The Grand Tour: Carnage a Trois, il ritorno dello scatenato trio

Torna lo scatenato trio britannico di The Grand Tour con Carnage a Trois, alla scoperta delle peggiori auto francesi.

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a cura di Valentina Testa

Amazon Prime Video ha fatto un bel regalo di Natale ai fan di The Grand Tour, la serie con protagonisti Jeremy Clarkson, Richard Hammond e James May: un nuovo episodio chiamato Carnage a Trois. Come dice la presentazione dello show, The Grand Tour è una serie avventurosa e divertente con tre amici che, nel bene e nel male, tra scherzi, tiri mancini e una buona dose di problemi, sono insieme da quasi 20 anni. E come dice Prime Video, “A volte è anche uno show sulle automobili”.

Clarkson iniziò Top Gear, storico programma automobilistico e umoristico, nel 2002 insieme al produttore Andy Wilman. Nel 2003 si unì a lui Richard Hammond e l’anno successivo arrivò a completare il trio James May. Il format, con il suo stile provocatorio e divertente, toccava punte di share altissime, con un picco di 8 milioni di spettatori nel Regno Unito. In seguito ad alcuni incidenti – primo fra tutti quello in cui Hammond si schiantò con un dragster a oltre 502 km/h finendo in coma per settimane – e ad alcune situazioni limite, come quella nelle Isole Falkland in cui furono accusati di aver falsificato la targa di una Porche definendola un riferimento alla Guerra delle Falkland del 1982, i rapporti con l’emittente Britannica si fecero sempre più tesi. Nel marzo del 2015 infine, Clarkson fu sospeso dal programma dopo aver aggredito un produttore. Poco dopo May e Hammond dichiararono che non sarebbero tornati a condurre il programma senza Clarkson. Mentre Top Gear cambiava conduttori (abbassando drasticamente lo share), il trio firmava un contratto con Amazon per realizzare The Grand Tour.

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The Grand Tour: Carnage a Trois, auto francesi e dubbi amletici

Dopo aver abbandonato il format con la tenda che veniva montata di volta in volta in posti diversi, la quarta stagione di The Grand Tour si compone solo di speciali, non comprendendo i segmenti di programma girati in studio con il pubblico. Il primo episodio ha visto il trio lasciare le auto per tre barche e fare un tour tra Cambogia e Vietnam, nel secondo episodio sono finiti a guidare sulle strade terribili del Madagascar, finché nel terzo episodio i tre si sono ritrovati confinati nel Regno Unito a causa del Covid e hanno imbastito uno speciale chiamato Lochdown, un gioco di parole facilmente interpretabile. In questo quarto episodio (il secondo girato in regime di restrizioni), Jeremy Clarkson, Richard Hammond e James May affrontano il bizzarro universo delle auto francesi.

Clarkson inizia la puntata chiedendosi “Che problema hanno i francesi?”. Chiaramente, con una premessa così è impossibile che l’episodio non sia umoristico, irriverente e pregno di quella comicità inglese che piace tanto a tutti i fan della serie. Il viaggio ha inizio sulle colline del Galles e si snoda fra scampagnate, analisi di auto, prese in giro di auto e… bombe da disinnescare. I tre gareggeranno, distruggeranno vetture su vetture e arriveranno nel Canale della Manica per un finale col botto.In questo speciale Clarkson guida una Citroen CX Safari che definisce “la macchina più francese di tutte”, Hammond sceglie una Matra Murena di cui considera il nome solo una delle stranezze dell’auto, e per finire, May guida una Renault Avantime che, secondo lui, “sembra disegnata da un bambino di 8 anni”.

“Perfino le portiere sono strane. Soprattutto perché, e ho controllato, ciascuna pesa più di Kylie Minuogue. È pesantissima! Dicono siano le portiere d’auto più pesanti al mondo… non un gran vanto!”

 Dopo una panoramica sulle indiscutibili stranezze di diverse auto francesi, arrivano a presente Leyat Hélica, un’invenzione davvero singolare: una microvettura prodotta a partire dal 1916, caratterizzata dalla propulsione ad elica e dall'assenza di trasmissione alle ruote. Ovviamente, per il test è stato scelto Hammond come pilota, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare.

“Hammond si è schiantato, vero?”“Sì.”“Comunque…”

 Il trio racconta dello strano rapporto che i francesi hanno con le auto, dando dimostrazioni degne della serie, bloccando il traffico in Inghilterra e provando di essere ancora sul pezzo sia nel mondo automobilistico che in quello dell’intrattenimento, dopo quasi 20 anni.

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Uno speciale diverso dagli altri

Quando esce uno speciale di The Grand Tour, i fan si aspettano una narrazione dal canovaccio abbastanza conosciuto e ripetuto perché di gran successo. I tre si trovano in un luogo particolare del mondo con tre auto che solitamente sono inadatte allo scopo, partono e affrontano avventure comiche e a volte ai limiti dell’incredibile. Modificano le loro auto, dormono in luoghi inospitali (e lo fanno davvero, si veda lo speciale girato per la terza stagione “La sopravvivenza del più grasso” in Mongolia, dove questo aspetto è evidente) e alla fine portano a termine la missione.

Questo speciale è molto diverso, la “missione”, se si può definire così, è raccontare il mondo delle auto dal punto di vista francese, niente di esotico, niente di pericoloso, nessun cibo improbabile o campeggio infelice. È facile pensare che con una pandemia in corso non sia possibile mantenere il livello di puntate come le precedenti. In realtà questo episodio è piacevole nella sua semplicità e, sebbene manchino la customizzazione delle auto e gli imprevisti che i paesi come la Cambogia o il Madagascar possono dare, questi aspetti sono compensati dall’aspetto fondamentale: ci sono tantissime scene comiche in cui il trio sfodera il proprio umorismo inglese per raccontare (e un po’ scimmiottare) i francesi e il loro strano rapporto con le auto. Ci sono macchine distrutte, una gara in pista, escursioni, esempi assurdi per dimostrare teorie assolutamente inutili e lunghi monologhi buffi per rispondere a domande che nessuno è mai posto. Infine, naturalmente c’è almeno l’esplosione di un’auto.

Non si può rimproverare niente né ai protagonisti, né alla produzione. Sono stati in grado di realizzare un episodio originale e divertente avendo in mano solo alcune auto francesi e girando in una zona relativamente piccola in un periodo di restrizioni e pandemia. Uno dei misteri che questo episodio porta con sé, e che forse nessuno svelerà mai, è perché May avesse in testa un tovagliolo ogni volta che sedeva a tavola con Clarkson e Hammond. Estrema comicità inglese o precauzioni anti Covid?!

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