Thor: Love and Thunder, recensione: quando l’amore non ti fulmina

Thor torna al cinema grazie a Taika Waititi con Thor: Love and Thunder ritrovando Jane Foster (Natalie Portman) e il nuovo nemico Gorr.

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a cura di Elisa Erriu

Tra i tanti modi di dire sull’amore, ce n’è uno che riguarda i colpi di fulmine. Uno anche su farfalle e su particolari fenomeni digestivi. Ma niente a proposito dei tuoni. Da un film come Thor: Love and Thunder, che nel titolo promette “Amore e Tuono”, non si sapeva bene dunque cosa aspettarsi: perché mettiamo il Dio del Tuono vicino a questa parola, di che tipo di amore parliamo e, soprattutto, quanto “tuono”? Le aspettative erano alle stelle all’apparizione (o meglio, al ritorno) di Natalie Portman nei panni (e armatura) della Potente Thor e di Christian Bale nel ruolo del prepotente Gorr. C’era chi scalpitava e chi tentennava alla visione del Macellatore di Dei diverso dall’originale Marvel e chi, conoscendo molto bene la storia di Jane Foster a questo punto della saga, si domandava se avremmo visto uno dei momenti più emozionanti nella storia fumettistica del personaggio. A questo punto, c’è abbastanza elettricità nell’aria per parlarvi del film. E anche un po’ d’amore.

Love & Tender

Molti spettatori potrebbero dare quasi per scontato che in questo film ci sarà un’importante storia d’amore. Le possibilità ci sono, c’è il grande ritorno di Jane Foster e, dato da ciò che si è visto coi trailer, la falsa modestia di Thor nudo. L’astrofisica di fama mondiale, che è stato l’interesse amoroso di Thor per almeno due dei suoi quattro film, non la vedevamo dal 2013, dove ha combattuto assieme al dio norreno per salvare la Terra da Malekith e i suoi elfi oscuri. Come vi avevamo ricordato nel nostro articolo recap per Thor: Love and Thunder, col tempo, abbiamo capito che la relazione tra Jane e Thor non fosse andata a buon fine, suggerito da diversi indizi, le confessioni del dio nel suo lungo peregrinare tra i film Marvel e anche qualche leggero indizio della serie “What If…?”.

Questa volta, Jane ritorna come protagonista, ma sbagliereste a pensare che sia (soltanto) lei la parte che dona “amore” al titolo del film. Jane in questa pellicola non è una donna che ha aspettato Thor senza far niente della propria vita, non ha rincorso una relazione in cui credeva, ma che aveva realizzato non sarebbe mai potuta diventare ciò che aveva sempre voluto. Jane non pensa all’amore per il “Tuono”, nel primo momento in cui la ritroviamo in Thor: Love and Thunder. Lei diventa il “Tuono”. Pensa a se stessa con la forza di chi ha un’estrema consapevolezza di chi sia e, in un’occasione speciale, si dimostra degna di brandire il martello magico, Mjolnir, come Potente Thor.

Se avevate dubbi a proposito, possiamo confermarvi che Jane non è rilegata al ruolo comprimario di un “sostituto” del Dio del Tuono: la Potente Jane, esattamente come il nuovo Re di Asgard, interpretato da Tessa Thompson aliasValchiria, è capace di esprimere una grande forza di volontà e fisica. Pur non esibendo lo stesso ricco compartimento di muscoli di Thor. Strano a ribadirlo? A quanto pare no, visto che la stessa Natalie Portman ha dovuto specificare (di nuovo) nella conferenza stampa dell’anteprima che, nonostante abbia persino fatto palestra con Chris Hemsworth e una dieta proteica, non era in grado di aumentare troppo la sua massa, complice la sua statura, la sua età e (se vogliamo scusarla per questo) il fatto che, molto probabilmente, avere un fisico da “Potente Thor” avrebbe potuto compromettere l’appetibilità ai produttori per altri suoi ruoli cinematografici. Ma non vi preoccupate per questo, in più di un’occasione né Valichiria né la Potente Thor si sottrarranno alle scene d’azione, meno efferate rispetto alla crudezza di Hela di Thor Ragnarok, ma non per questo meno combattive.

In fondo, l’amore per un Dio del Tuono è (anche) questo: combattere contro orde di mostri oscuri, combattere contro se stessi, combattere per proteggere i più deboli e le persone che ami. Anche se le persone che ami possono essere un martello leggendario o uno Stormbreaker. In questo caso, un avviso: non mettetevi in mezzo tra l’ascia e il martello.

Thor Love and Thunder, contro gli Dei per amore

A proposito di combattere per le persone che ami: forse uno degli aspetti più coinvolgenti di Thor: Love and Thunder, è proprio il suo antagonista, Gorr, il Macellatore di Dei. In una grande interpretazione, Christian Bale si unisce all'Universo Cinematografico Marvel interpretando un (altro) antagonista ben riuscito del mondo MCU. E a renderlo così vincente è proprio lo stesso ingrediente usato per Thanos, Loki, Scarlet Witch e gli altri supereroi che hanno provato il lato oscuro: la disperazione. Proprio nei primi minuti del film, assistiamo al passaggio da Gorr il pio a Gorr il macellatore: Gorr ama sua figlia e ha fede nel suo dio. Ma di fronte al rifiuto divino nel momento in cui aveva più bisogno, Gorr decide di vendicarsi e far sì che nessuno venga più tradito dalle divinità, come è successo a lui.

Waititi e Bale riescono straordinariamente a fare un passo in avanti rispetto ai temibili antagonisti che Thor ha affrontato finora: Gorr non ha la follia ineluttabile di Thanos, non ha la sete furiosa di vendetta di Hela o la malvagità senza scrupoli di Laufey. Gorr è preciso, disperato e soprattutto capibile. In un modo quasi simpatico, Bale dona spessore a Gorr pur relegandolo in un fisico non del tutto attinente al suo equivalente fumettistico. Dove mancano i muscoli, compensa il carisma, lo sguardo nero di chi ha perso tutto ed è convinto, in un modo quasi supereroico, a evitare che tutti facciano la sua stessa fine. Gorr è inquietante, provocatorio, intimidatorio, non muove guerra contro l’universo o innocenti, lui vuole “macellare” gli Dei, una casta precisa di esseri sovrumani che, concretamente, non fanno altro che gozzovigliare e banchettare. Fino alla fine, Gorr è spinto da un amore in grado di competere col Tuono. E non possiamo dirvi se sia davvero o meno in grado di sconfiggerlo.

La Saetta e il Tuono

Se avevate già apprezzato il tocco di Taika Waititi nel rendere Thor più colorato, più co(s)mico e più pop in Thor Ragnarok, allora questa volta impazzirete: Thor: Love and Thunder è un album Metal, è una cover di citazioni anni ‘80 e un’atmosfera rock’n roll con tutte le capre che servono all’occorrenza. Thor è l'unico personaggio Marvel a essere arrivato al suo quarto film e Waititi voleva celebrarlo al massimo. Parliamo di un film estremamente per famiglie, forse la pellicola più adeguata per il passaggio generazionale, dato l’importante messaggio di fondo del rapporto genitori/figli che permane in tutta la pellicola.

Le musiche di Michael Giacchino, lo stesso compositore di The Batman, riescono a risuonare bene con le battute del film, specialmente nei momenti salienti degli scontri. Ma neppure un talento del suo calibro riesce a salvare gli aspetti più deboli di Thor: Love and Thunder: le divinità e la caratterizzazione dei personaggi di contorno, non brillano di quella luce divina che ci si aspetterebbe. Soprattutto Zeus, il leggendario re degli Dei interpretato dal leggendario Russell Crowe, sembra mancare di mordente, di luce, di guizzo. Gli Dei trascorrono le proprie giornate nell'eccesso, crogiolandosi in Omnipotence City? Credibile. Ma lo Zeus di Crowe è troppo fiacco per il ruolo che interpreta, forse troppo veloce la sua apparizione o troppo comica, per le aspettative che rivolgevamo nei suoi confronti.

Stessa fine che spetta ai Guardiani della Galassia: ci stavamo chiedendo tutti in sala le grandi avventure che avranno vissuto assieme al rinnovato Dio del Tuono. Ci spiace dovervelo dire, ma non saranno protagonisti di epici racconti. Perché se c’è una garanzia, dal primo Thor del 2011, è che per quanto il Dio norreno sia cambiato ed evoluto, abbiamo ormai inteso che il suo ruolo è sempre più lontano dall’essere leggenda e più vicino all’essere umano.

Thor Love and Thunder, conclusioni

Quando hai a che fare con un dio norreno guerriero convinto che tutti quelli che ama muoiano, ti ritroverai a dover combattere contro l’oscurità, lo spazio profondo e capre urlanti. Thor: Love and Thunder è una pellicola vivace, anche un po’ folle, adatta a tutti, soprattutto ai bambini, di Nuova Asgard o meno. Forse è questa la grande rivelazione, perché gli adulti avranno ben inteso che Taika Waititi, dopo Thor Ragnarok, li avrebbe fatti divertire ancora una volta. Ed è proprio così: non aspettatevi il film impegnato alla Sam Raimi, niente trame politiche, complotti e trame complesse all’era di Captain America. Thor è un nuovo eroe adesso e sarà proprio lui a dimostrarci che l’amore non ti fulmina. Tuona. E ricordate che se volete, potete incontrare i personaggi del film grazie al Thor: Love & Thunder Tour

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