Facciamo un salto di 11 anni e ci ritroviamo nel 1951, all'inizio del decennio d'oro della fantascienza. In quell'anno ci sono almeno due titoli di rilievo, il primo è Quando i mondi si scontrano di Rudolph Matè, una pellicola di tono apocalittico e oscuro, anche se riscattata da un finale di speranza, che esprime perfettamente il clima di paranoia della Guerra Fredda e la paura di una guerra atomica che non avrebbe lasciato superstiti.
Uno dei primi film a trasformare in metafora fantascientifica la paranoia della Guerra Fredda
Qui una delle tematiche fondanti della fantascienza classica, vale a dire l'incontro/scontro con l'altro, assurge a dimensioni letteralmente planetarie. La Terra infatti è ormai condannata con certezza scientifica alla distruzione dall'arrivo di una stella rossa (un simbolo sovietico): l'unica speranza dunque, ma solo per una minima parte dell'umanità, è quella di imbarcarsi su un'astronave e colonizzare un nuovo pianeta, Zyra, assai simile alla terra ma ovviamente del tutto sconosciuto.
Nel film dunque si mescolano la paura per la distruzione definitiva, l'ammirazione etica per chi sa sacrificarsi per il bene comune, la ricerca di un nuovo Paradiso in cui un'umanità rinnovata possa ricominciare da zero e il mito della Frontiera, tipicamente statunitense.
Quando I Mondi Si Scontrano |