The Umbrella Academy, il successo tra fumetto e serie TV

Facciamo insieme un salto alla scoperta di The Umbrella Academy, tra il fumetto e la serie TV Netflix che ne è stata tratta.

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a cura di Rossana Barbagallo

The Umbrella Academy, dall'inchiostro su carta alla messa in scena per Netflix: il fumetto rivelazione di Gerard Way e Gabriel Bà su una quasi-famiglia di supereroi che dovrà vedersela con una minaccia planetaria ha incantato i lettori, prima, e i telespettatori poi, con la sua trasposizione su schermo per la celebre piattaforma streaming, diventando una delle migliori serie ispirati ai comics di Netflix. Facciamo insieme un salto nel mondo bizzarro e problematico dell'Accademia, tra l'opera originale e la sua versione televisiva in vista dell'imminente arrivo di The Umbrella Academy 3.

Una rivelazione

Nel 2007 Dark Horse Comics pubblicava una mini-serie a fumetti nata dalla penna di un autore che molti avrebbero potuto considerare improbabile, ma che si è rivelato essere in realtà un abile narratore e non il semplice appassionato di fumetti che si diletta in maniera amatoriale: Gerard Way, ex leader e cantante dei My Chemical Romance. Ad affiancarlo nell'impresa il disegnatore brasiliano Gabriel Bà, che ha mosso i personaggi di quest'opera con le sue illustrazioni dallo stile dinamico e spigoloso, dando vita insieme a Way a The Umbrella Academy.

La serie a fumetti è composta attualmente da tre raccolte, La Suite dell'Apocalisse, Dallas e la più recente Hotel Oblivion, le quali hanno fatto guadagnare ai due autori diversi premi, tra cui il prestigioso Eisner Award nel 2008, mentre tra il 2017 e il 2018 abbiamo avuto in Italia una ristampa dell'opera con i cartonati di BAO Publishing. The Umbrella Academy è stata in sostanza una serie a fumetti rivelazione, che ha attratto un pubblico vasto, a dispetto dei preconcetti e con buona pace di chi riteneva che un cantautore non potesse dilettarsi in un'arte differente.

La trama trova alcuni fondamenti nelle storie di altri super-gruppi, come gli X-Men o la Doom Patrol: in primis, l'affiancamento di alcuni individui dotati di superpoteri che vivono come una sorta di grande famiglia in una scuola che funge per loro anche da dimora; ma anche la loro "adozione" da parte di un leader di grande intelletto che li ha riuniti allo scopo di creare un'arma contro i pericoli che minacciano la Terra. Non è un caso che Gerard Way abbia scritto recentemente anche una storia per Doom Patrol, tuttavia in The Umbrella Academy i concetti di base che hanno fatto la storia di altre serie a fumetti vengono sviluppati in maniera originale, contorta se vogliamo, e con toni costantemente punk e folli, sopra le righe.

I'm not okay in The Umbrella Academy

Quando i My Chemical Romance hanno esordito, uno dei pezzi che li ha fatti conoscere ovunque nel mondo è stato I'm not okay (I Promise): un inno al disagio adolescenziale e alla sua espressione senza mezzi termini. Gerard Way ci mostra in The Umbrella Academy che anche i supereroi possono non essere "okay", con il loro bagaglio di problematiche interiori che si riverberano poi sui rapporti con gli altri membri della "famiglia", realizzando così un quadro realistico delle interazioni spesso frammentate e conflittuali tra parenti (anche acquisiti).

Come farne d'altra parte una colpa ai membri dell'Accademia, se già la loro nascita è stata un evento traumatico e fuori dal comune? I sette bambini-prodigio sono nati infatti tutti lo stesso giorno, all'improvviso, in luoghi diversi del mondo da madri che fino a quel momento non erano neanche lontanamente in stato di gravidanza. I bambini, abbandonati dalle madri come piccole, brutte sorprese indesiderate, vengono adottati dal ricco imprenditore Sir Reginald Hargreeves (detto anche Il Monocolo): vincitore di Premi Nobel e medaglie olimpiche, è in realtà un'alieno, mentre i piccoli sono tutti dotati di qualche bizzarro potere e vengono così accolti all'Umbrella Academy per crescere con lo scopo di salvare il mondo.

Le vicende di The Umbrella Academy si spostano quindi diversi anni più tardi, con i problematici protagonisti ormai adulti che hanno occasione di riunirsi durante la commemorazione del defunto Hargreeves: ed è qui che prende il via anche l'azione scatenata del fumetto di Way e Bà. Non solo nel mostrare le vicissitudini di Spaceboy, The Rumor, Kraken, Numero 5, Medium e Vanya durante i loro tentativi di sventare la minaccia che incombe sul pianeta (sotto forma di un'orchestra malvagia). Ma anche attraverso il racconto dei rapporti che li legano, dei conflitti che costituiscono tutto sommato il sostrato di questa famiglia atipica e stravagante e di quanto questi risultino vicini al vissuto di ognuno di noi, benché fortemente conditi da superpoteri e scontri fuori dall'ordinario.

Gerard Way e Gabriel Bà realizzano così un "quadro dal vero" di ciò che accade in tutte le grandi (ma spesso anche piccole) famiglie raccontando, per mezzo del vissuto e delle strambe doti super-umane dei membri, i dissapori che li dividono e tuttavia in qualche modo li legano. C'è infatti Spaceboy, o Numero 1, che possiede una super forza accresciuta da un corpo da gorilla alieno; il Numero 2 della squadra, Kraken, abile con i coltelli e capace di andare in apnea per un tempo indefinito; c'è The Rumor che è la Numero 3, in grado di piegare la realtà a seconda delle bugie che pronuncia; Medium, il quarto fratellastro, che può entrare in contatto con i defunti (come suggerisce il nome), levitare e muovere gli oggetti con la telecinesi. E poi ci sono Numero 5, il cui potere gli permette di spostarsi nel tempo, e Vanya, la sorellastra che in apparenza non possiede alcun potere (ma come ben sappiamo, l'apparenza spesso inganna...)

Gli sfaccettati aspetti dei protagonisti di The Umbrella Academy, molto più umani che super, sono poi inseriti entro una colorata cornice di follia, frenetico dinamismo, comicità punk e caricata, benché spesso la trama sia inframmezzata da flashback e digressioni che potrebbero disorientare il lettore, ma che ad un'attenta lettura risultano funzionanti nella costruzione generale di un arco narrativo sopra le righe in ogni aspetto. La famiglia adottiva in cui ciascuno porta il dono (o la maledizione) di un super potere, è allora solo lo spunto, il punto di partenza per sviluppare un prodotto originale in cui raccontare la quotidiana realtà di chi reca con sé anche un bagaglio fatto di traumi, delusioni, conflitti che si riverberano nelle interazioni con i fratelli, in un percorso tortuoso ma anche folle e stravagante. Inutile dire che la famiglia Umbrella è tutto fuorché perfetta e la sua organizzazione è spesso minata alla base dai drammi individuali dei suoi componenti che in qualche modo, però, trovano sempre il modo (seppure in calcio d'angolo) di collaborare tra loro.

Oh you, Netflix!

Un soggetto così, con una rosa di personaggi tanto variegati ed una sceneggiatura tanto incalzante e dinamica non poteva che prestarsi ad una rivisitazione in chiave filmica. Così ci ha pensato Netflix nel 2019 a mandare in scena la prima stagione di The Umbrella Academy sotto forma di serie TV, dietro la regia di Steve Blackman che ha ricostruito il disagio della famiglia Umbrella e le vicissitudini dei suoi membri, con una scrittura che non trasla semplicemente il fumetto: le vicende narrate in maniera rapida e frenetica nella serie a fumetti, vengono infatti ampliate con eventi totalmente originali, inaspettati e spettacolari.

Se quindi il fumetto di Gerard Way e Gabriel Bà è una corsa a folle velocità tra l'azione e le vicende personali dei supereroi protagonisti, la serie TV targata Netflix fa sua la cornice data dalla trama principale per creare una base su cui approfondire l'analisi di ciascun personaggio, con un ritmo così più disteso e vicende originali che non sono presenti nella versione cartacea di The Umbrella Academy. Abbiamo così anche qui il racconto delle nascite improvvise dei sette piccoli supereroi e della loro adozione da parte di Sir Reginald Hargreeves, con il loro ritrovo diciassette anni dopo per il "funerale di papà"; tuttavia la messa in scena si prende il suo tempo per raccontare il lato umano di questi supereroi e il loro disagio familiare, sempre con una buona dose di comicità, ma attraverso una sua personale rivisitazione. Così, anche nella seconda stagione che vede la messa in scena degli eventi di Dallas, le vite dei protagonisti subiscono un approfondimento ricco di vicissitudini in seguito al tempo trascorso nel passato, dove hanno avuto modo di ricrearsi esistenze differenti.

Lo show si regge così su una regia che si rivela vincente nel dare, con ironia, il giusto spazio nei giusti tempi alle assurde vicende di questa famiglia disfunzionale, raccogliendo il favore del pubblico anche grazie ad una colonna sonora di tutto rispetto (basti pensare ai pezzi di Queen, The Doors, Fitz and the Tuntrums, Mary J. Blige – che fa parte del cast - e brani dello stesso Gerard Way) e ad un cast che può contare sulla garanzia di nomi noti. Tra questi, Ellen Page (Vanya), Tom Hopper (Spaceboy/Luther), Robert Sheehan (Medium/Klaus), Mary J. Blige (Cha cha) e Colm Feore (Reginald Hargreeve), cui si aggiungono le interpretazioni di Aidan Gallagher (Numero 5), Emmy-Raver Lampman (The Rumor/Allison), Justin H.Min (Horror/Ben) e David Casteñeda (Kraken/Diego).

https://youtu.be/MJxZloRClUU

Le prime due stagioni di The Umbrella Academy sono state un successo, aldilà delle pecche fisiologiche che può presentare qualunque serie TV – in questo caso si sarebbe potuto curare maggiormente il comparto CGI, ad esempio – e l'opera di Gerard Way e Gabriel Bà ha ricevuto il consenso anche di chi non si era mai avvicinato al fumetto fino ad oggi, tra scene visivamente potenti (come il salto temporale in un futuro post-apocalittico di Numero 5) e momenti di assurda comicità, tra balli da "musical" e drammi familiari interpretati magistralmente per trasmettere la giusta dose di emozioni. Il pubblico ha decretato il suo favore e Netflix porterà nel suo catalogo la terza stagione della serie, in arrivo il 22 giugno, prosieguo dei catastrofici eventi che hanno visto il ritorno della famiglia al presente, dopo Dallas: stavolta però i nostri eroi troveranno una nuova famiglia a fronteggiarli, quella della Sparrow Academy, che sembra aver preso il loro posto nella loro stessa casa. I nuovi membri saranno interpretati da Justin Cornwell, Britne Oldford, Jake Epstein, Genesis Rodriguez e Cazzie David.

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