Sin City – Una donna per cui uccidere
Punteggio: 47
Distanza: - 40
Ecco un altro sequel (ma anche prequel), e come "300" un altro film tratto dall'eccezionale fumettista Frank Miller. In questo caso l'autore di fumetti prende parte anche alla realizzazione del film, firmando la regia insieme a Robert Rodriguez.
"Sin City, una donna per cui uccidere" riprende gli elementi che avevano funzionato al meglio nel primo film, a partire dal quel bianco e nero dal forte contrastato con simboliche macchie di colore qua e là, a concentrare lo sguardo dello spettatore. Dal punto di vista estetico, come con "300, L'alba di un impero" siamo quindi davanti a una ripetizione più o meno scontata, ma comunque lo sguardo ne è soddisfatto.
I difetti però non mancano. Il peggiore è sicuramente la versione 3D, obbligatorio forse per un film uscito nel 2014 ma stucchevole e inutile per un'opera del genere – considerando soprattutto che cerca di riproporre a schermo un fumetto che è per natura bidimensionale. Fortunatamente però possiamo ancora scegliere di guardare la versione standard, nettamente superiore a quella 3D.
Sin City – Una donna per cui uccidere |
Eliminato il 3D "Sin City 2", per chiamarlo con un nome più breve, non è un brutto film e forse è quello che meno di tutti merita di stare tra i dieci peggiori. È vero, c'è una stancante ripetizione di cliché già visti, quelli della classica opera noir, con gli eroi frustrati e coraggiosi, e le belle donne esposte che ogni tanto sfuggono allo stereotipo e diventano femme fatale armate e pericolose. Ecco "Sin City, una donna per cui uccidere" forse non è un film memorabile ma dopotutto ci propone lo stesso oscuro fascino del primo, la stessa fuga in un mondo peccaminoso, sporco e contaminato.
Le storie della narrazione episodica non sono altrettanto raffinate, e l'empatia con i personaggi non scatta con la stessa foga. Forse questo film è a tratti fin troppo prevedibile, ma si esce soddisfatti dal cinema, senza escludere una seconda visione a casa.