This England, in uscita il 30 settembre su Sky e Now, è una nuova miniserie britannica ideata da Micheal Winterbottom e Kieron Quirke, diretta proprio dallo stesso Winterbottom e dal regista Julian Jarrold, conosciuto per opere come Becoming Jane e Once Upon a Holiday. Con This England viene esplorato un momento storico recente, uno dei peggiori degli ultimi anni, ovvero lo scoppio della pandemia di Covid-19, che ancora oggi sta mietendo vittime e costringendo fasce intere della popolazione mondiale a restare in quarantena. In questa nuova produzione sviluppata da Sky UK, Kenneth Branagh è il protagonista assoluto (Assassinio sul Nilo, Harry Potter e la Camera dei Segreti) perché impersona l’ex ministro britannico Boris Johnson, attualmente sotto inchiesta per lo scandalo Pincher.
This England: dalla Brexit alla tragedia del Covid-19
È il 2019, siamo a Londra, in Inghilterra. Da poco Theresa May ha dato le dimissioni come primo ministro, e Boris Johnson, ex giornalista licenziato per essersi inventato una citazione e da poco leader del Partito Conservatore, è stato nominato Primo Ministro da Elisabetta II per accompagnare il Regno Unito a distaccarsi definitivamente dall’Europa. Boris Johnson è un uomo che in tanti, e forse erroneamente, paragonano a Winston Churchill per i suoi modi rudi e poco ortodossi.
Il racconto di This England ruota attorno agli ultimi mesi del 2019, raccontandoci la personalità di Boris Johnson, un uomo confuso che si ritrova in una situazione politica e sociale complessa, che tratta con immaturità. Non è il classico politico che fa annunci ma lavora nell’oscurità dell’ufficio al numero 10 di Downing Street, concentrato più a dare un futuro al popolo britannico invece che pronunciare i tipici slogan che in Italia conosciamo molto bene. Una volta giunto l’anno nuovo, in cui promette ai britannici un anno di rinnovamento e splendore, affronta la seconda sfida del suo mandato, la più complessa dai bombardamenti nazisti che Winston Churchill dovette gestire per mesi da solo, senza alleati che lo aiutassero.
Un misterioso virus proveniente da Wuhan, in Cina, sta piano piano avanzando nel resto del mondo, e minaccia l’egemonia di ogni paese, ma la cosa più grave è che nessuno in Inghilterra sembra preoccuparsene neanche dopo tutte le prove e i video provenienti dai distretti cinesi che potrebbero allarmare il resto del mondo. Nessuno sembra prestare la dovuta attenzione a una minaccia concreta, nessuno è intenzionato a muoversi e l’OMS, che capisce di essere davanti a qualcosa di probabilmente ingestibile nel breve termine, tergiversa prima di dichiarare lo stato d’emergenza. Lo stesso accade anche tra i vari Capi di Stato, che si ritrovano come in Giappone il pericolo quando è già troppo tardi, o la Corea del Sud e la Thailandia, in grande difficoltà.
Il virus ci mette poco ad arrivare in Occidente, complici i voli tra un capo e l’altro del mondo e il turismo, che si ferma ufficialmente a febbraio, il mese in cui tutto cambia per sempre. In Inghilterra, proprio come in Italia, Francia e Germania, le attività procedono senza interruzioni. D’altronde, non c’è motivo di preoccuparsi; finché i primi casi non cominciano a comparire anche sul continente europeo (a Codogno, per la precisione), mettendo in allarme l’Europa e l’Italia.
Nel frattempo, in Inghilterra ancora si discute della Brexit e della buona uscita dalla Comunità Europea. Mentre Boris Johnson concentra ogni sua energia per ottenere delle garanzie, comincia già a stilare la lista dei mesi a venire, che considera cruciali per l’economia britannica. Boris Johnson si ritrova molto presto ad adattarsi a un ruolo difficile, e intanto nel marzo 2020 scoppia la pandemia in Europa. L’Italia è la prima a cadere, seguita da Francia e Germania. Mentre l’intero continente prende dei provvedimenti, tra zone rosse e bianche, l’Inghilterra tergiversa e pensa ancora al prossimo Consiglio Europeo, l’ultimo della sua storia, e a come risolvere la situazione. Il Covid-19 ferma l’Italia, costringendo il premier Giuseppe Conte a dichiarare il lockdown nazionale, e così fanno anche altri paesi europei. Tutti, nessuno escluso, seguono il modello italiano.
Tranne il Regno Unito, che continua a sostenere che non sia altro che un’influenza. E nonostante il Ministero della Sanità britannico dichiari le linee guida da seguire che ricordiamo tutti (mascherina sul volto che copra il naso; guanti e distanziamento sociale), Boris Johnson se ne infischia del regolamento, collezionando delle pessime figure l’una dopo l’altra, con lo sdegno e l’incredulità della sua squadra di governo, che comincia addirittura a metterlo in discussione.
Quando però il Covid-19 prende il sopravvento, mettendo in difficoltà il sistema sanitario britannico, Boris Johnson si rende conto che ormai è troppo tardi per intervenire in maniera decisa e tempestiva con un serio piano sanitario. Mancano i tamponi e le terapie intensive sono sature, e l’unica soluzione è seguire l’esempio di altri paesi, che preferiscono pensare ai cittadini che all’economia e alla sostenibilità. Un sacrificio che spaventa lo stesso premier britannico, che si ritrova a posticipare ogni sua decisione perché pensa ai danni che un lockdown totale potrebbe creare. La cinepresa si sposta sulla gente comune, che soffre in casa, isolata dal mondo. In tal senso, le immagini del quinto episodio riguardano direttamente gli ospiti di una casa di riposo, tenuti sotto controllo dai pochi volontari ancora rimasti. E vediamo la gente morire e soffocare.
La narrazione della miniserie, per tutta la sua durata, si estende nei luoghi di potere e successivamente nelle abitazioni di alcuni cittadini. Vediamo degli infermieri stare svegli per accudire i malati, mentre una moglie saluta il marito al cellulare, o un nipote suo nonno. Sono immagini forti e potenti che rappresentano un vero pugno nello stomaco, e This England è la prima produzione che parla del Covid-19 in un modo simile, non tralasciando nulla.
L’interpretazione di Kenneth Branagh, infatti, è stata encomiabile. Ci ha ricordato l’ottimo lavoro svolto da Gary Oldman ne L’Ora più Buia, e infatti gli showrunner non nascondono un’ispirazione verso il capolavoro di Joe Wright, tanto che lo stesso Kenneth Branagh ha più volte ripetuto il nome del leggendario Primo Ministro britannico. L’attore inglese ha offerto una prova magistrale, replicando fedelmente persino la voce di Boris Johnson, le sue movenze e il suo comportamento insopportabile. Non lo neghiamo, spesso abbiamo provato antipatia nei suoi confronti, specie nel quinto episodio e nel sesto episodio.
This England è una miniserie matura
This England è una miniserie che non si accontenta di proporre una biografia di un uomo potente, il più potente sul suolo inglese dopo la regina Elisabetta, bensì è la storia di un momento storico significativo per chiunque lo abbia vissuto. Tutto è descritto in maniera minuziosa, con passione e attenzione, e ogni elemento trasuda un’emozione differente.
È una miniserie che, senza ombra di dubbio, potrebbe lasciare il segno nei cuori di tanti spettatori. Il groppone in gola, e non per una scena d’amore, è assicurato: rivivere certe scene è stato pesante, e ci ha riportati a quegli avvenimenti che non ricordiamo con allegria. Indipendentemente da come vi sentirete alla fine della visione, il senso di impotenza non vi abbandonerà fino al giorno seguente.