The Expanse - Babylon's Ashes: Destino, la Terra al contrattacco
The Expanse - Babylon's Ashes: Destino: la Terra al contrattacco nel sesto capitolo della saga
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a cura di Manuel Enrico
Babylon's Ashes, il sesto capitolo di The Expanse, chiarisce sin dalle prime battute come il complesso affresco galattico ordito da Daniel Abraham e Ty Franck sia tutt’altro che risolto con la conclusione del primo arco narrativo. Il duo autoriale conosciuto come James S.A. Corey, infatti, dopo averci guidati con una storia che si conciliasse maggiormente con la tradizione di una sci-fi esplorativa, grazie all’avventura iniziata con Leviathan – Il Risveglio, sembra voler mettere maggiormente al centro della trama una componente più umana, lasciando emergere tensioni che, in precedenza, erano solamente accennate. La rivoluzionaria conquista dei mondi oltre lo spazio dell’Anello, presunto punto di partenza per una nuova era per l’umanità, si è invece rivelato un ulteriore motivo per inasprire un dissenso che separa ulteriormente un’umanità già prossima alla guerra.
Sin dal primo capitolo di The Expanse, è stato chiaro come la complessa società immaginata dal duo autoriale fosse in attesa di concedersi una resa dei conti finali. L’arrivo della protomolecola e il suo impatto sulla vita del Sistema Solare ha solamente rimandato un confronto che aspettava di scoppiare da generazioni. Quanto letto in Nemesis Game, infatti, rappresenta non solo una transizione verso un differente genere di sci-fi, ma soprattutto una dimostrazione di come la complessità dell’universo creato da Franck e Abraham si presti a esser poliedrico, mantenendo una propria continuity che consente comunque di spingersi verso direzioni completamente diverse, in cui rimane inalterato un aspetto essenziale: il futuribile.
The Expanse - Babylon's Ashes: Destino: la Terra al contrattacco
Contrariamente ad altre grandi space opera, The Expanse ha sempre cercato di coinvolgere i lettori all’interno di una narrazione credibile, che illudesse di potere essere realmente coinvolti in una storia che potrebbe avere luogo tra una manciata di decenni. Pur con la presenza di un elmento alieno, come la protomolecola, non si può negare che questa componente tradizionale della sci-fi è stata declinanta all’interno di un treccio che la ha resa funzionale alla storia, senza causare una rottura con questa particolare empatia tra lettori e autori.
Babylon’s Ashes – Il Destino rientra la meglio in questa definizione emotiva della complessa continuity della saga. Dopo gli eventi che hanno portato alla nascita della Marina Libera, il braccio armato degli estremisti cinturiani, la latente sfiducia tra le diverse potenze è sfociata in un aperto conflitto, che ha visto la Terra subire un pesante attacco, portato bersagliando il pianeta con rocce scagliate dall’orbita. Una situazione disperata, che si è intrecciata alla prima separazione tra i membri dell’equipaggio della Rocinante, sinora visti quasi come un tutt’uno, occasione perfetta per iniziare ad approfondire le loro peculiarità, enfatizzandone le complessità interiori. Se Holden è stato sempre il cardine attorno cui è ruotate la storia, a partire da Nemesis Game abbiamo avuto modo di vederlo porsi un passo indietro, lasciando che fossero i suoi compagni di avventura ad avere maggior spazio. Amos, Alex e, soprattutto, Naomi sono divenuti interpreti delle tre diverse forze politiche in contrasto nel Sistema Solare, lasciando a Holden il ruolo di potenziale giudice super partes.
Forti di questa nuova impostazione narrative, i due autori sono riusciti a mettere a buon frutto la divisione in capitoli utilizzata sin dal primo capitolo della saga. Aspetto non semplice, che richiede di comprendere sin dove spingere il punto di vista di un personaggio o come alternare le diverse sensazioni, coinvolgendo il lettore all’interno di una storia non banale, ma radicata sull’emotività dei diversi attori di questo dramma fantascientifico. Una caratterizzazione che ha permesso di introdurre nuovi personaggi o di presentare una complessità sociale impagabile, dove emergono dettagli non scontati. Sarebbe stato semplice dare vita a figure che incarnassero in modo netto le differenti posizioni di questo conflitto, ma Abraham e Franck hanno invece giocato sull’interazione tra uomini e donni concreti, reali, capaci di interrogarsi sulla liceità delle proprie scelte. Una decisione vincente, considerato come questo ritratto profondamento umano dei volti che popolano la saga è, probabilmente, il punto di forza di The Expanse.
Zone d'ombra e personaggi profondamente umani
In Babylon’s Ashes in particolare, la presenza di alcuni incontri tra personaggi apparentemente legati da forti emozioni rivela come alla base di questa complessa macchina emotiva si nascondano comprensibili preconcetti, capaci di genere dei più che credibili contrasti e generare fraintendimenti che complicano, per quanto involontariamente, la vita dei protagonisti. Sotto questo aspetto, il sesto capitolo di The Expanse si presenta come il passaggio emotivamente più ricco e definito, complice una situazione di stallo nel conflitto tra Interni e Cinturiani che vede proprio nell’equipaggio della Rocinante un microcosmo che incarna tutte queste tensioni, vissute in modo sincero e spesso graffiante.
Ai due autori va riconosciuto il merito di avere saputo creare personaggi che si affiancano ai protagonisti con una perfetta sintonia. Pur non interagendo direttamente, i nuovi volti legati alla Marina Libera non sono stereotipi di terroristi spaziali, ma uomini e donne animati da una sincera voglia di ribellarsi a quella che viene percepita come una protratta ingiustizia, una pulsione che trova al contempo modo di confrontarsi con una lucidità interiore che spinge alcuni a domandarsi quanto sia lecito intraprendere una guerra combattuta con metodi da genocidio. The Expanse si distingue in modo encomiabile proprio per questa capacità di emanciparsi da una rigida visione bicolore per offrire ai lettori personalità complesse e realistiche, capaci di interrogarsi e di opporsi a perentori dettami imposti da autorità superiori. Una contrapposizione umorale che avvicina Holden e i suoi compagni a figure ribelli, ma che crea in alcuni passaggi anche una certa affinità elettiva tra la Avasarala, guida della Terra, e Marco Inarso, il ribelle ammiraglio della Marina Libera.
Quanto accade in Babylon’s Ashes è un ottimo indice di come la narrativa di Frank e Abraham sia figlia di una profonda conoscenza della tradizione sci-fi, ma anche una nuova modalità di raccontare storie future rivestendole con una contemporaneità, sociale ed emotiva, curata con estrema sensibilità. Un passaggio essenziale della saga che ci proietta con grande interesse verso i due capitoli finale di The Expanse.
Voto Recensione di The Expanse - Babylon's Ashes: Il destino
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Capitolo centrale della saga
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- Caratterizzazione emotiva dei personaggi impagabile
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- Trama ben organizzata
Contro
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- Non pervenuti
Commento
In Babylon’s Ashes in particolare, la presenza di alcuni incontri tra personaggi apparentemente legati da forti emozioni rivela come alla base di questa complessa macchina emotiva si nascondano comprensibili preconcetti, capaci di genere dei più che credibili contrasti e generare fraintendimenti che complicano, per quanto involontariamente, la vita dei protagonisti. Sotto questo aspetto, il sesto capitolo di The Expanse si presenta come il passaggio emotivamente più ricco e definito, complice una situazione di stallo nel conflitto tra Interni e Cinturiani che vede proprio nell’equipaggio della Rocinante un microcosmo che incarna tutte queste tensioni, vissute in modo sincero e spesso graffiante.