D'accordo, il titolo italiano, come spesso accade, è brutto, ma il film merita decisamente, perché in realtà si tratta della prima e per alcuni della più riuscita sino ad ora, trasposizione di 1984 di George Orwell, romanzo visionario che ha probabilmente anticipato molti aspetti di una realtà in cui ormai siamo completamente immersi, forse a nostra insaputa.
la prima e per alcuni la più riuscita sino ad ora, trasposizione di 1984 di George Orwell
Oltre che ovviamente nella storia, il film ha il suo punto di forza nelle ambientazioni cupe ed angoscianti che ben sanno restituire l'atmosfera che permea un mondo disperato i cui abitanti devono forzatamente essere automi privi di pensiero critico, sentimenti e sogni.
In questo contesto la tragica ed ovviamente inutile ribellione del cittadino Smith è un monito terribile non soltanto per chi guardò il film nel 1956, memore delle dittature appena finite e di altre, molto più subdole, che si stavano instaurando proprio in quegli anni, ma anche per le generazioni a venire.
Tutti considerano Orwell 1984 di Michael Radford il remake di questo film, a ragione ovviamente, ma se dovessimo indicare il "film fantasma" che può essere intravisto solo in trasparenza attraverso il film e il romanzo stesso, vi diremmo Brazil di Terry Gilliam.
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