The Gunslinger è il quinto episodio di The Mandalorian, la serie di Star Wars che sta tenendo banco nella community degli appassionati alla celebre saga, in attesa dell’uscita dell’ultimo capitolo della vita cinematografica della creatura di George Lucas, L’ascesa di Skywalker.
Dopo aver cercato riferimenti e citazioni della saga di Star Wars nei precedenti episodi (pilot, The Child, The Sin, Sanctuary), anche per The Gunslinger abbia cercato di ritrovare quegli elementi che rimandino al canone di Star Wars. In questo episodio di The Mandalorian si sente maggiormente un legame con la tradizione della saga, ma non poteva essere altrimenti visto quale pianeta ospita la nuova avventura del nostro Mando. Per questo nuovo capitolo del mito del Mandaloriano, Jon Favreau, la mente dietro la serie, passa il testimone a Dave Filoni, altro importante nome, legato alle Clone Wars, e figura importante per la nuova vita di Star Wars.
ATTENZIONE: quanto segue contiene una serie di importanti spoiler su The Gunslinger, il quinto episodio di The Mandalorian
Dopo la fuga da Sorgan, Mando ed il Piccolo sono ancora al centro delle mire dei cacciatori di taglie, che non danno respiro ai due fuggitivi. Dopo uno scontro nello spazio con un intraprendente bounty hunter, i due sono costretti a cercare un pianeta dove effettuare delle riparazioni necessarie alla Razor Crest, rimasta danneggiata nella battaglia, e la destinazione più vicina è un luogo molto caro ai fan di Star Wars: Tatooine.
Piccolo inciso: sembra che su Tatooine, i motori danneggiati e il destino abbiano una relazione piuttosto stretta. In fin dei conti, non avremmo mai avuto la nostra saga se l’iperguida dell’astronave con cui Obi-Wan e Qui-Gonn avevano portato in salvo la Regina Amidala di Naboo non si fosse danneggiata durante la loro rocambolesca fuga dal blocco imposto dalla Federazione dei Mercanti e non fossero stati costretti ad un atterraggio d’emergenza sui Tatooine. E questo riferimento narrativo non è il solo richiamo a La Minaccia Fantasma nel quinto episodio di The Mandalorian!
Ritorno alle origini
Come si diceva, il quinto episodio di The Mandalorian ci riporta dove tutto è iniziato, ossia Tatooine. Il pianeta desertico è inconfondibile, e anche visivamente si crea un senso di nostalgia inquadrandolo per la prima volta in modo tale da creare un’eco con l’assalto imperiale alla Tantive di Leia visto in Una nuova speranza.
È però il momento in cui la Razor Crest si approccia a Mos Eisly, un covo di feccia come lo definiva il vecchio Ben, che The Gunslinger inizia a colpire duramente al cuore i vecchi fan.
Per effettuare le riparazioni alla Razor Crest, il Mandaloriano deve atterrare in un hangar. La conformazione di questi hangar è estremamente familiare, magari non sarà il esattamente il docking bay 94 in cui per la prima volta conoscemmo il Millennium Falcon, ma l’effetto nostalgia è comunque garantito! Un po' come vedere il nostro Mando girare per Mos Eisley e incrociare i condensatori di umidità, tanto cari a Luke Skywalker che dovera curarne la manutenzione quando viveva nella fattoria degli zii.
Il vero colpo di scena è però vedere il Mandaloriano entrare nella celebre cantina in cui conoscemmo per la prima volta Han Solo. Chalums è forse uno dei locali più noti della saga, al centro di uno degli snodi principali della trama dell’intera saga. L’occhio del regista si sofferma su alcuni particolari in modo da creare un legame con la memoria dello spettatore, creando una certa similitudine con le scene di Una nuova speranza.
Il primo sguardo al personaggio di Torro Calican è studiato in modo da far subito pensare a Han Solo. Il giovane pistolero è seduto al tavolo in cui conoscemmo il corelliano, e anche la sua postura un po' strafottente ricorda il modo in cui il contrabbandiere cercò di imbonire un poco amichevole Greedo.
Quando Torro invita il Mandaloriano ad aiutarlo nel dare la caccia alla pericolosa Fennec, vengono menzionati due nomi tipici di Tatooine: il Mare delle Dune e gli Hutt. Citazioni che arricchiscono il senso di ritorno a casa per i fan di Star Wars, sensazione resa ancora più tangibile quando entrano in scena i predoni Tusken, o sabbipodi che dir si voglia, e la fauna tipica del pianeta, come i bantha e i dewback, i grossi rettili utilizzati in passato dall’Impero come cavalcatura per le truppe inviata nel deserto.
Menzioni veloci anche per altre due località celebri di Tatooine. Fennec cita Mos Espa, che in La Minaccia Fantasma è dove Obi-Wan, Qui-Gonn e Padmè conoscono il piccolo Anakin Skywalker, mentre Pelly ordina ai suoi droidi da riparazione di andare a nascondere il cadavere di Torro nel Beggar’s Canion, location in cui i Tusken si appostavano per sparare ai concorrenti delle gare di sgusci e dove Luke andava a caccia di toporagni.
Vecchie conoscenze metalliche
Quando la Razor Crest atterra nell’hangar, iniziano subito le riparazioni. Il team meccanico guidato dalla burbera Pelly comprende una nostra vecchia conoscenza: i piccoli droidi da riparazione visti in La Minaccia Fantasma nella bottega di Watto (con cui Jar-Jar non ebbe un buon rapporto) e che abbiamo visto in azione durante la celebre gara degli sgusci come squadra di riparazione, anche se con esiti che dovrebbero preoccupare il Mandaloriano (chiedere al povero Gasgano)
In compenso i tre pit droids non disdegnano di giocare con la loro datrice di lavoro a carte. Per la cronaca, si tratta del Sabacc, il celebre gioco con cui Han vinse il Millennium Falcon soffiandolo al buon Lando, come abbiamo visto in Solo: A Star Wars Story
Altri droidi familiari sono presenti nell'episodio di The Mandalorian, proprio nella nostra cantina preferita di Mos Eisley. Ironico, pensando che quando era gestito da umani in questo locale non erano ben accetti i droidi, come veniva precisato a R2-D2 e C3-PO, che furono costretti ad aspettare in strada Luke e Obi-Wan in Una nuova speranza.
Eppure ora dietro al bancone del Chalum sono due droidi a servire i drink. Se vi sembrano familiari, forse avrete riconosciuto la somiglianza con EV9D9, il droide conosciuto nel palazzo di Jabba in Il ritorno dello Jedi. Non è detto sia esattamente lo stesso droide, ma escluderlo a priori pare ingiusto.
Prima di passare ad altro, non può passare inosservato la comparsa di R5-D4, il celebre droide dal motivatore rotto conosciuto in Una Nuova Speranza. Ricordato l’unità R5 che i Jawa volevano vendere a zio Owen, ma che dopo pochi passi quasi esplose? Ecco, a quanto pare una volta riparato, il buon R5-D4 ha continuato a gironzolare per Tatooine.
Astronavi e moto elaborate
Nelle scene inziali di The Gunslinger, il Mandaloriano viene preso di mira da un cacciatore di taglie a bordo di un caccia monoposto. Si tratta di un caccia Z-95 Headhunter, entrato nel mito di Star Wars nel 1979 nel romanzo Han Solo Guerriero Stellare. Lo Z-95 Headhunter comparve anche come caccia pilotabile nel videogioco X-Wing vs Tie Fighter, in forza alla flotta ribelle.
Altro mezzo dall’aria familiare è la swoopbike. Le swoopbike sono state spesso utilizzate in prodotti derivati di Star Wars, come videogiochi (L’ombra dell’Impero in primis) o nei fumetti. Quando il Mandaloriano e Torro lasciano il Chalums, utilizzano due swoopbike per raggiungere il nascondiglio della loro preda. Le due moto sono un ibrido tra le 74-Z e le Zephyr-G, simile a quella usata da Anakin in L’attacco dei Cloni.
Lo stato delle due moto non è proprio dei migliori, tanto che Torro non si lascia sfuggire l’occasione di fare un battuta, ricordando che non sono su Corellia. Il pianeta natale di Han Solo è rinomato per la sua produzione di mezzi potenti e decisamente privi di parti originali, pensati per una continua ottimizzazione e personalizzazione.
Frasi Celebri
Nello scontro iniziale di questo episodio di The Mandalorian, il cacciatore di taglie avvisa il mandaloriano che può portarlo indietro in vivo o morto. Per farlo, utilizza la stessa battuta utilizzata dal Mando nel primo episodio di The Mandalorian, tanto che al momento della sua sconfitta Mando si lascia sfuggire un ‘Quella era la mia battuta’
Quando Mando e Torro riescono a catturare Fennec, il mandaloriano avvisa il suo fumantino compagno d’avventura che la donna non gli sarà nessun utilità da morta. Una frase utilizzata a suo tempo da un altro cacciatore di taglie in armatura mandalorian, Boba Fett, che avanzò questa osservazione a Darth Vader in L’impero colpisce ancora quando il Signore Oscuro dei Sith volle utilizzare Han Solo, preda di Fett, come esperimento per la camera di grafite con cui voleva in seguito imprigionare Luke.
Il mondo del Mandaloriano
Da quanto abbiamo visto in The Gunslinger, possiamo comprendere che su Tatooine gli imperiali sono stati accolti, alla loro sconfitta, con ben poco calore, al punto che possiamo vedere una schiera di elmi degli stromtrooper. Tra l’altro, vedere le loro ombre proiettate sul muro di un edificio, a Tatooine, come può non ricordare il poster promozionale de La minaccia fantasma in cui l’ombra di Anakin che diventa quella di Darth Vader?
Ma dicevamo della nuova società di The Mandalorian. In questo periodo post-Endor, Tatooine è rimasto il caro, vecchio pianeta dell’Orlo Esterno, in cui attualmente nemmeno la Gilda dei Cacciatori di taglie ha una propria rappresentanza, come scopre Mando parlando con il barista robotico. In compenso, durante una delle battute di Fennec viene finalmente nominato il mondo base della Gilda dei Cacciatori di Taglie: Navarro.
E parlando di cacciatori di taglie, come non dedicare un pensiero alla scena finale di questo episodio di The Mandalorian, in cui un altro cacciatore mandaloriano si avvicina al cadavere di Fennec? Abbiamo già avuto la sensazione, in passato, che un certo personaggio di Star Wars fosse ancora vivo, e questa scena sembra acuire questa sensazione. Di chi stiamo parlando? Lo sapete, suvvia, diciamo solo che si tratta di un clone particolare, risultato potenzialmente indigesto al Sarlacc.