L'uomo è davvero andato sulla Luna nel 1969? Come sapete si tratta di una domanda su cui si basa un intero filone del complottismo, le cui tesi sono state illustrate per la prima volta al grande pubblico proprio da questo film di Peter Hyams.
La pellicola, che di fantascientifico ha poco se non appunto il tema del viaggio spaziale, si presenta come il tipico thriller di quegli anni, ma ha il merito di calare il concetto di complotto governativo e il clima di paranoia di quegli anni in un contesto sociale ed economico preciso, in cui non c'è nulla di misterioso, ma tutto acquista un senso sullo sfondo delle necessità della nostra organizzazione economica.
Quello che vediamo è vero o è frutto di un inganno perpetrato grazie alla tecnologia?
La sceneggiatura in realtà non prende di petto il noto tema, ma sceglie di trasporre il tutto in una realtà fittizia, in cui la missione in questione riguarda lo sbarco su Marte, tuttavia nella vicenda ritroviamo tutti i topoi della vicenda, la messa in scena cinematografica negli studios e la segretezza totale dell'operazione.
Qui la colpa è addossata a uno scienziato della NASA, che mette in scena il tutto per non perdere i fondi che finanziano il progetto stesso, negli anni scivolato sempre più nel disinteresse della politica e minacciato dalla qualità scadente di alcuni componenti chiave, che avrebbero portato la vera missione al fallimento.
Il senso del film però non cambia, perché l'idea che passa è che la realtà sia manipolabile agli occhi degli ignari cittadini, grazie ai media e alla moderna tecnologia e che tutto sia deciso in stanze buie, per motivi economici.
Capricorn One |