Il 28 Giugno del 2007 debuttava sul grande schermo Transformers. Il film, prodotto da Steven Spielberg e fortemente voluto dallo stesso, in quanto fan accanito del franchise, ha segnato l'inizio di un vero e proprio "universo cinematografico", nonchè prodotto di punta di Paramount Pictures, che ne ha fatto una delle colonne portanti dell'intera casa di produzione.
Per celebrare questo anniversario, ripercorriamo le tappe fondamentali della realizzazione della pellicola, dalle prime indiscrezioni trapelate sulla rete, del regista, ai "provini" degli Autobot, fino a scoprire qualche curiosità su alcuni aspetti della produzione.
La genesi
Inizialmente, Hasbro era intenzionata a fare una trasposizione cinematografica dei G.I. Joe, una linea di giocattoli di genere militare (cosa che effettivamente fece, ma solo nel 2009 con G.I. Joe - La nascita dei Cobra che potete acquistare cliccando su questo link), ma con lo scoppio della guerra in Iraq, si decise di cambiare quasi totalmente rotta, virando su ben altro franchise: quello dei Transformers. La sfida era quella di rendere credibile una pellicola dedicata a dei giocattoli per bambini, creando un universo che potesse essere adatto a tutti e, allo stesso tempo, che facesse leva sugli appassionati di vecchia data.
Fu così che si fece avanti Steven Spielberg, da sempre fan del franchise, che diventò produttore esecutivo della pellicola, suggerendo che la sceneggiatura ruotasse soprattutto attorno alle avventure di un ragazzo e della sua auto, proprio come avviene in una delle serie animate originali, per coinvolgere ulteriormente lo spettatore. Inizialmente, però, il tono del film era molto più cupo, con un'atmosfera quasi apocalittica e nelle prime stesure della sceneggiatura gli Autobot non parlavano nemmeno, proprio per cercare di mantenere questa sorta di realismo. Fortunatamente, questo ultimo aspetto venne corretto, anche e soprattutto per non mancare di rispetto ai fan della saga originale.
Michael Bay prima (e unica) scelta
Il regista di Los Angeles è sempre stata la prima e unica vera scelta di Spielberg per dirigere il film. Secondo il produttore, Michael Bay era l'uomo perfetto, soprattutto per quanto riguarda la sua esperienza in fatto di scene d'azione e al fatto che buona parte degli stunt volesse realizzarli in presa diretta, utilizzando meno CGI possibile. Questi, però, dopo una prima chiamata rifiutò, poichè non voleva girare uno "stupido film su dei giocattoli"; ma il desiderio di lavorare con Spielberg era talmente grande che dopo averci pensato attentamente decise di accettare il lavoro, anche se del franchise non ne sapeva assolutamente nulla. Questo deficit, però, fu definito in realtà un punto di forza, perchè ha dato modo di raccontare la storia di Optimus Prime e degli Autobot con gli occhi di qualcuno che non conosceva le loro storie, dando modo anche a chi era all'oscuro delle vicende dei giocattoli di Hasbro di avvicinarvisi e appassionarvisi (anche se venne comunque affiancato da una serie di professionisti e studiosi della Lore dei Transformers).
Bay diede anche un contributo sostanziale all'inserimento nella sceneggiatura di una parte di storia in cui sono coinvolti dei militari, in quanto il prodotto era giudicato inizialmente troppo infantile. E proprio per l'implementazione di determinate scene, sono stati impiegati veri soldati e attrezzature autentiche delle forze armate (specialmente per quanto riguarda le divise, fornite direttamente dall'esercito), oltre che istruire gli attori all'utilizzo delle varie armi e alle tecniche di assalto, in modo da dare ulteriore realismo e continuità con il mondo che ci circonda.
I "provini" delle macchine e dei robot
Essendo un film incentrato principalmente su robot dalle sembianze di mezzi di trasporto, anche questi, come dei veri e propri attori, hanno dovuto passare delle fasi di test e dei veri e propri provini affinchè apparissero nel film. Il cast originale (parliamo degli altri prodotti dedicati, come cartoni animati e fumetti) vanta provenienze da ogni parte del mondo, partendo dal maggiolino Wolkswagen e arrivando persino alla mitica Porche Martini, cosa che, inizialmente, era prevista anche per la pellicola di Michael Bay.
Ma il fatto che Bumblebee ricordasse molto Herbie di Un maggiolino tutto matto e a causa anche degli elevati costi di produzione, spinse a optare per una soluzione più economica, cercando una vera e propria partnership con la General Motors americana, in modo tale da risparmiare sulla scelta dei veicoli e per dare una forte impronta USA all'intero film (così come era già stato fatto con l'inserimento dei militari americani). Così Bumblebee da un maggiolino è diventato una Chevrolet Camaro (nella prima apparizione nella sua versione originale del 1975 e poi nel nuovo modello che sarebbe uscito l'anno dopo l'arrivo del film) e Jazz da una Martini Porsche 935 è stato trasformato in una Pontiac Solstice e così fu fatto per tutti i veicoli che si possono vedere all'interno del film. L'enorme successo della pellicola ha portato, nei suoi seguiti, a spingere le varie case automobilistiche a mostrare le proprie macchine al loro interno; infatti, nel corso degli anni, il cast si è aperto al mercato internazionale, portando sullo schermo anche Audi, Ferrari, e la precedentemente scartata Mercedes, rendendolo decisamente più eterogeneo.
Gli easter-egg a tema giocattoli
Ovviamente, Hasbro non poteva non approfittare della moltitudine di elementi a schermo per omaggiare alcuni suoi prodotti di punta ed è per questo che all'interno della pellicola possiamo notare alcuni simpatici easter-egg relativi proprio ad alcuni giocattoli della compagnia.
Il primo che possiamo notare all'interno del lungometraggio, lo si può vedere nel momento dell'arrivo degli Autobot sulla Terra: uno di questi in particolare finisce nella piscina di una villa, nella quale risiede una bambina che, svegliata dal rumore, decide di andare a controllare cosa fosse successo. Questa stringe tra le sue mani un personaggio della serie My Little Pony. Il franchise, dedicato specialmente ai più piccoli, è stato lanciato sul mercato nel 1982, diventando rapidamente molto popolare tanto da surclassare per un certo periodo le vendite di Barbie e dando origine ad altri prodotti collegati direttamente alla linea di giocattoli, come serie animate, libri, videogiochi e tanto altro ancora. Questi e i Transformers, inoltre, hanno avuto un vero e proprio crossover all'interno dei fumetti pubblicati da IDW, che cura le testate di entrambi i franchise, della durata di quattro settimane e che ha riscosso un discreto successo.
Il secondo easter-egg dedicato ai giocattoli Hasbro si può notare durante la battaglia finale, nel quale l'Autobot Bumblebee utilizza un camion pieno zeppo di Furby per fermare un attacco di Starscream. A differenza dei My Little Pony, il noto giocattolo è sicuramente più recente (è stato prodotto a partire dal 1998) e ha un target leggermente diverso, oltre che una differente fruibilità: esso infatti è un vero e proprio giocattolo interattivo, capace di parlare, imparare, muoversi e percepire determinate azioni. Questa sua particolare caratteristica è diventata oggetto di una serie di "leggende metropolitane" che hanno spinto la NSA (National Security Agency) a vietare il Furby nei propri uffici, perché si pensava fossero veramente in grado di "imparare"; questo è stato uno dei motivi che ne ha fatto esplodere la notorietà in tutto il mondo, trasformandolo in un vero e proprio fenomeno di culto degli anni '90.
In ultimo, sempre nella battaglia finale, si può notare per un breve istante un0insegna che recita "Takara Sushi": questo, per chi non lo sapesse, è un omaggio all'originale compagnia di giocattoli che detiene i diritti dei Transformers in Giappone e che li distribuisce sul suolo nipponico. L'azienda è chiamata ora Tomy ed è produttrice di tanti altri giocattoli di importanti franchise, come i Beyblade, Bakugan, Duel Masters, i Furby di cui abbiamo parlato prima, le macchinette Gashapon e tanto altro ancora.
Il successo e i numerosi seguiti
Nonostante la critica sia stata molto tiepida col film (ma con i blockbuster è quasi sempre così), gli incassi sono stati davvero ottimi: con oltre 700 milioni di dollari, è diventato il quinto maggior incasso del 2007, superando addirittura il 300 di Zack Snyder e dando origine, ovviamente, a numerosi sequel e un prequel, creando a tutti gli effetti un "Transformers Cinematic Universe", che ha proseguito le gesta di Optimus Prime e degli Autobot, intenti a fermare la minaccia di Megatron.
Tutti i film, ad eccezione del prequel Bumblebee (che potete acquistare cliccando su questo link), sono stati diretti da Michael Bay, che alla fine della realizzazione di ogni capitolo ha sempre detto che sarebbe stato l'ultimo. Nonostante l'esitazione iniziale e nonostante la totale ignoranza in materia, il regista si è comunque lasciato coinvolgere e trascinare da un franchise che ha fatto la storia del giocattolo, creando un vero e proprio universo che ha portato molti appassionati ad affezionarsi al franchise e a recuperare i vecchi prodotti dedicati ai Transformers e a tenere viva l'intera proprietà intellettuale, che vanta fan in ogni parte del pianeta.
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