Sembra proprio che l'autunno 2022 sia un periodo propizio per Ryan Murphy. Dopo la tanto discussa Dahmer, il creatore di Glee e di American Horror Story torna presto su Netflix con The Watcher, una nuova inquietante miniserie composta da 7 episodi.
La nuova creatura del regista americano vede anche la firma di Ian Brennan, ormai partner artistico fisso, nonché la partecipazione di Naomi Watts, che dopo The Ring torna ad interpretare il ruolo di madre, stavolta nei panni della signora Brannock. L'attrice è affiancata da un cast d'eccezione, tra cui Jennifer Coolidge, Mia Farrow e Bobby Cannavale (Nine Perfect Strangers).
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Un incipit accattivante
Gli intrecci di Ryan Murphy e Ian Brennan sono ormai una certezza. The Watcher è ispirata ad una storia vera, narrata in The Haunting of a Dream House di Reeves Wiedeman. Il primo episodio ci introduce nella vita dei Brannock, intenti ad acquistare una grande casa in New Jersey, ambita da numerosi acquirenti. Apparentemente la famiglia perfetta, i coniugi Nora e Dean nascondono le classiche problematiche familiari, tra una primogenita che cresce troppo in fretta, un figlio che porta animali in casa e qualche problemino finanziario qua e là. La nuova casa sembra proprio l'inizio di una nuova vita piena di serenità, fin quando non arrivano alcune inquietanti lettere da parte di un Osservatore. Tra vicini poco ospitali e curiose figure, l'identità del mittente non sarà certo l'unico segreto da svelare.
L'inquietante trailer di The Watcher costituisce un biglietto da visita vincente, e il primo episodio è un perfetto incipit alla storia. In 46 minuti, il racconto trova modo di sedimentarsi, offrendo già un grande assaggio del macabro racconto. I personaggi sono subito ben delineati e caratterizzati: la paziente e cauta Nora sposa il rigido e iracondo signor Brannock, che guadagna subito l'antipatia di tutto il vicinato con i suoi modi autoritari e sprezzanti. La figlia più grande è la classica giovane ribelle protagonista di un conflittuale rapporto con il padre, mentre il secondo è il piccoletto di casa. E ad interpretare questi personaggi c'è un cast perfettamente calato nel rispettivo ruolo sin dai primi minuti.
The Watcher è un lungo viaggio verso il terrore
Man mano che l'oscurità della casa ingloba i propri inquilini, ognuno di loro finisce col farsi divorare da essa, perdendo il controllo. L'interpretazione di Bobby Cannavale è esemplare nel lungo e complesso crollo psicologico, che porta l'uomo a conoscere il terrore, l'ossessione e la manipolazione. Nessun passaggio brusco, ma un mutamento graduale e viscerale.
Da un regista con un passato come quello di American Horror Story ci si può mai aspettare una caduta di stile? Questo interessante thriller riesce subito ad accattivare chi lo guarda. Già dal principio non brucia le tappe; da una miniserie ci si aspetterebbe un primo episodio frettoloso, invece la prima impressione è quella di un racconto denso, curato nei minimi dettagli. In tal modo, la narrazione prosegue aggiungendo sempre nuovi tasselli ed insinuando nuovi profondi dubbi, tardando sempre più la soluzione del grande enigma. Appena sembra che l'effetto sorpresa sia tradito, in realtà il racconto riserva nuove imprevedibili piste da poter seguire, arrivando ad un tormentato finale che fa accapponare la pelle.
Ancora una volta, il duo Murphy-Brennan cavalca l'onda del true crime. Rispetto alla serie su Jeffrey Dahmer, incredibile successo per Netflix, con The Watcher si respira un'aria diversa, meno pesante o difficile da digerire, più sulla scia del mistero e della suspense. A tratti il pretesto narrativo potrebbe richiamare alla mente The Open House (2018) di Matt Angel e Suzanee Coote, senza mai perdere l'evidente radice in American Horror Story, in particolare la prima stagione AHS: Murder House per le sue ambientazioni.
La personalità di The Watcher
Sin da subito, The Watcher mostra di avere un gran carattere, grazie a quelle atmosfere care a Murphy, capaci di far sentire quasi a disagio lo spettatore. Il silenzio dei quartieri residenziali che celano oscuri segreti, o gli occhi indiscreti di figure bizzarre, fuori dal tempo, come fantasmi che aleggiano intorno ai protagonisti; ogni situazione suggestiva è ambientata in luoghi perturbanti, come case labirintiche o lunghi viali desolati.
Un curioso aspetto è il bizzarro riferimento ad opere, artistiche o filmiche, che fanno parte dell'immaginario collettivo. È il caso di alcuni perturbanti vicini, il cui aspetto e i cui costumi ricorderebbero il soggetto di American Gothic, dipinto di Grant Wood, o per certi versi una versione matura dei personaggi de' La famiglia Addams.
La meticolosa narrazione acquista, passo dopo passo, un climax ascendente capace di stimolare i più profondi timori, giocando sulla paura quasi irrazionale di essere osservati da qualcuno lì fuori, per tutto il giorno. Mentre ci si chiede quale sia l'identità del mittente delle lettere e quali siano i segreti della grande e affascinante casa, lo spettatore è portato a provare una progressiva sensazione di disagio. Nessun jump scare né alcun espediente prevedibile: l'inquietudine è resa con metodi più ricercati, ombre fugaci o sguardi pietrificanti, e con un ritmo sempre graduale. Sono presenti molti dialoghi tra i personaggi, ben studiati, tuttavia non prevale mai un elemento sull'altro: le parole si uniscono perfettamente alle immagini, creando un'atmosfera tanto equilibrata quanto disturbante.
La sceneggiatura sapiente si unisce ad uno stile di regia strettamente personale. Dominate da toni freddi, le inquadrature prediligono spesso la simmetria, quasi a citare cult dell'horror e del thriller come The Shining di Stanley Kubrick. La fotografia di The Watcher sfrutta corridoi, strade, moli per creare immagini a perdita d'occhio, quasi come se fossimo di fronte ad un vero e proprio studio sulla prospettiva.
In conclusione
The Watcher, sin dalle prime immagini, si dimostra un'opera accattivante. La storia dei Brannock, ispirata a fatti reali - e il pubblico ama questo genere di cose -, si sviluppa con un intreccio che riesce subito a catturare l'attenzione e a scatenare sentimenti inquieti. Essa stuzzica la curiosità più profonda, non solo intorno al misterioso Osservatore ma anche a tutti gli altri criptici personaggi; il tutto è incorniciato da uno stile inconfondibile e di ottima qualità, degno del nome di Ryan Murphy.