Le due trilogie uscite finora e quella che arriverà nei prossimi anni costituiscono un'unica grande storia epica. Le due parti uscite finora, come abbiamo visto nelle pagine precedenti, sono incentrate su una figura di eroe e di avventura perfettamente aderenti alla teoria del monomito descritta da Joseph Campbell in "L'Eroe dai Mille Volti" nel 1949 (disponibile su Amazon a 24 euro circa).
Non è una semplice coincidenza, perché George Lucas era un grande amico e un ammiratore di Campbell: il regista ha affermato in più di un'occasione che Guerre Stellari ricalca molto fedelmente il viaggio dell'eroe descritto dal saggista. Ma d'altra parte quasi tutte le storie che amiamo seguono questa struttura ormai da secoli. Schematicamente si può riassumere tutto in 12 punti essenziali, come suggerì Christopher Vogler nel suo saggio "Il viaggio dell'eroe" (1992, 1998 e 2007 - Amazon). Li presentiamo nella sintesi di Andrea Nicosia:
- Mondo ordinario. L'eroe lascia un mondo per cominciare un viaggio, ed entra in un altro mondo.
- Richiamo all'avventura. La sfida, si stabilisce l'obiettivo e il percorso da farsi. Entra in gioco il messaggero.
- Rifiuto del richiamo. L'Eroe è riluttante, dice no, evita un evento.
- Incontro col Mentore. Quello di cui ha bisogno l'eroe per mettersi in viaggio.
- Varco della prima soglia. L'eroe accetta la sfida. (Fine primo atto).
- Prove, nemici, alleati.
- Avvicinamento alla caverna più recondita (seconda soglia)
- Prova centrale. In genere c'è un rovescio di fortuna, temporaneo, che mette suspence.
- Ricompensa. L'eroe, sopravvissuto, "festeggia" (anche per l'aver imparato qualcosa). (Fine secondo atto).
- Via del ritorno. Bisogno del ritorno, ma trasformato.
- Resurrezione (terza soglia-climax). Non è la prova più grande, ma la definitiva.
- Ritorno con l'elisir. L'eroe torna rinato, definitivamente cambiato, e porta con sé l'esperienza raggiunta. (Fine terzo atto)
Questi elementi non sono tutti presenti nel primo film, né hanno sempre lo stesso peso, ma quanto scritto finora, e la citazione dei testi di riferimento, dovrebbe essere sufficiente per affermare che Guerre Stellari - dal punto di vista della tecnica narrativa - è un racconto classico incentrato sul singolo eroe. Non ce ne vogliano i sostenitori di Han Solo o di Yoda, ma a parte Luke e Anakin tutti gli altri personaggi sono gregari. Questo non ci obbliga certo ad amare più il protagonista degli altri, ovviamente.
I sette samurai (Akira Kurosawa, 1974)
Ingrandendo un po' l'inquadratura Guerre Stellari è una rappresentazione (manichea, per non dire stucchevole), dello scontro tra il Bene e il Male - rappresentati dai due lati della forza. Nella trilogia originale questo si traduce nello scontro tra Impero e Ribellione, mentre nella seconda c'è una simbologia più complessa: i cavalieri Jedi cercano di arginare l'ascesa dei Sith, e con essa che il Caos e la violenza prevarichino sull'Ordine e la pace.
Il Buono, il Brutto e il Cattivo (Sergio Leone, 1966)
Come nota a margine, vale la pena ricordare che oltre alla citata saggistica Lucas ha pescato a piene mani dalla cinematografia precedente, in particolare dal cinema samurai di Akira Kurosawa, e forse ancora di più dallo "Spaghetti Western" di Sergio Leone.