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Trilogia dei Pulvimanti: Promessa di Sangue, recensione: rivoluzione e magia

Con La Trilogia dei Pulvimanti: Promessa di Sangue Brian McClellan si inserisce a pieno titolo nel flintlock fantasy.

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

La Trilogia dei Pulvimanti: Promessa di Sangue e il flintlock fantasy

Le sezioni dedicate al fantasy delle librerei traboccano di proposte. Tra grandi classici che vengono riproposti in nuove edizioni cavalcando l’onda di trasposizioni cinematografiche e un’ondata di nuovi autori che cercando di ritagliarsi uno spazio in un settore che sembra incredibilmente florido, un lettore in cerca di una nuova lettura rischia di farsi travolgere. Accanto alle storie più tradizionali, come Il Signore degli Anelli o La Ruota del Tempo, trovano spazio rivisitazioni moderne del genere, da Mistborn a La Caduta di Malazan, andando a comporre un arazzo di scelte che spesso rischia di adombrare racconti che meriterebbero di essere scoperti. La presenza di editori che spingono in modo particolare sulla ricerca di nuove idee dal fascino unico ha il merito di portare in evidenza storie meritorie, come il primo capitolo della Trilogia dei Pulvimanti, Promessa di Sangue.

Fedele alla sua vocazione di scopritrice di nuovi mondi, Mondadori ha portato il primo capitolo della trilogia scritta da Brian McClellan all’interno di Oscar Fantastica, l’etichetta con cui l’editore lombardo presenta al pubblico non solo nomi celebri della narrativa fantastica, ma anche nuove proposte. Se in passato abbiamo apprezzato questo approccio, elogiando il recupero di cicli come Le Cronache della Compagnia Nera o la Gentleman Bastard Sequence di Scott Lynch, con la Trilogia dei Pulvimanti si ha l’occasione di porre nuovamente l’attenzione sulla curata selezione di proposte che vanno ad arricchire Oscar Fantastica, specialmente per il comparto fantasy. Genere che, negli ultimi anni, ha visto la comparsa di numerosi autori, impegnati spesso in un’opera di apertura del concetto di fantasy, emancipandola da una visione tradizionale di matrice tolkeniana e dando vita a una serie di contaminazioni di grande fascino.

La Trilogia dei Pulvimanti: Promessa di Sangue e il flintlock fantasy

Brian McClellan si inserisce a pieno titolo in questa corrente di rinnovamento, facendo propria la vis innovativa di autori come Sanderson o Cook, andando a costruire un mondo fantastico in cui si apprezza soprattutto l’attento lavoro di world builiding. Termine che ritorna spesso in queste situazioni, considerato come un mondo fantastico necessariamente richiede tutta una serie di coordinate ambientali che rendano la lettura coinvolgente e, nel limite del possibile, credibile, al fine di avvolgere il lettore in un mondo che possa percepire come concreto, plausibile. Seguendo questa ispirazione, nella creazione della sua nazione di Adro costruisce un mondo che rispecchi un ideale storicamente riconoscibile, dando quindi all’ambientazione alla base della Trilogia dei Pulvimanti un’identità unica, non solo sul piano delle meccaniche tipicamente fantasy ma anche nella connotazione sociale e culturale.

Il Regno di Adro è sconvolto da una rivoluzione civile quando uno dei generali delle armate reali, il feldmaresciallo Tamas, guida una rivoluzione finalizzata alla destituzione del monarca e alla costituzione di una nuova repubblica. Sostenuto da diversi esponenti della vita pubblica e criminale del regno, Tamas avvia questa ribellione prima che il re attualmente al potere riesca a siglare un accordo segreto con la vicina nazione di Kez, con il quale consegnerebbe al nemico di un tempo le chiavi per il dominio di Adro. Soprattutto, in questi accordi viene accettata la distruzione dei Pulvimanti, esseri dotati della capacità di utilizzare la polvere da sparo delle proprie armi come fonte di un potere sovrannaturale, che consente loro di avere percezioni sensoriali incredibili e di trasformare le già devastanti armi da fuoco in ordigni ancor più letali.

I Pulvimanti, cui appartiene lo stesso Tamas, sono considerati degli abomini dai Prodigiosi, uomini e donne che hanno un’affinità con la magia più tradizionale, addestrati appositamente dalle corti e raccolti in Congreghe. Quello che viene considerato come un privilegio elitario dell’aristocrazia, ossia il Prodigio, è un ulteriore elemento di prevaricazione sociale, un diritto divino tutelato da un culto che mira a preservarne l’aura di intoccabilità, ma che viene messo a repentaglio dalla progressiva comparsa e ascesa dei Pulvimanti. Una lotta intestina che rischia di far collassare il nuovo ordine stabilito da Tamas, che ben presto si ritrova a dover fronteggiare le minacce terrene di avidi regnanti e machiavellici approfittatori, ma anche la macchinazione di una chiesa che mira a far tornare su Adro le spietate divinità che avevano lasciato questo mondo secoli addietro, con un solo scopo: creare una nuova umanità.

Con Promessa di Sangue, McClellan riesce a imprimere al suo mondo fantastico una vitalità magnetica. Sul piano sociale, è evidente il richiamo a una lotta di classe tipica di fine ‘700, culminato con la Rivoluzione Francese, in cui il diritto divino di monarchi e aristocrazia viene infine demolito alla luce di una coscienza sociale e popolare che mira a scardinare l’Ancien Régime. La rivoluzione che sconvolge Adro è animata da questa ispirazione, come evidenziato dall’ira con cui ci si accanisce contro le vestigia di questo potere (cruenta e affascinante la pubblica esecuzione dell’aristocrazia adrana), spingendosi alla costituzione di un nuovo potere, che si fonda su un diverso equilibrio sociale, in cui anche la presenza di un elemento come il sindacato dei lavoratori assume un tono di grande importanza.

Un nuovo modo di intrecciare storia e fantasy

Parallelamente a questa intrigante valorizzazione storica dell’ambientazione di Promessa di Sangue, McClellan crea un comparto magico che sia connesso a questo immaginario storico. L’idea dei Pulvimanti, legata alla presenza di moschetti e pistole dalla foggia settecentesca, consente di creare una nuova dimensione fantastica (battezzata non a caso flintlock fantasy), in cui la tecnologia assume al contempo il ruolo di elemento di rottura con la magia tradizionale, dando vita a una nuova dimensione magica. Non priva di limiti, considerato come anche i Pulvimanti siano soggetti a limiti e possano trovare rivali temibili, una sorta di bilanciamento che diviene, all’interno delle dinamiche di Promessa di Sangue, un punto di partenza ideale per lo sviluppo di una trilogia in cui le spinte illuministe del periodo storico ispiratore trovino piena caratterizzazione.

Per esser un primo capitolo, Promessa di Sangue coinvolge il lettore con una felice sintesi tra presentazione dell’ambientazione e ricchezza di eventi, dando vita a un’avventura dinamica ma capace di riservarsi i giusti tempi per valorizzare sia l’aspetto intimo dei personaggi, che ordire complesse relazioni interpersonali che si intrecciano alla perfezione nella complessa trama, che promette di assumere toni ancora più epici nei prossimi capitoli.

Promessa di Sangue viene pubblicato da Mondadori nel tradizionale formato di Oscar Fantastica, con un volume dalla grafica di copertina suggestiva, in cui le oltre 600 pagine di questo intrigante primo capitolo della Trilogia dei Pulvimanti sono accompagnate dalla oramai tradizionale presenza di cartine che aiutano il lettore a seguire i movimenti dei diversi protagonisti.

Voto Recensione di Trilogia dei Pulvimanti: Promessa di Sangue



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Ambientazione innovativa e ben strutturata

  • - Comparto magico intrigante

  • - Caratterizzazione sociale intrigante

  • - Prezzo onesto

Contro

  • - Non pervenuti

Commento

Con Promessa di Sangue, McClellan riesce a imprimere al suo mondo fantastico una vitalità magnetica. L’idea dei Pulvimanti, legata alla presenza di moschetti e pistole dalla foggia settecentesca, consente di creare una nuova dimensione fantastica (battezzata non a caso flintlock fantasy), in cui la tecnologia assume al contempo il ruolo di elemento di rottura con la magia tradizionale, dando vita a una nuova dimensione magica.

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