The Expanse: Cibola Burn e Abaddon's Gate, recensione: la galassia oltre l'Anello
The Expanse: Cibola Burn e Abaddon's Gate rappresentano un potenziale finale e un nuovo inizio allo stesso tempo.
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a cura di Manuel Enrico
In sintesi
The Expanse: Cibola Burn e Abaddon's Gate rappresentano un potenziale finale e un nuovo inizio allo stesso tempo.
Leggere la saga di The Expanse, lo abbiamo già detto in occasione dei precedenti due volumi, è un mosaico fantascientifico che rende pieno onore alla narrativa di genere. Una caratterizzazione che consente di suddividere la space opera di James S. A. Corey in un intreccio di archi narrativi che sposa una varietà di suggestioni narrative care agli amanti della fantascienza, condizione che non solo avvicina una grande varietà di lettori, ma tradisce anche la scintilla vitale di The Expanse, originariamente concepita come ambientazione per un bordagame. Una natura, quella di questa space opera, che si rivela in modo particolare nei due capitoli Cibola Burn e Abaddon’s Gate.
Contrariamente a quanto fatto in precedenza, questi due capitoli di The Expanse andrebbero trattati come un unico tassello del complesso mosaico della saga. Cibola Burn e Abaddon’s Gate, infatti, posso essere visti come la conclusione di un primo arco narrativo, fortemente focalizzato sulla presenza del solo elemento alieno di The Expanse, la protomolecola. Questa forma di vita e il mistero della sua origine sono i due cardini su cui è stato sviluppato il primo capitolo delle avventure dell’equipaggio della Rocinante, consentendo a Holden e ai suoi uomini di divenire figure centrali nell’agone politico del Sistema Solare.
Una funzione, quella della protomolecola, che in questi primi quattro volumi di The Expanse mostra quanto il duo autoriale nascosto dietro lo pseudonimo di James S.A. Corey abbia fatto propria la letteratura di genere, cogliendo sfumature care a numi tutelari della sci-fi come Asimov o Symack. Sotto questo aspetto, è evidente anche come The Expanse sia figlia di un amore per la fantascienza che ha fortemente indirizzato i due autori nella genesi del loro mondo, ma la loro familiarità con altri media in cui letteratura d’anticipazione è stata declinata ha influito non poco nella definizione della saga.
The Expanse: Cibola Burn e Abaddon's Gate, un potenziale finale e un nuovo inizio allo stesso tempo
A partire dal primo capitolo, Leviathan – Il Risveglio, abbiamo assistito a quello che potremmo definire un articolato e avvincente preambolo, che ha consentito agli autori di far familiarizzare i lettori con personaggi e ambientazione, dando maggior visibilità a quest’ultima. Seppur curato nei dettagli e nei dialoghi, il ritratto dei volti principali della saga è stato sempre studiato per esser funzionale allo scorrere degli eventi, seguendo uno slancio del racconto che mostrava da subito una precisa direzione.
Abaddon’s Gate – La fuga, sotto questa luce, può esser considerato come la prima parte della conclusione di questa lunga, avvincente introduzione. Gli eventi del precedente capitolo hanno avviato un processo di indebolimento degli assetti socio-politici del Sistema Solare, in cui Holden e il suo equipaggio sono divenuti degli elementi imprevedibili, schegge impazzite animate dalla volontà di fare la cosa giusta ma apparentemente incapaci di muoversi all’interno delle complesse dinamiche della politica galattica. Al punto che questa ingenuità li porta a diventare, almeno in prima istanza, a essere pedine delle grandi antagoniste della serie, il governo terreste guidato da Avasarala e l’APE di Fred Johnson. Condizione che sembra inasprirsi ulteriormente quando la misteriosa attività della protomolecola su Venere giunge alla conclusione, dando vita a un portale di origine sconosciuta, che promette di essere una possibilità per l’umanità di espandere la propria conquista dello spazio verso stelle lontane.
Questa nuova rivelazione, come facilmente intuibile, infrange ulteriormente ogni possibile equilibrio fra le diverse forze in campo, che vedono nella conquista dell’anello la possibilità di controllare quelli che saranno i prossimi passi della razza umana. Questo evento diventa il fulcro su cui si basano gli eventi sia di Abaddon’s Gate che di Cibola Burn, una visione speculare che consente di vivere le vicende dai due lati del portale. Un cambio di passo narrativo che concede agli autori di dare una diversa definizione anche il parterre di personaggi della serie, limitando lo spazio dedicato a Holden in favore dell’emergere di altre figure ricche di fascino. Pur in questa minor esposizione, Holden riesce comunque a completare la sua atipica simbiosi con la protomolecola, che si manifesta al capitano della Rocinante nuovamente con le famigliari fattezze del defunto detective Josephus Miler, un compimento che consente all’umanità di conquistare l’accesso ad altri mondi.
Con un salto temporale di una manciata di anni rispetto agli eventi di Abaddon’s Gate, con Cibola Burn, si affrontano i primi anni della complessa colonizzazione dei mondi raggiungibili tramite l’anello. Il punto focale di questa nuova corsa alla colonizzazione rimane l’hub costituito dalla titanica nave Navoo, trasformata della APE di Fred Johnson, nella stazione di Medina, crocevia intergalattico tra il Sistema Solare e i nuovi mondi. La nascita di questa corsa alla conquista della galassia inasprisce ulteriormente la situazione nel Sistema Solare, ma non meno complesso è la nascita di una nuova società oltre il portale, in cui diverse culture sono ora portate a convivere sui nuovi pianeti, facendo fronte comune a sfide mai affrontate prima.
La conclusione del primo arco narrativo di The Expanse
La figura di Holden è ormai associata ad una sorta di onestà che fa di lui il perfetto paciere; questa sua immagine viene abilmente sfruttata dai due mastini della politica, Johnson e Avasarala, che incaricano James di portare la sua Rocinante in orbita intorno a Ilius, un pianeta appena colonizzato e già terreno di scontro. Inizialmente popolato da una piccola comunità di coloni indipendenti, in seguito viene assegnato ad una corporazione terrestre per lo sfruttamento minerario delle ingenti risorse del sottosuolo.
Inevitabile il ricorso alla violenza, da entrambi le parti, con la conseguente richiesta di un intervento politico che rimetta a posto le cose; per motivi diversi, Johnson e Avasaral apensano subito a Holden, il quale si trova coinvolto in una missione più pericolosa del solito. Tra intrighi politici, minacce aliene, epidemie misteriose e lo scontro di mentalità tra Cinturiani e corporazioni, Holden e il suo equipaggio arriveranno ad un passo dalla distruzione, ma l’ingegno e la tenacia del capitano faranno la differenza.
Le vicende che legano Abaddon’s Gate e Cibola Burn compongono un unico, articolato capitolo finale della prima parte di The Expanse, al punto che ci può considerate questa coppia di volumi come un potenziale exit point dalla saga, trovandosi davanti a una ipotetica chiusura dell’avventura di Holden e compagni, offrendo comunque ai lettori l’occasione di proseguire la lettura di questo cult della narrativa sci-fi con il capitolo seguente, Nemesis Game.
Voto Recensione di The Expanse - Abbadon's Gate: La Fuga
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Capitolo ben inserito nella continuity della saga
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- Prima parte del finale del primo arco narrativo di The Expanse
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- Ritmo narrativo rapido e incisivo
Contro
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- Essenziale leggerlo con Cibola Burn
Commento
Abaddon’s Gate – La fuga può esser considerato come la prima parte della conclusione di questa lunga, avvincente introduzione. Gli eventi del precedente capitolo hanno avviato un processo di indebolimento degli assetti socio-politici del Sistema Solare, in cui Holden e il suo equipaggio sono divenuti degli elementi imprevedibili, schegge impazzite animate dalla volontà di fare la cosa giusta ma apparentemente incapaci di muoversi all’interno delle complesse dinamiche della politica galattica. Al punto che questa ingenuità li porta a diventare, almeno in prima istanza, a essere pedine delle grandi antagoniste della serie, il governo terreste guidato da Avasarala e l’APE di Fred Johnson.