Il Fanatico Americano con la solita cura editoriale, in un volume solido impreziosito da una copertina in cui giganteggia il John Walker di Marco Checchetto, autore delle copertine di questa miniserie riproposte all’interno del volume. U.S. Agent: Il Fanatico Americano è una lettura consigliata solamente a chi intende conoscere ogni aspetto di John Walker, che potrebbero perdonare a Priest e Jeanty la realizzazione di una storia tutt’altro che memorabile, incapace di cogliere lo spirito autentico di uno dei più controversi personaggi del mondo Marvel.

Voto Recensione di U.S. Agent: Il Fanatico Americano



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Priest ritrae con ironia la provincia americana

  • - John Walker è sempre un personaggio intrigante

  • - Volume di buona fattura

  • - Consigliato ai fan di U.S. Agent

Contro

  • - Trama altalenante

  • - Disegni non all'altezza

Commento

Priest offre un ritratto spietato e caricaturale della provincia americana, utilizza lo spunto del reportage giornalistico per dare voce a questi individui, lasciandone emergere la schietta ignoranza, concedendosi l’ironico vezzo di citare ipotesi complottiste e redendoli quasi macchiette di una commedia politica

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