Divergent
Punteggio: 49,3
Distanza: 36
Come "The Giver" anche "Divergent" è tratto da un romanzo per ragazzi a tema distopico, e anche in questo caso il testo è il primo capitolo di una trilogia. L'autrice è Veronica Roth e i libri non sono ancora stati tutti pubblicati.
Il modello è quello noto: in un futuro imprecisato la società umana si è organizzata sulla base di criteri rigidi, a ognuno è assegnato un ruolo preciso e a nessuno è permesso di essere diverso. Alcuni individui sono però etichettati come "Divergenti", persone che non si riescono a incasellare nelle categorie predefinite. Tra questi c'è la protagonista Beatrice, che avrà l'occasione di usare il suo dono – l'immunità alle droghe che annullano la volontà – per diventare un'eroina.
A prima vista l'idea è quella di dipingere in chiave fantascientifica le difficoltà di un'adolescente di fronte a un mondo più grande di lei, il sentirsi costantemente fuori posto, diversi, destinati a qualcosa che non si comprende.
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"Divergent" finisce per essere vittima di sé stesso e del romanzo originale: è un film prevedibile in tutto, che sembra più che altro una brutta copia di Hunger Games. La dimensione fantascientifica va cercata con fatica, il tema distopico finisce per fare da cornice e si confonde la liberazione simbolica dell'individuo con un'adolescenziale storia d'amore.
"Divergent" comunque si può salvare per quello che è, vale a dire un film per ragazzi: forse non è giusto guardarlo con gli occhi di chi ha macinato Terry Gilliam, THX1138, fahrenheit 451 e così via. Divergent potrebbe essere utile per avvicinare un nuovo pubblico a questo complesso genere narrativo, e da questo punto di vista è interessante.
Probabilmente è per questo che la critica ha premiato "Divergent" più del pubblico (Distanza 36), ma guardarlo tutto dall'inizio alla fine comunque richiede pazienza e coraggio.