Non è un mistero che le serie in costume, i così detto period drama, stiano spopolando in questi ultimi anni. Basti pensare all'austero The Crown, l'eccentrico The Great, il giovanile Bridgerton, tutti grandi successi che hanno saputo dare una prospettiva diversa, interessante e godibile su uno specifico periodo storico. Ed è per questo che, dopo Downton Abbey e Belgravia, Julian Fellowes firma la nuova The Gilded Age in arrivo il 21 marzo in esclusiva su Sky e in streaming su NOW. Si tratta di un vero e proprio tuffo nella storia Americana, in uno dei periodi di maggiore evoluzione e cambiamento sociale ed economico, con enormi conflitti tra le vecchie leve e i nuovi ricchi che sembrano trainare la modernità al ritmo scrosciante del denaro.
Se siete appassionati degli intrighi alla Downton Abbey, vi diciamo subito che The Gilded Age saprà assolutamente come catturare la vostra attenzione. Il period drama targato HBO Max ci catapulta nell’età dorata americana di fine diciannovesimo secolo, proprio nel momento di massimo conflitto (morale ed economico) tra tradizione e modernità. La nuova borghesia avanza a un ritmo spaventosamente imponente e, allo stesso tempo, la vecchia società è decisa a non mollare la presa e i propri privilegi. A tutto questo si aggiungono intrighi amorosi, donne che lottano per l'indipendenza, il razzismo dilagante dell'epoca e molto altro ancora.
Tra le protagoniste, orgogliosa ereditiera e matrona della tradizione, troviamo Agnes van Rhijn interpretata da Christine Baranski (The Good Wife), spalleggiata dalla sorella Ada Brook ovvero Cynthia Nixon (Sex & the City, And Just Like That…). Il mondo dei nuovi ricchi è invece rappresentata dalla coppia borghese formata da Morgan Spector (Il complotto contro l’America) e Carrie Coon (The Leftovers), appena trasferitasi di fronte alla dimora tradizionale e sfarzo di Agnes e Christine. Ma non è finita qui: le storie secondarie e l'affilatissimo cast contribuiscono alla nascita di un prodotto estremamente corale. Nel corso della nostra anteprima, dopo il primo lungo episodio, vi spiegheremo cosa pensiamo di questo prodotto HBO Max.
Il caotico mondo di The Gilded Age, verso la modernità
Come abbiamo già detto, le aspettative sono state piuttosto buone fin dall'inizio dato che a firmare la serie è Julian Fellowes, mente ormai ben conosciuta per quanto riguarda i period drama. Dopo aver rappresentato vizi e virtù della nobiltà inglese dei primi del ‘900 prima con Downton Abbey, The Gilded Age è una piacevole scoperta del mondo Americano in eterna lotta (interna), con particolare attenzione all'attivissima zona di New York, fulcro vitale e sociale già da molto prima. Tra le due fazioni, quella della modernità e quella della tradizione, che vi abbiamo già presentato, arriva la giovane protagonista di questa storia, ovvero Louisa Jacobson Gummer nel ruolo della dolce Marion Brook, malcapitata nipote di Agnes e Ada che si ritroverà a dover vivere da loro per sopravvivere, insieme all’aspirante scrittrice Peggy Scott.
Marion "appartiene" alla vecchia società di New York ma è incapace di sottostare alle regole, non vuole essere servita e riverite bensì vorrebbe cercare un lavoro e avere un proprio spazio, cosa impensabile per le zie; dall'altro lato Peggy è una giovane nera che si è allontanata dalla famiglia e tenta di trovare un proprio posto nel mondo, nonostante il razzismo si metta di mezzo costantemente, facendola sentire completamente fuori posto.
In questo quadro enorme, che corrisponde a poco meno di 60 minuti di visione, abbiamo avuto modo di capire che il period drama non si sta risparmiando. Fin dalle prime battute infatti decide di buttare molta carne al fuoco, dando davvero molto materiale da analizzare e osservare con estrema attenzione. Come avrete capito non ci sono momenti morti: come sempre, i giochi di potere predominano in una serie simile ma, nonostante questo, sembra esserci davvero molto spazio per le dinamiche personali e i vari problemi dei singoli individui oltre che della società pieno subbuglio.
Ogni dialogo esprime pienamente la confusione e la paura della vecchie generazione verso i cambiamenti apportati dalle nuove generazioni che puntano sempre più in alto, lontano dal mondo così come costituito fino a quel momento. Tutta la narrazione, così densamente costituita, viene supportata dal cast e da tutto il comparto tecnico? Le zie ereditiere godono di una scelta eccellente che funziona e convince fin dal primo momento. Per il momento invece, la nuova borghesia e il cast secondario risultano decisamente meno incisivi del previsto, non ci hanno lasciato a bocca aperta e nemmeno deluso.
Semplicemente sono lì, ma non sembrano esprimere tutto quello che The Gilded Age vorrebbe trasmettere al pubblico. Dall'altro lato, fotografia e regia sono nel mezzo: si vede il grande lavoro di un team importante come quello HBO Max e Universal ma ci saremmo aspettati indubbiamente una regia più memorabile. Per il momento ci siamo limitati a vedere una testimonianza, piena di primi piani e mezzi primi piani, interessante, curata ma che potrebbe essere ancora più portante al fianco della storia Americana, coinvolgente e carica di passione, che viene trasmessa dal prodotto seriale in questione.
Conclusioni: in attesa del resto della Stagione 1
The Gilded Age è una serie assolutamente interessante che, già con questo primo episodio di 60 minuti, riesce a conquistare e ad attirare pienamente l'attenzione. C'è moltissimo da scoprire e analizzare nel corso delle prossime puntate e, proprio per questo, poniamo un'enorme fiducia nel resto di questa prima stagione. Vi ricordiamo inoltre che la serie è già stata rinnovata con una seconda stagione. Un cast interessante, una storia fenomenale e corale e un'ambientazione carica di storia, passione e cambiamento sono gli ingredienti di The Gilded Age ideali per tutti coloro che apprezzano i period drama.