Sopravvivere a un'epidemia fungina, sopravvivere alla perdita, sopravvivere: Joel, il sopravvissuto più famoso di casa Naughty Dog con la voce (e il volto) di Troy Baker, è riuscito a sopravvivere anche ai fan più scettici del videogioco, ora che è stato interpretato da Pedro Pascal. I fan esistenti del franchise hanno (ripetutamente) elogiato il fatto che la serie di The Last of Us riesca a rimanere fedele alla storia originale, pur prendendosi alcune libertà creative per adattarsi meglio al mezzo televisivo. Merito di questo successo è anche l'interpretazione di Pascal: ma quali sono le differenze tra serie tv e gioco?
ATTENZIONE: quanto segue contiene spoiler su The Last of Us
Joel di The Last of Us: le differenze tra gioco e serie TV
The Last of Us: la brutalità di Joel
Neil Druckmann, il creatore di The Last of Us il gioco nonché co-creatore della serie, insieme a Craig Mazin, ha voluto palesare alcune differenze tra il Joel dei giochi e quello rappresentato nella serie TV. Una di queste differenze risiede nel suo livello generale di brutalità: come visto negli episodi andati in onda in Italia in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, in contemporanea assoluta con HBO, il sopravvissuto è nel complesso più violento nei giochi, mentre il ritratto che propone Pedro Pascal risulta più morbido rispetto alla sua controparte. Druckmann ha voluto dire la sua a tal proposito, spiegando che non è necessariamente così, soprattutto come visto nell'ultimo episodio della serie.
Il direttore creativo ha motivato in più di un'occasione che la serie ha permesso di integrare ulteriori dettagli, dei personaggi e della storia stessa, rendendoli così ancora più completi. Laddove nel gioco molti dialoghi o situazioni avevano sollevato alcune domande senza trovare risposta, come la relazione fra Tess e Joel, nella serie trovano finalmente una risposta inequivocabile. Così come lo stato mentale di Joel: il sopravvissuto, infatti, contrariamente a quanto esplicitato in modo lampante nella serie, è stato confermato che abbia sofferto di alcuni attacchi di panico. Druckmann stesso ha dichiarato che questi stati di forte ansia vissuti da Joel di Pascal, soprattutto come visto durante l'episodio 6, non fossero fuori dal personaggio, ma semplicemente qualcosa che non era realmente fattibile mostrare nel gioco.
The Last of Us: l'emotività di Joel
La telecamera controllata dal giocatore è sempre rimasta "abbastanza lontana" dal protagonista e quindi non permetteva al pubblico di vedere "cosa stesse succedendo sulla faccia [di Joel]", lasciando che i giochi si affidassero al dialogo per mostrare i suoi stati d'animo. Al contrario, l'adattamento ha sfruttato la possibilità di fare primi piani ogni volta che si poteva beneficiare di tali "intime " momenti, ha spiegato Druckmann. Il creatore di The Last of Us ha concluso che gli attacchi di panico di Joel nella serie sono stati un elemento fondamentale, uno di quei dettagli da aggiungere per ritrarre un personaggio in un modo più sottile, sfruttando appieno il mezzo televisivo.
Ma questo non è l'unico caso che al personaggio di Joel sia stato dato uno spessore ancora più delicato e importante: nel corso dell'evoluzione della sua relazione con Ellie, il momento più significativo e inedito raggiunto da Pascal, giunge alla fine della serie. Poco dopo aver raggiunto Salt Lake City, Joel riesce ad aprirsi completamente ad Ellie, confessandole di essersi legato a lei come fosse sua figlia. Questo momento viene esplicitato quando Joel parla della vera causa della cicatrice sulla sua testa: due giorni dopo la morte di Sarah, ha cercato di spararsi e togliersi la vita. Nel gioco, Joel non fa mai questa confessione.