Dopo aver pubblicato molti anni fa una bella edizione de L'uomo Tigre e aver "giocato" con il formato e con il linguaggio del fumetto nipponico, saldaPress si tuffa ufficialmente nell'arena della pubblicazione dei manga varando la nuova collana Mangaka. L'editore emiliano, come sua consuetudine, cerca di presentare al pubblico qualcosa di particolare ed interessante optando quindi non per un titolo che cavalchi i trend del momento ma recuperando un cult assoluto e proponendo al pubblico un autore finora rimasto inedito nel nostro paese ovvero To-y 1 di Atsushi Kamjio.
Si tratta di un fumetto di target shonen, pubblicato originariamente fra il 1985 e il 1987 per poi essere raccolto in 10 tankobon, ma non è il classico battle shonen bensì una storia ambientata nel mondo della musica. Seguiremo infatti le vicende del giovane To-y Fujii che si muoverà nella sottile zona grigia fra il sottobosco delle band punk e new wave underground e quello patinato delle boy band e delle idol: quale sarà il percorso migliore per realizzare il suo sogno ovvero cantare e fare la musica che più gli piace? To-y è un cult perché sarà il manga che farà da "canovaccio" ad un intero genere che troverà poi espressione più nota al grande pubblico con titoli come Nana e Beck.
To-y 1: distruggiamo la noia!
Siamo nel Giappone di metà anni 80, To-y Fujii è bello e ama cantare. La sua band, i Gasp, è famosa nell'ambiente underground non solo per la musica ma anche per l'attitudine estrema: ogni loro concerto finisce con risse e disordini. Se le strade e i club di Tokyo sono invase da band punk e visual kei, in TV va un altro tipo di musica quello di idol e boy band costruite tavolino per dominare le classifiche di vendita. È il caso del cantante di Yoji Aikawa spinto dalla potente casa discografica Kama Pro e dalla manager Kashiko Kato. Sarà proprio Kato ad essere invitata ad un concerto dei Gasp, organizzato da Hiderow una misteriosa amica di To-y, rimanendo fulminata dalla presenza scenica del ragazzo.
La manager intuisce il potenziale di To-y e organizza un grosso concerto per la band promettendo la registrazione di un disco live ma anche che il ragazzo lasci i Gasp ed entri ufficialmente alla Kama Pro. To-y è ovviamente diviso e dubbioso: a lui importa solo la musica, ma quale musica? il punk sembra non soddisfarlo più ma il modo delle boy band non sembra assolutamente fatto per lui che ha un indole ribelle.
Mentre fa amicizia con la giovane Any, una fan che lo segue ovunque, To-y riflette sul suo futuro mentre incassa la stima di altre band come i Penicillin Shock della enigmatica Kaie. Arriva così il giorno del concerto che si rivela un successo pazzesco su cui si allunga l'ombra della decisione di To-y, una decisione che spiazza sia i Gasp che la Kato. Il ragazzo infatti sembra aver preso una strada tanto tortuosa quanto inusuale per valorizzare il suo talento.
To-y 1: sposerò To-y Fujii
To-y è un cult perché effettivamente è stato uno dei primissimi manga di target shonen ad essere ambientato nel mondo della musica e a rielaborare certi stilemi che si erano visti, declinati in maniera più scherzosa e giocosa, per esempio nei majokko. Atsushi Kamjio in questo prende un plot lineare - la parabola di un giovane cantante - e attorno ad esso costruisce una storia di crescita personale e idealmente anche il racconto della passaggio dall'adolescenza all'età adulta che trova nella musica una metafora sempre efficace. Non è un caso che To-y si chieda più o meno a metà di questo primo volume se effettivamente il punk faccia ancora davvero per lui.
Attorno a questo nucleo narrativo forte, il mangaka poi non deve fare altro che costruire da un lato personaggi interessanti e sfaccettati (Hiderow, la manager Kato ma anche le band e i suoi componenti fra cui spicca Kaie) e dall'altro dinamiche capaci di esaltare sentimenti, stati d'animo, dubbi e incertezze tipiche della crescita citata poco sopra. Dagli scontri di personalità forti all'interno delle band, passando per i dubbi sulle scelte legate al proprio stile di vita e al proprio futuro, fino agli immancabili drammi sentimentali (qui a dirla tutta non troppo invadenti per fortuna) costuiscono
To-y 1 è una lettura coinvolgente merito anche di un comparto grafico elegantissimo in cui un certo stile wild & beauty riemerge prepotente non solo nelle anatomie androgine e bellissime del protagonista ma anche nella attenzione al dettaglio degli abiti e del look più in generale il tutto rigorosamente calato nell'estetica anni 80 sia che si faccia riferimento ai personaggi più glamour che alle varie band in cui al già citato movimento visual kei (la rivisitazione nipponica dell'occidentale movimento new wave e post-punk). La linea di Kamjio è lunga e continua, gli sfondi sono minimali e l'attenzione del lettore viene capitalizza da grandi riquadri in cui le figure, spesso anche sbordate, dominano la scena. Anche il tratteggio è ridotto al minimo mentre i retini vengono utilizzati soprattutto nelle sequenze sul palco per dare un certo senso di patinatura al tutto. Interessante notare come, soprattutto rispetto ai manga moderni, la gabbia sia molto più presente e in alcuni capitoli molto rigida seppur non ripeta quasi mai lo stesso schema.
Non è ancora un lavoro maturo quello di Kamjio: la linea in alcuni frangenti non è ancora sicura, c'è qualche indecisione anatomica e alcune pose, musicali, risultano poco credibili. Al netto di questo, To-y 1 rimane un lavoro graficamente interessantissimo proprio perché ancorato sì ad una estetica ora vintage ma capace ancora oggi di risultare affascinante. Infine alcune curiosità sul manga e quanto abbia influenzato la produzione successiva e non solo: la serie è stata adattata in un OVA nel 1987 con Masaya Matsuura e la sua band Psy-S che si occuparono delle musiche. La band Penicillin Shock ha ispirato la vera band visual kei Penicillin che ha intitolato il suo primo album proprio Penicillin Shock. Nel 2015, Atsushi Kamijo ha disegnato la copertina del loro album Penicillin's Memories - Japanese Masterpieces.
Il volume
saldaPress propone To-y 1 in una edizione kanzenban. Un volume formato 19x13 cm circa con una generosissima foliazione da oltre 400 pagine. Da segnalare la presenza della sovraccoperta e di un design minimale ma elegantissimo per questa edizione italiana. Impeccabile la cura carto-tecnica: la carta è usomano chiara dall'ottima grammatura, la qualità di stampa eccellente così come la rifilatura delle pagine che permette una lettura agevole - c'è da dire anche che a parte un paio di doppie splash-page il manga non presenta tavole sbordate, cosa abbastanza comune invece in quelli contemporanei, aspetto che aiuta in tal senso. Sono presenti le pagine a colori e in tricromonia (rosso, nero e bianco e loro sfumature - una scelta molto in voga negli anni 80). Dal punto di vista degli extra è presente solo una breve galleria di pin-up del protagonista mentre non sono presenti contributi editoriali. Molto scorrevole la traduzione e puntualissimo l'adattamento che, grazie ad alcune note poste in maniera mai invadente nelle pagine, contestualizza alcuni riferimenti.