Tra le novità di febbraio 2023 su Prime Video, è in arrivo The Consultant, serie TV di 8 episodi ideata da Tony Basgallop. Insieme a Brittany O'Grady e Nat Wolff, nel cast spicca la presenza di Christoph Waltz come attore protagonista. Il racconto, tratto dall'omonimo romanzo di Bentley Little, è a metà strada tra una dark comedy e un thriller da pelle d'oca, diverso da ciò a cui si è abituati.
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The Consultant: un thriller ben confezionato
La sinossi ufficiale di The Consulant riesce già a stuzzicare l'attenzione:
Quando un nuovo consulente, Regus Patoff (Christoph Waltz), viene assunto con il compito di migliorare le attività della CompWare, compagnia di gaming basata su app, i dipendenti si trovano a far fronte a nuove esigenze e sfide che mettono tutto in discussione... Comprese le loro vite.
La linea narrativa non è del tutto omogenea. Talvolta il tempo presente si sovrappone a quello passato, e questi trovano un punto di contatto in sapienti sovrapposizioni di luoghi o personaggi. Questo non si rivela essere un semplice virtuosismo stilistico, bensì una scelta ponderata che se in un primo momento può confondere, successivamente rende lo storytelling più significativo - quasi concettuale - di un semplice susseguirsi di eventi. La breve durata dei singoli episodi rischia a volte di compromettere la capacità di metabolizzare il racconto a fondo. Ciononostante, ciò che ne viene fuori è in grado di attirare la curiosità fino alla fine.
Un episodio alla volta, la rete di personaggi e di eventi si intrica dunque in un thriller accattivante, un racconto decisamente non banale. Generalmente, questo genere cinematografico molto apprezzato prevede un climax ascendente verso eclatanti colpi di scena, quasi tutti lasciati alla fine. The Consultant sembra, invece, una sorta di campo silenzioso, in cui l'inizio di una battaglia è sempre imprevedibile. Tant'è che scottanti rivelazioni possono trapelare all'inizio del racconto, quando meno lo si aspetta, con una nonchalance disarmante, e tra una e l'altra può regnare una calma piatta, in grado di tenere lo spettatore sulle spine. La strada verso il segreto finale è ripida e tortuosa.
Regus Patoff: la carta vincente
La serie TV gioca tutto sulla tensione psicologica prolungata, e si serve proprio dell'enigmatico e ipnotico protagonista. Il personaggio di Regus Patoff è il fulcro dell'intera serie. Sembra che Christoph Waltz sia a dir poco perfetto per questo ruolo, capace di trasmettere inquietudine anche solo con lo sguardo. La caratterizzazione è ben precisa: un uomo maturo, molto più dei giovani Elanie e Craig, dall'aria sempre composta. Occhi impenetrabili, carattere fermo e cauto, con la battuta pronta ma mai eccessiva, sempre a metà strada tra un insolito umorismo e un fare agghiacciante. Una persona che apparentemente "ci sa fare", la cui vita fuori dalla CompWare resta un mistero.
Waltz si cala nei panni di Patoff e riesce a far sentire in soggezione non soltanto i personaggi con cui interagisce, in un curioso rapporto capo-dipendenti, ma anche il pubblico stesso, terrorizzato ma allo stesso tempo affascinato dall'imprevedibilità del misterioso Consulente. È il classico caso in cui il villain, nelle vesti di protagonista, è fin da subito il personaggio più interessante e accattivante, per cui provare simpatia mettendo anche in discussione la propria morale (un po' come You).
The Consultant: simmetria in rosso
A livello visivo, è impossibile non notare l'onnipresenza del colore rosso. Non è un caso che esso sia presente sin dalla sigla d'apertura, fino ad arrivare ad alcuni precisi dettagli durante il racconto. Il rosso è strettamente collegato a Regus Patoff, come c'è da aspettarsi. Dalle scale attraversate da lui ogni singolo giorno verso il suo ufficio, fino a strane luci che diventano rosse al suo passaggio - scelta stavolta prettamente simbolica più che narrativa. Generalmente è un colore che indica sentimenti positivi e intensi, ma nel cinema assume un significato ben preciso. Molti registi lo adoperano per esprimere rabbia, pericolo, dolore e persino la morte, sentimenti strettamente connessi al nostro misterioso protagonista.
The Consultant gode di un'ottima fotografia, che sfrutta spesso vetri e specchi per creare la simmetria, anche su diversi livelli. Non è raro, ad esempio, assistere a giochi di immagini in cui la disposizione simmetrica dei personaggi si abbina ad una subordinazione di piani, per rappresentare il rapporto tra Patoff e i suoi dipendenti. Un espediente più classico è quello di porre il protagonista perfettamente al centro dell'inquadratura, per indicarne l'importanza, l'influenza e la potenza. Sono memorabili alcune inquadrature in cui il time-lapse si contrappone alla fissità del volto di Waltz, imperturbabile fino alla fine.
Conclusioni
La prima stagione di The Consultant, nella sua minima durata, rappresenta un nuovo modo di raccontare il thriller, con scelte stilistiche precise che, oltre ad essere frutto di un valido estro creativo, riescono ad integrarsi ad una narrazione particolare e poco lineare, talvolta difficile da fare propria al primo colpo. La carta vincente è proprio la presenza di Christoph Waltz, che con la sua interpretazione magistrale attira tutti i riflettori su di sé.