Top 10 fumetti italiani 2021

Arrivati a fine anno è tempo per la Top 10 fumetti italiani 2021, il meglio della produzione fumettistica del nostro paese secondo la redazione di CulturaPOP!

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a cura di Giovanni Zaccaria

Puntuale, come sempre in questo periodo, è tempo di tirare le somme di un anno fumettistico straordinario dal punto di vista commerciale (grazie soprattutto all’universo manga, ma non solo), con la TOP 10 fumetti italiani 2021.

Ovvero la lista dei migliori fumetti italiani usciti quest’anno secondo il sottoscritto (e quindi basata sulle mie letture), coadiuvato dal commento e dalle liste dei miei due eccellenti compagni di redazione Manuel Enrico e Domenico Bottalico.

La tradizione mi impone di dividere le classifiche in tre articoli distinti, ovvero la Top 10 fumetti italiani, la Top 10 serie straniere a fumetti e la Top 10 Graphic Novel Straniere (o volumi unici secondo l’edizione italiana).

Dicevo che è stato un anno a dir poco esplosivo a livello di vendite; molte case editrici (e quindi i distributori) hanno visto il proprio fatturato crescere in modo importante, arrivando a toccare picchi anche del 200% (fenomeno da identificare nel “secondo” boom dei manga in Italia, di cui potete leggere l’approfondimento qui).

Il post lockdown 2020, assieme a molte tendenze e fenomeni culturali e mediatici (senza soffermarsi sempre sulle produzioni giapponesi, basti pensare al fenomeno Zerocalcare, al successo di serie tv come Invincible e al ritorno di Lucca Comics, seppur in forma light) ha generato un aumento smisurato di interesse nei confronti del media fumetto.

È di certo aumentata al proposta, ma è molto difficile avere la sensazione di quanto sia aumentata la qualità e sarebbe anche poco rispettoso (e fruttuoso) svolgere un'indagine del genere. Il 2020 è stato un anno piuttosto fertile per la creatività degli autori e dei disegnatori ma è stato un anno assolutamente inedito quanto a difficoltà di previsioni. Molti progetti sono stati messi in pausa, rimandati a data a destinarsi e l’incertezza per il futuro ha generato degli strascichi che necessariamente ci sono stati presentati quest’anno.

Tuttavia ci sono state grandi soddisfazioni e questa Top 10 fumetti italiani 2021 lo testimonia.

Ho deciso di non dichiarare le posizioni dei diversi titoli. Sono uno sfaticato? Può darsi, ma dopo tanti anni mi è sembrata la scelta più ragionevole, non solo per il rispetto dovuto a tutti gli artisti, ma anche perché ogni anno ci metto ore a stabilire dove mettere un titolo o un altro e la sostanza non cambia poi molto.

Auguriamoci di vedere crescere ancora il fenomeno dei fumetti in Italia, un settore culturale ed editoriale pazzesco, che merita di essere sempre più trasversale (e di superare quella soglia di fascia di età rappresentata dai quarantenni).

Ecco a voi la Top 10 Fumetti Italiani 2021!

Top 10 fumetti italiani 2021: Giovanni Zethone Zaccaria

Easy Breezy di Yi Yang (Bao Publishing)

Un film di Guy Ritchie (alla Lock & Stock) portato a fumetto. Yi Yang ci catapulta in una scapestrata storia di malviventi mai troppo cattivi che ne combinano una dietro l’altra generando una narrazione fatta di inseguimenti, ribaltoni, colpi di scena, dialoghi rapidissimi e con un segno grafico personalissimo, dinamico e molto autoriale. Parte come una storia di bullismo, diventa un “crime” con un rapimento e si trasforma in un viaggio di redenzione. Tutto in modo lineare e diretta, per carità, ma dannatamente efficace.

Una prova davvero convincente e scorrevolissima, con parecchie citazioni cinematografiche e un gusto grafico davvero non banale e molto originale. Sono felice di inaugurare questa Top 10 fumetti italiani 2021 con Easy Breezy di Yi Yang.

Emma Wrong di Lorenzo Palloni e Laura Guglielmo (Saldapress)

Credo che La Lupa (titolo che ha fruttato all’autore il premio Gran Guinigi nel 2019) sia il miglior lavoro di Lorenzo Palloni, ma con Emma Wrong, pur affrontando temi e ambientazioni diversissime, ci è andato davvero vicino a superarsi. Merito anche di un’alchimia davvero strepitosa con la Gran Maestra di Attaccapanni Press, la bravissima Laura Guglielmo, capace di condensare gusto, raffinatezza, composizione e story telling alla perfezione. Emma Wrong è una storia d’amore, tra la protagonista e la misteriosa spia che ha cambiato connotati per nascondersi dai propri nemici. Riuscirà a riconoscerla in questo albergo che ha riunito una grande quantità di ospiti per assistere ad uno dei primi test nucleari degli anni ’50 in USA? Non solo amore, anche narrazione spy, action, attenzione per costumi e dettagli d’epoca, con stile veloce, sinuoso e fresco. Un vero gioiellino che conferma Palloni uno degli sceneggiatori più in forma di tutto lo stivale e la Guglielmo una straordinaria interprete del fumetto italiano con poche rivali.

Love Il Cane di Frederic Brremaud e Federico Bertolucci (saldaPress)

Ok, ad essere pignoli il nuovo capitolo della saga Love non è veramente un fumetto italiano. Ma Fred abita a Como da tanto, Federico è di Viareggio e io non posso non considerarlo un prodotto “nostro”. L’inedito che arriva dopo Leone, Dinosauri, Tigre e Volpe, ci fa seguire le tracce di un cane molosso che dopo aver perso il proprio padrone (un cacciatore), per il morso di un serpente, intraprende un viaggio attraverso l’outback australiano, per tornare a casa. Lo straordinario affresco naturale di Brremaud e Bertolucci stupisce ancora per la capacità incredibile di narrare ed emozionare senza una singola parola scritta. Love ci mostra la natura per quello che è, senza la malvagità tipicamente umana, eppure capace di esprimere in maniera assoluta l’amore. La coppia di artisti ormai iper consolidata offre un altro spaccato di grande fascino e valore e – riconosciamolo – Federico Bertolucci è uno dei fumettisti più forti d’Europa (vorrei allargare, ma cerco un po’ di contegno). Ricordate sempre: il fumetto è soprattutto storytelling e la saga Love ne è un esempio inconfondibile, degna di essere studiata.

Blue Nella Terra dei Sogni di Davide Tosello (Star Comics)

L’anno scorso avevo inserito il primo volume di questa saga in tre libri tra le menzioni speciali, tanto mi aveva colpito. A saga conclusa (peraltro nella parte finale dell’anno) posso solo confermare con l’inserimento dell’opera di Davide Tosello nella Top 10 fumetti italiani 2021.

La storia di Blue Nella Terra Dei Sogni è un’avventura young adult, fortemente ispirata ad Alice nel Paese delle Meraviglie e all’estetica di Tim Burton, ma capace di grande trasversalità. Si tratta ovviamente di una storia di crescita e maturazione, nella maniera più classica, un viaggio di maturazione in cui il fulcro di tutto è il coraggio di affrontare le proprie paure e superarle. Perché il nostro passato e il dolore sono ancore che ci tengono inchiodati a terra e possono schiacciarci impedendoci di vivere a pieno la nostra vita. Sarà che c’è questo maledetto Covid a farci ancora tanta paura, sarà che l’ho letto in un momento delicato della mia vita, ma mi ha emozionato nella sua semplicità. Per non parlare poi degli ottimi disegni e colori, così vicini al mondo dei videogiochi indipendenti e perfettissimi per lo scopo. Davvero una bella opera capace di affascinare grandi e più piccoli.

Saetta Rossa di Marco Bucci e Riccardo Atzeni (Panini Comics)

Nel 2016 Samuel apprende della morte del Duca Bianco, David Bowie, e lo shock procurato dalla notizia lo trasporta letteralmente nell’anno 200016, in una società fluida, ipertecnologica e che sembra aver abbattuto tante barriere e pregiudizi. Ma è veramente tutto come sembra? Il trasformismo riesce a mantenere intatta l’individualità?

I dispositivi che permettono di essere nel sistema e provvedere al sostentamento di tutti sono davvero così indispensabili per garantire la felicità? Perché questa società apparentemente perfetta vede una separazione tra due fazioni, quelli che fanno parte della INTOsociety e gli Spenti, quelli offline. E in mezzo a tutto ciò Samuel, a trovare una realizzazione, una felicità, forse addirittura un’identità e uno scopo. Il libro di Marco B. Bucci e splendidamente acquerellato da Riccardo Atzeni non è solo fantascienza, ma è anche studio sociale, quasi un trattato di psicologia e una fotografia su quello che potrebbe essere in futuro con le relative conseguenze. Si, è abbastanza geniale, grazie anche ad un world building che descrive Eridania (la regione in cui è ambientata la storia) in maniera minuziosa con tanti di compendi realizzata da Enrico Buscaroli che completano la nostra esperienza. Grande prova, non ne avevo dubbi, meritevole di essere nella Top 10 fumetti italiani del 2021.

Tristerio e Vanglorio di Federico Fabbri e Francesco Catelani (Edizioni BD)

Arrivato come un fulmine a ciel sereno nella mia libreria proprio sul finire dell’anno l’opera dei due creatori del BordaFest (il festival “alternativo” e indipendente che si svolge a Lucca durante il Comics) è davvero incisiva e potente.

L’epica cavalleresca e il viaggio dell’eroe vengono attualizzati in una dimensione fantasy medievale dove in realtà convivono tecnologia (stramba e futuristica) e tradizione, dove si fondono le dimensioni temporali e accade molto altro. Tristerio è un cavaliere di poco conto che, assieme al suo scudiero, vuole a tutti costi raggiungere la Fama, impersonificata in una leggendaria fanciulla di straordinaria bellezza e capace di concedere l’immortalità al proprio amato. Solo Vanglorio sembra esserci riuscito nel corso della storia e presto il viaggio, dal ritmo a spirale sempre più marcato, ci svelerà i segreti di questa epica “quest” e della leggenda di Vanglorio. Molto metaforico, ovviamente caustico nell’analisi della nostra quotidianità, ma anche decisamente maturo e lucido nonostante i deliri grafici a cui assistiamo nel corso della narrazione. Quasi uno “Spaghetti Adventure Time”, originale e irriverente, adatto ad un pubblico decisamente preparato e che non si lascia trarre in inganno dalle apparenze.

Sweet Paprika di Mirka Andolfo (Star Comics)

Ho riflettuto molto sul mettere questo titolo nella Top 10 fumetti italiani 2021. Perché Sweet Paprika è un prodotto leggero, molto commerciale (aspetti di certo non penalizzanti, ci mancherebbe) e magari qualcuno potrebbe non essere d’accordo trattandosi di una classifica che premia un’intera gamma di aspetti.

Ma questa serie ha delle caratteristiche importantissime. Segna l’inizio della maturazione artistica di Mirka Andolfo come autrice completa che dopo tanti tentativi (ad esempio Contronatura, buonissimo soggetto finito troppo presto e troppo poco approfondito e Mercy, davvero il meno riuscito ed accattivante) trova la sua strada. Lo sapevamo da Sacro e Profano, Mirka è abile nel raccontare storie piccantine, piene di riferimenti a fiction e film di genere, ma con un tocco personale davvero difficile da riscontrare altrove. Il suo segno qui adattato alla perfezione per il racconto trasuda spontaneità e fa intuire quanto l’autrice si sia divertita un mondo a creare quest’opera.

Sweet Paprika è anche un progetto editoriale davvero straordinario; il lancio americano con Image Comics, la produzione della serie animata, la costruzione di un percorso ben definito e dai chiari intenti. Difficile non considerare anche questo aspetto. Certo Mirka è una star del fumetto internazionale, “ti piace vincere facile” direte voi e invece vi dirò che il successo di questo progetto non era affatto scontato e alcune esperienze precedenti lo testimoniano.

Sweet Paprika diverte, scorre liscio ed è graficamente esplosivo. Non vuole certo porsi a pietra miliare dell’analisi psicologica e sociale e non vuole nemmeno essere ricordato come la sceneggiatura più elaborata del mondo ma intrattiene con grande naturalezza e mette una sincera voglia di sfogliare pagina dopo pagina per vedere come procede. E se vi sembra poco forse leggete pochi fumetti.

Geist Maschine di LRNZ (Bao Publishing)

Lo aspettavo con ansia il nuovo lavoro di LRNZ, di cui abbiamo visto la creazione passo dopo passo su Twitch, con un approccio decisamente interessante sia per marketing che per approfondimento.

LRNZ ci porta in un futuro devastato dalla guerra dove tuttavia sopravvivono le vestigia di una società ipertecnologica precedente che era riuscita – a caro prezzo – a creare gigantesche macchine, simili a robot. Due fratelli, Len e Sol, rimasti senza genitori, cercano di raggiungere la fantomatica Otan, una città in cui possono trovare la salvezza da un mondo esterno duro e selvaggio. Nel viaggio incontreranno Aiden, che li salverà e diventerà per loro un fratello maggiore, trovando dimora in un’antica Geist Maschine abbandonata. L’arrivo di una ragazza, Eirene, sconvolgerà le loro vite, portando ad una serie di conseguenze e rivelazioni importanti.

Si, vi sembra di aver già sentito un soggetto del genere. E la mente corre a quel Conan Ragazzo del Futuro di Miyazaki, ad Indastria e a quando eravamo piccoli. Innegabile che le analogie ci siano, anche se si percepisce l’intenzione di omaggiare e di percorrere vie nuove nei prossimi capitoli.

LRNZ riesce a costruire una storia efficace e solidissima, a concentrarsi sui personaggi, riducendo al minimo i dialoghi, rimanendo volutamente minimal per permetterci di immedesimarci nei protagonisti e nel loro cammino di sopravvivenza. Ma non si può fermare la crescita, la curiosità, la voglia di libertà. E tutto quindi diviene espressione e manifesto dell’adolescenza e della ricerca della maturità, con disegni incredibilmente belli che davvero rendono LRNZ uno degli artisti europei più vicini all’estetica nipponica in assoluto, pur con una personalità fuori dal comune. Abbiamo letto solo il primo capitolo ma già ne desideriamo di più intuendo una grande potenziale. Per un’opera davvero affascinante e di grande importanza.

BOB84 di Vincenzo Filosa e Paolo Bacilieri (Panini Comics)

Filosa e Bacilieri ritrovano assieme il poliziottesco italiano, rinnovandolo, modernizzandolo forse e ottenendo un grande risultato. Il killer Bob Sinatra continua a perpetrare i suoi efferati omicidi sfuggendo alla cattura e portando un investigatore italiano a sacrificare tutto pur di catturarlo, dovesse fare il giro del mondo.

Torniamo quindi ai primi anni ’80, in un’atmosfera crime purissima, debitrice del cinema di genere citato nella prima riga e anche al fumetto di Diabolik. Eppure, nonostante l’ambientazione, la narrazione non risulta datata, per nulla. Ci si sposta dall’Italia al Giappone con grande scorrevolezza, consegnandoci un prodotto da divorare in un sol boccone (160 pagine si digeriscono facilmente) con un Bacilieri efficacissimo e trasversale e un Filosa attento a non perdere nemmeno una briciolina di pane nel percorso che si è prefissato verso la conclusione. Proposto in formato “manga” (anche se con un prezzo non allineato a quel tipo di prodotti) BOB84 si distingue per la capacità di tirar fuori il meglio da un genere come il crime lasciando nel contempo tutto lo stupore di un certo “fantastico”. È crudo, diretto, ma anche sofisticato in alcuni passaggi

La Quarta Guerra Mondiale di Taddei e Spugna (Feltrinelli Comics)

La condanna della guerra in ogni sua forma attraverso una irriverente storia di ricerca dove il gore e il body horror la fanno da padroni. Il mondo è in uno stato di perenne conflitto mondiale tra due schieramenti. Non può esserci tregua o resa. Fin quando un soldato disertore incontra un ufficiale dello schieramento avversario ed entrambi si metteranno alla ricerca della fantomatica “pace” per ottenere diversi obiettivi diametralmente opposti. Il segno di Spugna vuole mostrarci quanto sia ripugnante la guerra e i motivi che portano ad essa mostrandoci una valanga di particolari disgustosi e dettagliatissimi, la scrittura di Taddei è irriverente e chirurgicamente puntata verso l’obiettivi. Si ride pure, a denti stretti, per un prodotto che è anche un grande omaggio allo Sturmtruppen di Bonvi (e che bisognerebbe conoscere bene prima per cogliere ogni sfumatura). Bello, potente, caustico, piuttosto punk in generale.

Menzioni speciali.

Cosa sarebbe una Top 10 fumetti italiani 2021 senza la sezione "menzioni speciali"? Questi tioli sono fumetti che mi hanno colpito particolarmente e che ritengo davvero di gande spessore. Il problema è che non posso sempre fare "Top 13" o "Top 15" e quindi mi riservo una piccola sezione a parte per inserire i titoli che non ho voluto sacrificare nella classifica!

Si può fare! Di Isabella Di Leo (Becco Giallo)

Se non avete mai visto Frankentein Junior è un bel problema. Se non conoscete Gene Wilder e Mel Brooks pure peggio. Isabella di Leo racconta con grande abilità e genuina passione la nascita del sodalizio artistico tra questi due grandi artisti, che hanno creato una pietra miliare della comicità moderna. Due personalità davvero diverse ma che sono risultate complementari alla perfezione. Il libro è ispirato, completissimo, davvero scorrevole e divertente e racconta tantissimi dettagli che di certo non sono alla portata di tutti, generando quindi molta curiosità e soddisfandola. Si percepisce tutta la genuinità degli intenti della creatrice che vuole raccontare una storia di grandi artisti che hanno creato qualcosa di grande (che poi sono sempre le storie migliori), ma il tutto in modo semplice, trasversale, alla portata di tutti, caratteristica questa evidenziata anche dal suo segno semplice, senza fronzoli ma che ben si adatta a tutta l’opera. Non è un biopic ma una gran bella storia a fumetti.

Murder Ballads di Micol Beltramini e Daniele Serra (Mondadori Oscar Ink)

In questa Top 10 fumetti italiani 2021 non poteva mancare l’eccellente Murder Ballads di Micol e Daniele, una raccolta di trasposizioni a fumetti di racconti della tradizione popolare anglosassone, diventati nel corso del tempo ballate macabre molto conosciute e che tanto hanno ispirati artisti di ogni sorta tra cui di certo musicisti del calibro di Bob Dylan e Nick Cave (che ci ha scritto a riguardo un album intero). Micol Beltramini studia, si documenta e propone racconti dalle atmosfere oscure, decadenti, struggenti a volte e inquietanti, con atmosfere davvero pazzesche, straordinariamente affrescate dal un Michele Serra in stato di grazia, capace di cambiare stile e tecnica ad ogni racconto e di non sbagliare un singolo segno. Macabro? Ehm, da morire. Efficace? Incredibilmente. Avete mai sentito un fumetto “suonare”? Beh potrebbe essere un’esperienza interessante. E pensare che è nato tutto per il desiderio di Serra di disegnare boschi e alberi…

Vecta di Luca Tieri (Coconino)

L’autore che vive ormai da diverso tempo in Giappone ci consegna una storia dal gusto decisamente cyberpunk che dal punto di vista grafico sembra uscire da uno sketchbook di Masamune Shirow. Tra bande di motocicliste punk in pieno stile Akira a viaggi nel cyberspazio e nell’intelligenza artificiale degni di un Ghost In The Shell, l’opera di Tieri magari non è originalissima ma sorprende per quanto sembri giapponese al 100%. Scorrevole, anche se un pochino disordinata dalla seconda metà in poi, Vecta è comunque un titolo da segnalare per la sua particolarità. Non vedo l’ora di leggere altro di Luca.

Top 10 fumetti italiani 2021: Manuel Enrico

Cane Grinta di Roberto Recchioni (Edizioni BD)

Cane Grinta è la storia di un’amicizia protetta e rinsaldata ad ogni vignetta, confermata in ogni battuta, in ogni sguardo complice. Una valenza emotiva che trova piena incarnazione nella bicromia con cui sono state realizzate le avventure di Cane Grinta. Caricaturali, a volte, ma sempre giocate ottimamente sui contrasti cromatici e dotate di una dinamicità divertente, queste istantanee di un’amicizia mantengono lo stile inconfondibile di Recchioni. Un concept che si è prestato anche al passaggio su carta, grazie a un formato che ne preserva l’identità, inserendole in un volume che raccoglie ottimamente questa storia di un’amicizia sincera. L’edizione di Edizioni BD contiene le strisce pubblicate su Facebook, con un breve racconto in cui Recchioni racconta la genesi di Cane Grinta, prima di regalarci uno sguardo dietro le quinte con una gallery di bozzetti e vignette non utilizzate. Se avete un cane, Cane Grinta è una lettura che vi colpirà, ricordandovi perché non conta quale danno possano fare i nostri amici a quattro zampe, con uno sguardo o una leccatina sulla mano saranno immediatamente perdonati. Se non avete un cane, invece, Cane Grinta vi spiegherà perché state rinunciando a una delle migliori esperienze della vita. In entrambi i casi, comunque, Cane Grinta non sarà in grado di spiegarvi il perché non importa quanto sia bella la cuccia che gli preparate, la vostra poltrona sarà sempre il posto preferito del vostro cane.

Murder Ballads di Micol Beltramini e Michele Serra (Mondadori Oscar Ink)

Ogni storia di Murder Ballads – Solo un giorno come le rose contribuisce alla costruzione di un mosaico di tragedie ed eventi violenti, che per quanto unite in questo volume mantengono una propria identità. Beltramini e Serra si sono impossessati dello spirito delle murder ballads, ne hanno assorbito i tratti essenziali e li hanno adattati magnificamente alla narrazione fumettistica, dando vita a una lettura travolgente, in cui si passa dalla compassione all’odio, dalla pietà alla rabbia. Sarebbe facile puntare all’aspetto violento e sanguinoso di questi tragici eventi, ma le murder ballads sono animate dalla voglia di raccontare la drammaticità di queste vicende, con un misto di compassione e pruriginosa curiosità che contribuiscono a rendere immortali queste storie. Con maestria, dopo averci svelato il retroscena storico, Micol Beltramini pianifica un’attenta costruzione narrativa in cui emerge un’attenta valorizzazione dell’emotività dei personaggi coinvolti, con particolare attenzione alle vittime. Che si tratti dei due piccoli fratellini di Bambini nel bosco o delle sfortunate donne di Giù al fiume, l’aspetto di oscura fiaba viene mitigato con una narrazione semplice, in cui trapelano le complesse dinamiche emotive dei personaggi.

Da ammirare come ognuno dei racconti contenuti in Murder Ballads – Solo un giorno come le rose mostri un proprio stile, merito della vena artistica di Serra. Per Bambini nel bosco si sceglie una visione che si avvicina alle incisioni di fine ‘800, epoca in cui si vuole ambientata la storia, con una delicata contrapposizione bicromatica, che consente al disegnatore di creare scenari onirici in cui la vicenda dei tuoi sventurati fratelli assume un tono di delicata compassione, persino nei momenti più truci. È però in Giù al fiume che si ritrova la miglior interpretazione visiva di Murder Ballads – Solo un giorno come le rose. Tre storie di donne tragicamente morte, che si intrecciano in un racconto in cui il loro fato comune viene ritratto con l’espressività degli acquerelli, che consente a Serra di creare dei virtuosismi cromatici che concorre in modo sottile alla narrazione emotiva. Tinte pacate che accolgono esplosioni di colori, con un meraviglioso contrasto tra la predominanza di sfumature fredde striate dal rosso foriero di tragedia.

Geist Maschine di LRNZ (Bao Publishing)

Geist Maschine sembra inserirsi all’interno di un più ampio discorso riscontrabile nell’arte di LRNZ. La presenza della tecnologia nelle sue opere, come Golem o Astrogamma, non è mai fine a se stessa, ma viene declinata in un’analisi fortemente intima dei personaggi e del mondo circostante, una visione che consente all’artista romano di poter presentare diversi punti di vista. Una funzione narrativa che spesso trova una sinergia con un’anima ecologista, che nuovamente torna prepotente in Geist Maschine. Facendo un parallelo con l’opera a oggi più apprezzata di LRNZ, Golem, se in precedenza era il dominio tecnologico a vedere nella natura una via di fuga, con Geist Maschine abbiamo una visione speculare, consentita da un intelligente uso della sci-fi post apocalittica. La valenza emotiva viene trasmessa da ogni elemento di Geist Maschine. Può sembrare un’inezia ma anche il lettering “artigianale”, fatto manualmente, contribuisce a trasmettere un senso di umanità dei personaggi, che sono ritratti con il consueto stile di LRNZ.

Geist Maschine trova un’accattivante vitalità nella concezione grafica di LRNZ. Sin dai suoi primi lavori, Ceccotti ha mostrato un’identità artistica inconfondibile, ribadita anche recentemente sulle copertine de Il Confine. Uno stile che non rimane però statico, ma mostra di sapersi avvolgere con sensibilità attorno al cuore della storia. Per Geist Maschine questo si traduce in un linguaggio visivo incarnato da una gabbia libera, composta da un’immagine principale, spesso utilizzata anche come sfondo dell’intera tavola, in cui si inseriscono vignette che integrino la narrazione. Contesto e dettaglio, con un’assenza di quello spazio bianco che tradizionalmente richiede al lettore di contribuire con la propria fantasia alla scansione temporale della storia, ma che LRNZ non perde mai di vista dando alla sua narrazione la giusta ritmica, passando con agilità da momenti di calma ad altri più dinamici.

Chtlhu - Death May die: Anche la morte può morire di Luca Enoch, Riccardo Crosa, Paolo Francescutto (Sergio Bonelli Editore)

Cthulhu: Death May Die ha un fascino che non è solamente legato al suo legame con il board game di CMON, ma è frutto di una particolare attenzione nel rispetto di quello che è il canone letterario di Lovecraft. Pur dovendo onorare alcuni aspetti necessari per creare una continuità con le dinamiche del gioco da tavolo, Luca Enoch ha saputo cogliere tratti essenziali del corpus letterario dello scrittore di Providence, non limitandosi solamente alla sua visione di orrore cosmico, ma facendo proprie tutte le caratteristiche di una narrativa figlia del suo tempo e di un uomo dalle precise predisposizioni. Cthulhu: Death May Die – Anche la morte può morire è un volume da gustarsi anche senza esser particolarmente esperti del board game da cui prende origine. Come per altre produzioni, quali la recente serie Lovecraft Country, il volume pubblicato da Sergio Bonelli Editore può essere assaporato vedendolo come una storia ambientata nell’universo orrorifico lovecraftiano, ravvisandone i tratti essenziali e apprezzando la verve narrativa di Enoch.

Crosa dimostra di avere una padronanza impeccabile del punto di vista della scena, una peculiarità nata dalla sua passione per il cinema. Le tavole di Crosa offrono sempre una prospettiva studiata per offrire la giusta tensione emotiva, giocando in modo sottile su una costruzione emotiva in cui non si punta tutto sulla spettacolarità gratuita, ma si usa con particolare empatia la tensione muscolare dei protagonisti e la comunicazione dei corpi. Sono diversi i casi in cui è palpabile la perfetta sinergia tra le emozioni dei personaggi e le loro posture, un riuscito tentativo da parte di Crosa di ritrarre i protagonisti in pose realistiche e autentiche, che enfatizzano il tessuto emotivo della storia. Una dimostrazione di maestria che viene affiancata dalla colorazione impeccabile di Francescutto, che ancora una volta identifica una tinta dominante come anima della sua opera. Per Cthulhu: Death May Die – Anche la morte può morire è il rosso a imporsi sin dalle prime scene, un’identità cromatica che accompagna il lettore in ogni tavola, che si tratti di un dettaglio o di una presenza più prorompente. Oltre a questo tono onnipresente, Francescutto crea una personalità cromatica intensa Cthulhu: Death May Die – Anche la morte può morire, lasciando emergere tonalità acide e venefiche che ben si conciliano con il contesto della storia.

10 ottobre di Paola Barbato e Mattia Surroz (Sergio Bonelli Editore)

10 ottobre poggia la sua struttura sull’elemento emotivo della scadenza. Sin dalle prime pagine, tramite una perfetta sinergia tra freddo racconto didascalico e immagini strazianti, veniamo introdotti a questa società apparentemente perfetta, in cui tutti paiono essere felici e soddisfatti. L’elemento di rottura è la consapevolezza che giovani vite, come quelle di Richie, possano interrompersi in modo repentino, una concezione di morte che suona incredibilmente ingiusta, sbagliata. Da buona narratrice, Paola Barbato sa come costruire dei contrasti nell’intreccio che sappiano colpire il lettore, e per 10 ottobre crea un sistema culturale che rielabora il concetto di morte in un’ottica di positività sociale, rendendo elementi solitamente associati al dolore come funerali e cortei funerari, in una sorta di celebrazione gioiosa. Una visione che stona con l’interiorità del lettore, sensazione che si acuisce nel vedere come la madre di Richie, giudicata come un elemento asociale per la sua ansia e la sua disperazione, sia in realtà la figura più vicina alla nostra sensibilità.

Leggendo 10 ottobre, sin dalle prime pagine si nota come il vero elemento di rottura con questa società sia proprio Richie. Mattia Surroz pone sempre il ragazzino in una posizione per cui le sue espressioni siano un elemento dissonante, scegliendo di ritrarlo, all’occorrenza, di spalle per trasmettere al lettore le sensazioni di vedere il mondo attraverso i suoi occhi, la sua sensibilità. Ad acuire questo squilibrio è lo stridere tra un’impostazione sociale fredda e meccanica e il ritratto visivo di un ideale urbano che ricorda l’american way idealizzato negli anni ’50. Case perfette, famiglie perfette e sorridenti all’apparenza che nascondo momenti di tensione, di disperazione tra le mura domestiche. Surroz si muove agilmente tra questi due livelli, riesce nella stessa tavola a mostrare un paradossale scambio tra maestra e alunne, e contrapporre il sorriso della docente alla faccia imbronciata di Richie. Ed è lì che il lettore coglie la discrepanza, in questi giochi di contrapposizione vive l’anima autentica di 10 ottobre.

Si può fare! Di Isabella Di Leo (Becco Giallo)

Frankenstein Jr è patrimonio universale, uno dei film cult più amati della storia. Riuscire a raccontarne la genesi, a svelare il vissuto di due geni come Mel Brooks e Gene Wilder non era semplice, ma con una fortunata crasi tra ironia e delicatezza Isabella di Leo ci offre un ritatto impagabile non solo della lavorazione del film, ma di una meravigliosa vicenda umana. Amicizia e amore sono parte integranti della narrazione della di Leo, che con Si può fare! mostra una perfetta padronanza del medium fumetto, in ogni suo elemento, non solo con disegni dal tratto morbido, coinvolgente, ma anche usando con una particolare sensibilità i dialoghi. Non un semplice racconto, quanto una vera e propria dichiarazione d'amore verso un film cult e i suoi due geniali ideatori, testimoniata anche dalla sincera, amichevole prefazione scritta dalla stessa autrice.

Emma Wrong di Lorenzo Palloni e Laura Guglielmo (saldaPress)

Reduce dall'incredibile exploit narrativo de La Lupa, con Emma Wrong Palloni stupisce con una storia che volge in un'altra direzione. Intrecciando amore e spionaggio, Palloni orchestra una sinfonia emotiva, in cui ogni possibile caratteristica narrativa dei due generi trova un perfetto equilibrio, avvolgendo il lettore in una trama delicata, fatta di speranza e disillusione, sullo sfondo di un mondo nascosto, quello spionistico, in cui i test nucleari degli anni '50 sono il principale protagonista. Una ricchezza narrativa che trova una felice espressività nel talento di Laura Guglielmo, che si fa interprete impeccabile dell'emotività della protagonista, portandola a muoversi in un mondo vivo e palpabile, segnando un altro avvincente capitolo della sua apprezzata professionalità.

3Keys di David Messina (Shockdom)

L’impianto narrativo di 3keys è un esempio valido del principio del ‘come’ raccontare storie già note. Ridotto ai minimi termini, l’intreccio di Messina ha elementi già letti in altre opere, dal ciclo lovecraftiano a reminiscenze bonealliane come Gea o Jonathan Steel, ma l’intuizione dell’autore è la rielaborazione di questi concetti in una chiave attuale, in cui l’integrazione di altre tematiche, come l’ironica visione della percezione del mondo nerd, offrono una diversa prospettiva, dando al tutto una vivacità che trova una perfetta interpretazione visiva nei disegni di Messina.

Una vis narrativa che non rimane sulla superficie del racconto, ma che emerge quando il lettore si addentra nei dettagli più curiosi di 3Keys, reconditi nonostante siano in bella vista. Il tutto ruota attorno alla dimensione onirica, che unisce due nomi celebri del mondo della cultura narrativa: il citato Lovecraft  e il ben più tenero mondo ritratto da Bill Waterson con le sue strisce di Calvin & Hobbes. Se per lo scrittore di Providence la dimensione onirica era foriera di pericolo e orrore, per Waterson l’immaginazione del piccolo Calvin consentiva alla sua tigre di peluche di esser una creatura viva, la sua parte più matura e misurata che lo consigliava. Messina riconosce i due tratti essenziali di Lovracraft e Waterson, dando vita a una fantasiosa e suggestiva crasi in cui queste anime vengono intrecciate in una visione dinamica ed emotivamente coinvolgente.

Dragonero Senzanima: Tregua, di Luca Enoch, Stefano Vietti, Ivan Calcaterra, Paolo Francescutto (Sergio Bonelli Editore)

Cosa rimane a un mercenario, dopo l’avere concluso la sua campagna? Durante le battaglie il suo spirito è focalizzato sugli scontri, sul continuo incedere in territorio nemico, passando da uno scontro all’altro. Guerra, Fame e Giungla ci hanno raccontato con particolare vivacità alcuni dei capitoli più sanguinosi della campagna contro Merovia, un’avanzata culminata con Assedio, in cui le truppe imperiale, regolari e mercenarie, hanno infine assaltato le mura della capitale nemica, espugnandola. Non prima di un’aspra battaglia, in cui la banda di Greevo Senzanima ha affrontato la morte e dimostrato nuovamente di essere una delle forze essenziali dell’esercito erondariano. Tregua è il racconto del primo momento di pausa di questa infinita campagna, la prima occasione per Ian e compagni di assaporare una grande vittoria, crogiolandosi nell’illusione di potersi togliere per un istante i panni dei feroci combattenti tornando a essere semplici uomini e donne.

Liberi dalla concentrazione richiesta per sopravvivere negli scontri, la marmaglia di Senzanima può infatti concedersi di lasciar emergere aspetti celati e che, nel marasma della campagna contro Merovia, non potevano avere il giusto risalto. Al fianco di Ian combattono uomini e donne profondamente diversi, ognuno caratterizzato da una propria personalità, una varietà umana che necessita un’attenzione precisa per esser valorizzata, pena il mostrate figure spente e incolori, sacrificate vanamente all’interno di una saga che ha, in ogni sua incarnazione, mostrato di saper come lasciar emergere l’intimo dei compagni di avventura di Ian. Rileggendo i precedenti capitoli, operazione caldamente consigliata ad ogni nuova uscita in modo da rinfrescarsi la memoria, appare evidente come l’emotività emersa durante i feroci combattimenti sia figlia del momento, dove adrenalina e necessità degli sconti costringono i mercenari di Senzanima a non lasciar emergere tutto il proprio vissuto. opo gli eventi di Assedio, che ci hanno infine condotti alla conquista di Merovia, per la compagnia dei Senzanima è il momento della quiete. Ma può esistere la pace per animi piagati da scontri, violenza e combattimenti incessanti? Interrogativo a cui Stefano Vietti e Luca Enoch, autori del soggetto poi reso in sceneggiatura da Enoch, rispondono proprio con Tregua, che nonostante un titolo che lascia sperare in un attimo di serenità per Ian e compagni, si rivela esser al contrario un capitolo fortemente emotivo e foriero di futuri eventi.

Il gatto, il Kaiju e il Cavaliere di Dado (Feltrinelli Comics)

Una storia in cui il fiabesco si intreccia al quotidiano, dando vita a un mondo fantastico capace di accogliere tutti i lettori di casa. Dado coglie gli aspetti di vita comune, creando una sinergia tra personaggi e lettore che ci consente di percepire come 'nostra' l'avventura della piccola Camilla, che giocando con uno spirito citazionista mai banale ma garbato invita a una lettura familiare, resa avvincente dai divertenti disegni di Dado, ma soprattutto capace di farci apprezzare al meglio ogni sfumatura della nostra vita familiare.

Top 10 fumetti italiani 2021: Domenico Bottalico

Bob 84 di Vincenzo Filosa & Paolo Bacilieri (Panini Comics)

Bob 84 è un fumetto raffinatissimo, dal taglio adulto e ricco di un citazionismo mai fine a sé stesso che mostra ancora una volta quanto il linguaggio del fumetto possa trovare anche nel "genere" la chiave per una sintesi che porti a convergere diverse declinazioni del medium in maniera organica e intelligente. Nella speranza che Bob 84 abbia un seguito, anche non cronologicamente direttamente connesso al primo volume magari, l'unico appunto che si potrebbe muovere e l'eccessiva "velocità" della risoluzione ed il poco spazio riservato all'ambientazione giapponese.

Ventriquattro/Sette di Nova (BAO Publishing)

Ventriquattro/Sette non è un libro perfetto ma è sicuramente un libro fresco, citazionistico e stilisticamente radicato nell'underground, che ha il grande merito di riconsegnare, decisamente rinvigorita, al panorama autoriale italiano Nova. Con rinnovata sicurezza e personalità, grazie ad un citazionismo lapalissiano, divertente e mai stucchevole, Nova colpisce il lettore con passaggi più intimi e riflessivi in cui l'esperienza della pandemia si fonde molto bene con quelli della generazione dei trenta/quarantenni in cui le incertezze sentimentali e sociali diventano conflitti di portata universale e vengono metabolizzati attraverso poi una serie di riferimenti e di ripescaggi dall'immaginario pop. Si tratta di un percorso autoriale audace, assolutamente non semplice che premia anche e soprattutto il lettore che beneficia di una lettura che tocca temi universali (l'amore, il precariato, la realizzazione e la consapevolezza di sé) senza però il fardello di un flusso di coscienza in forma di vignette ancorate ad una intimità che spesso le rende avulse da un contesto simpatetico a tutti i tipi di lettore.

La Quarta Guerra Mondiale di Marco Taddei & Spugna (Feltrinelli Comics)

Il nucleo tematico de La Quarta Guerra Mondiale risulta lapalissiano a fine lettura: denunciare l'assurdità di ogni guerra passata, presente e futura. Un messaggio trasmesso in maniera forte e adrenalinica e con un piglio tutt'altro che "paternalistico" vista anche l'estrazione professionale dei tuoi autori che si muovono sempre in bilico fra produzione mainstream e underground, storicamente terreno fertile per questo tipo di operazioni in cui la forma "nasconde" la sostanza.

Tex Willer - Nella Terra dei Seminoles di Mauro Boselli & Michele Rubini (Sergio Bonelli Editore)

Tex Willer - Nella Terra dei Seminoles mostra la completa maturazione della serie Tex Willer. Si tratta forse dell'arco narrativo che per respiro, ispirazione e svolgimento ricorda più da vicino la serie classica ma anche quello che ne rimaneggia i topoi con piglio inedito ponendo al centro dell'attenzione sempre Tex ma in una versione dallo sguardo "inesperto" e che matura determinate convinzioni insieme al lettore alla fine del volume. Prova impressionante di Michele Rubini alle matite. Quello che colpisce è la potenza del tratto. Il Tex di Rubini è statuario, imponente e muscoloso ma non ipertrofico. Le spalle larghe, la mascella cesellata e lo sguardo tanto sicuro quanto rassicurante lo rendono estremamente americano e lo avvicinano concettualmente ad una certa iconografia dei comics americani.

La Divina Congrega Canto I - La Diritta Via di Marco Nucci, Giulio Antonio Gualtieri, Giorgio Spalletta, Matteo Spirito, Francesco Segala (Sergio Bonelli Editore)

Scevro da qualsiasi intento accademico o asetticamente celebrativo, La Divina Congrega Canto I - La Diritta Via è una lettura esplosiva e divertente che punta ad unire la tradizione dantesca con spunti marcatamente fantasy ed un piglio metaletterario che sin dalle primissime pagine fa collidere quella che una volta era definitiva "letteratura alta" con la grammatica e gli stilemi del fumetto e della letteratura fantasy in una forma inedita almeno per il mercato italiano.

Batman - Ianus di Alessandro Bilotta, Nicola Mari, Giovanna Niro, Stefano Accardi (Panini DC Italia)

Alessandro Bilotta (testi), Nicola Mari (disegni) e Giovanna Niro (colori) rappresentano l’Italia con Ianus. Sin dalle prime battute si avverte subito l’impronta esistenzialista della scrittura di Bilotta che crea per l’occasione anche un nuovo villain, Ianus appunto, non come mero capriccio creativo ma come volano per ritmare una storia ambientata su diversi piani temporali (come Giano Bifronte capace di guardare al futuro e al passato) il cui perno è l’esistenza stessa di Batman come Crociato Incappucciato. Nicola Mari offre una prova molto, molto convincente: lo stile è leggermente più sintetico del solito ma il lavoro chiaroscurale e l’attenzione della Niro ai colori rendono il loro approccio grafico uno dei migliori del volume candidandosi magari a qualcosa di più altro profilo o continuativo con il personaggio.

Dylan Dog Speciale 35 - Una Risata Vi Seppellirà di Alessandro Bilotta & Sergio Gerasi (Sergio Bonelli Editore)

Alessandro Bilotta confeziona un piccolo capolavoro per quello che si candida a tutti gli effetti non solo ad essere l'albo dell'anno ma sicuramente uno dei migliori in assoluto della lunga epopea dylaniata. Come in una farsa pirandelliana, Waldo Wilkinson e Groucho Marx si "incontrano" mentre Dylan è uno spettatore di passaggio per un racconto amaro che, nella cornice di quel grandioso esperimento che è Il Pianeta dei Morti, smaschera la menzogna come strumento di sopravvivenza.

Il Tesoro Perduto di Nora di Marco Rocchi & Francesca Carità (Star Comics)

Il Tesoro Perduto di Nora è una lettura young adult fresca e coinvolge in cui Marco Rocchi e Francesca Carità sono bravissimi a rileggere in maniera tanto personale quanto efficace tutti gli stilemi del genere ottenendo un risultato efficace e estremamente pregnante sia per i giovani lettori ovvero per il target di riferimento sia per qualche lettore più grandicello che verrà inevitabilmente costretto alla riflessione.

Zombicide Invader - Benvenuti all'Inferno di Luca Enoch, Stefano Vietti & Giancarlo Olivares (Sergio Bonelli Editore)

Zombicide Invader - Benvenuti all'Inferno è una lettura maschia, senza fronzoli tutta votata all'azione ma non per questo scontata o banale. Ci sono sì tutti gli stilemi tipici della fantascienza d'azione ma anche tanto potenziale per un volume che potrebbe passare, colpevolmente, sotto traccia.

Camerette di Frita (Ottocervo)

Per il suo esordio, Frita non sceglie di certo un percorso narrativo facile. Camerette infatti si configura inizialmente con una antologia in cui, nei diversi capitoli, si alternano diversi personaggi con le loro vicissitudini collocate in diversi momenti. Si tratta di un racconto corale dal taglio cinematografico seguendo però quella verve tutta italiana di registi come Paolo Virzì o Paolo Genovese interpreti di quei dramedy che scavano a fondo nelle relazioni grazie a personaggi interessanti e mai banali seppur archetipici come quelli di Frita. Al netto di questo in Camerette c'è tanto fumetto collocandosi idealmente nel calderone ampissimo dello slice of life come genere. Tuttavia l'autore romano non cade nell'insidioso tranello del racconto meramente autobiografico ma mantiene nell'arco del suo racconto quella urgenza che contraddistingue alcuni lavori di Silvia Ziche e soprattutto la prima produzione di Gipi.

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