Ancora Peter Hyams, ancora un film di fantascienza atipico per l'autore di Capricorn One: Atmosfera Zero infatti può essere descritto come un western spaziale, che in pratica traspone la storia del classico Mezzogiorno di fuoco nello spazio, come pretesto per attualizzarne la trama e calarla in un contesto di critica sociale.
Sul satellite di Giove, Io, il commissario O'Niel (Sean Connery) scopre che l'azienda mineraria che gestisce l'estrazione del titanio gestisce anche un enorme traffico di droga, che utilizza per far aumentare la produzione nei turni di lavoro e conseguentemente i profitti. I minatori infatti, isolati all'interno delle strutture di sopravvivenza e senza grossi svaghi rischiano di cadere nella depressione, producendo meno e costando di più in termini di assistenza. Peccato che la droga abbia come effetto collaterale pazzia e omicidio.
riuscita trasposizione del classico western Mezzogiorno di fuoco in un'ambientazione spaziale
Minacciato dal direttore della multinazionale che ha convocato nella stazione alcuni sicari con l'ordine di eliminarlo, il commissario cercherà inutilmente aiuto e assistenza tra la popolazione della colonia, che ovviamente glieli negherà per vigliaccheria. Ma O'Niel, con l'aiuto della sola dottoressa, sarà organizzare una degna accoglienza ai killer.
Girato in tempo reale, nel senso che dura quanto il tempo che lo separa dall'arrivo della navicella spaziale che trasporta i killer, Atmosfera zero è un piccolo trattato psicologico sull'essere umano, sulla solitudine, sulla paura ma anche sul coraggio, sull'avidità e sul senso civico che impedisce al protagonista di scappare di fronte a una minaccia che pure lo spaventa.
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