The Boys: e venne il giorno in cui farla pagare ai supereroi

The Boys è una delle serie a fumetti più irriverenti di sempre, creata da Garth Ennis e Darick Robertson: ecco perché leggerla.

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a cura di Rossana Barbagallo

The Boys, uno dei fumetti di maggior successo firmati da Garth Ennis e disegnato da Darick Robertson, è di certo solo per stomaci forti, ma il segreto della sua grandezza risiede proprio nella potenza con cui ci sferra un pugno dritto in pancia. Ecco perché dovrebbe essere letto almeno una volta nella vita.

La nascita del pargolo

Che Garth Ennis provi una strana forma di antipatia verso i supereroi non è che un fatto assodato: vuoi per il retaggio della cultura britannica da cui l'autore irlandese proviene, che vede in queste figure in tutine attillate e colorate tipicamente americane un simbolo di infantilismo (la stessa cultura che ha sfornato talenti noti per il loro approccio anti-eroistico ai personaggi che hanno creato, come Alan Moore o Neil Gaiman); vuoi un po' per il fatto che i superhero comics sembrano ripetersi sempre all'infinito, come dichiarato dallo stesso Ennis in un'intervista:

Trovo che la maggior parte delle storie di supereroi sia completamente insignificante. Il che non vuol dire che non credo che ci sia un potenziale per il genere: Alan Moore e Warren Ellis hanno entrambi svolto un lavoro interessante con l'idea su come potrebbe essere e pensare al di là dell'essere umano, vedi Miracleman, Watchmen e Supergods. Ma fino a quando l'industria sarà orientata a soddisfare la domanda del pubblico, vale a dire far fare la stessa cosa per sempre agli stessi personaggi dai colori vivaci, non vedrai mai una vera crescita. Le storie non possono finire, quindi non significheranno mai niente.

Ma arrivare addirittura a renderli i cattivi della storia ha creato tutta una nuova idea di supereroi, la quale ha sfondato, dritta come un tir contro una vetrina, i canoni tipici del mondo fumettistico e ha ribaltato tutto ciò che sapevamo su questi personaggi.

A livello embrionale abbiamo avuto avvisaglie che qualcosa di grosso si sarebbe mosso in tal senso quando, nel 2002, Garth Ennis pubblicava La Pro con Image Comics: un piccolo e divertente fumetto in cui la vera supereroina della storia è una prostituta scalcagnata e volgare che ha ricevuto in dono dei superpoteri, quasi per caso, mentre quelli che credono di essere i salvatori del pianeta sono sostanzialmente dei tizi in calzamaglia che celano i loro istinti più squallidi dietro una facciata da uomini retti e valorosi. Senza alcuna censura, assistevamo a scene di violenza, sesso e imprecazioni come se piovesse, tuttavia la figura del super come spietato e malvagio non era ancora presente, se non nelle intenzioni di Ennis.

Intenzioni che, nel 2006, hanno dato alla luce questo pargolo ribelle: The Boys, la più impietosa critica agli eroi in spandex (oltre che al sistema economico e governativo in cui si muovono, ma ci arriveremo dopo). Insieme a Darick Robertson, Garth Ennis si era lanciato in questa avventura dai toni decisamente sopra le righe iniziando a pubblicare la serie con Wildstorm, costola della DC Comics, proponendo il prodotto con la promessa di

Superare Preacher in “preachitudine”

Tuttavia, queste intenzioni non si armonizzavano affatto con le corde di un'etichetta come DC: non solo si esponevano al pubblico ludibrio le figure chiave dell'etichetta, ma con The Boys era come fare coesistere personaggi come Butcher e i suoi ragazzi o il Patriota & Co. nello stesso universo di cui facevano parte da sempre Superman e Batman. Tutto ciò era diventato fuori discussione dopo appena sei numeri.

Sporco e assurdo, violento, scorretto e fondato sullo humor più nero che ci sia, The Boys non finì nel tritarifiuti, ma passò in mano alla Dynamite Entertainment nel 2007 e, grazie a questo, oggi possiamo godere delle sue ristampe, anche in formato deluxe con cartonati di tutto rispetto (editi in Italia da Panini Comics) contenenti, oltretutto, gli spin-off “Herogasm”, “Il ragazzo delle Highlands” e “Butcher baker candlestick maker”. Senza contare che, questo ragazzo ribelle che è The Boys, ha ottenuto un successo tale, nonostante le premesse editoriali, che ne hanno permesso la trasposizione in serie TV per Amazon Prime Video da giugno 2019.

Ma chi sono, questi Boys?

L'irriverente serie a fumetti si basa su un presupposto fondamentale: nel mondo in cui si svolgono le vicende, i supereroi sono reali, vivono tra di noi e sono delle vere e proprie star. Tuttavia, sebbene si mostrino al pubblico come irreprensibili e valorosi paladini che garantiscono la sicurezza dei cittadini e si battono nella lotta contro il crimine, essi abusano in realtà dei poteri in loro possesso per dare fondo agli istinti più bassi della natura umana. Alcol, droghe, perversioni sessuali, omicidi ed efferatezze varie ed eventuali sono le occupazioni principali dei super, nascoste alla gente comune e messe in atto nella certezza che rimarranno sempre impunite, senza contare le vittime collaterali delle loro presunte gesta eroiche e di cui non si preoccupano affatto.

I supereroi fanno parte di una delle più grandi corporazioni al mondo, la Vought American, che li ha creati (attraverso la somministrazione di un siero, il Composto V, creato da uno scienziato nazista negli anni '40) per utilizzarli come dei veri e propri prodotti di marketing. Essi perciò sono protetti dalla potente compagnia, la quale allunga i suoi tentacoli anche a livello governativo e cerca di promuovere i suoi super affinché entrino a far parte dell'esercito americano come delle armi umane a tutti gli effetti. I Sette sono i Super più importanti della compagnia, il gruppo di punta della Vought, e il loro capo è il Patriota, accompagnato da Queen Maeve, Black Noir, Abisso, A-Train, Jack da Giove e la nuova arrivata Starlight, in sostituzione di Fiaccola.

In questo scenario si muovono i Boys: un gruppo di uomini al soldo della CIA che hanno il compito di tenere d'occhio le malefatte dei supereroi e porre loro dei limiti usando le cattive quando questi vengono valicati, benché tra le loro prerogative vi sia anche quella di poter eliminare i loro antagonisti qualora fosse necessario. Anch'essi, talvolta, fanno uso di piccole quantità di Composto V per ottenere una maggiore forza e riuscire così a tenere testa ai poteri dei Super e, in questo contesto, rappresentano i veri eroi della vicenda.

La squadra è così composta:

Billy Butcher e Terrore

Il caposquadra è Billy Butcher, un inglese massiccio, duro e spietato che, mentre manipola gli altri per i propri scopi (compresi i compagni), ha sempre un sorriso sulle labbra che sembra voler dire “Sono sempre un passo avanti a te e non lo sai ancora”. Il suo unico scopo di vita è farla pagare ai Super, ai Sette in particolare, e far sì che non “oltrepassino” la staccionata, benché ben presto sarà chiaro che il suo obiettivo principale è il Patriota, colpevole di aver stuprato sua moglie, Becky.

Butcher si configura quindi come il motore del gruppo e le sue continue macchinazioni – supportate dalle risorse fornite da Susan Reiner, con la quale intrattiene una relazione a dir poco impetuosa – sono ciò che muove i Boys nella lotta contro i cattivi di questo mondo. Il capo del quintetto è poi sempre accompagnato dal suo fedele bulldog terrier, Terrore, il quale risponde prontamente ai comandi impartiti dall'inglese (come “Trombalo!”) ed è sempre pronto a guadagnarsi una bella dose di coccole dal gruppo.

Piccolo Hughie

Butcher assolda ben presto un altro membro, in sostituzione di Mallory, un componente che non fa più parte dei Boys: Piccolo Hughie, un ometto scozzese rimasto vittima delle azioni incontrollate dei super quando uno di essi, A-Train, ha travolto e ucciso la sua fidanzata mentre era intento ad utilizzare la sua super-velocità, senza preoccuparsene. Suo malgrado, Hughie accetta di lavorare nella squadra sotto l'egida della CIA, non foss'altro che per ottenere giustizia, ma si renderà conto molto presto che i Boys non sono affatto come se li immaginava e capirà di trovarsi in una situazione piuttosto scomoda, per usare un eufemismo.

Folli scatenati pronti a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi, utilizzando ogni mezzo possibile, dall'ultra violenza allo spionaggio: questi sono sostanzialmente gli individui con cui si ritrova a lavorare Hughie, un uomo dal carattere diametralmente opposto. Già dall'aspetto da “uomo ordinario” (basti pensare che il personaggio è stato creato sulle fattezze dell'attore Simon Pegg) e dalle sue reazioni di fronte alle efferatezze dei compagni, capiamo che il Piccolo non è un tipo violento e non possiede nemmeno quelle skill necessarie a spiare le malefatte dei Super; il suo bisogno di giustizia (e vendetta) si scontra così con la consapevolezza di essere entrato a far parte di un mondo per lui scioccante, fatto di sangue, foto e video di orge super, segreti governativi sulla sicurezza nazionale che manderebbero chiunque ai matti e in, generale, un clima di assoluta follia.

Latte Materno

La banda comprende anche Latte Materno, un omaccione tutto muscoli che si occupa perlopiù della parte relativa all'intelligence dei Boys, con attività di spionaggio e intercettazioni. Il vestito non fa il monaco, nel suo caso: la sua corporatura massiccia e le sue espressioni spesso impassibili lo rendono un tipo piuttosto minaccioso, ma in realtà è forse il membro più pacato e razionale del gruppo; qualità che lo avvicineranno molto a Hughie, al quale darà preziosi consigli e avvertimenti.

Latte Materno conquista così la fiducia del Piccolo, anche grazie al fatto di essere colui che lo indirizzerà verso Mallory, l'ex membro dei Boys, al fine di ottenere alcune informazioni che Butcher sembra restio a svelargli; L.M. È anche il primo a raccontare ad Hughie il suo passato e a confidargli che la sua stazza e la sua forza derivano dalla contaminazione da Composto V cui sua madre è stata inconsapevolmente sottoposta sul luogo di lavoro.

Il Francese e la Femmina della Specie

Dei Boys fanno parte poi il Francese e la Femmina della Specie e, per entrambi, c'è un solo termine per descriverli appieno: folli. Sono in grado di destreggiarsi in combattimenti sanguinosi (in cui la Femmina tende perlopiù a strappare letteralmente la faccia ai nemici), per poi sedersi tranquillamente ad un tavolo e giocare zitti zitti a partite di strip poker “inverso” (in cui ci si veste, anziché spogliarsi). Tuttavia, di questi due personaggi così pazzeschi, non si sa molto.

La Femmina è stata resa un esperimento da laboratorio fin dalla più tenera età, quando ha ingerito per errore una grossa quantità di Composto V, divenendo una creatura dotata di una forza tanto sorprendente quanto incontrollabile. La ragazza è stata poi liberata dai Boys (in una scena degna di nota che è una violentissima e divertentissima citazione ad Aliens, con tanto di “Escono dalle fottute pareti!”) e la sua furia cieca è stata imbrigliata nelle attività di lotta contro i Super grazie alla pazienza e alle cure del Francese. La piccola e minuta Femmina potrebbe apparire come una strana ragazzina asiatica, ma in realtà è una killer spietata, per la quale uccidere rappresenta un vero bisogno, tanto da mettersi al soldo della mafia per un certo periodo.

Anche sul Francese vi è un certo alone di mistero: basti pensare che quando racconta del suo passato, persino i suoi genitori lo chiamano “Francese”; ciò che è evidente è la sua esperienza nel campo delle uccisioni e, nonostante sia spesso molto amichevole, quando perde le staffe diventa una furia incontrollabile. Sebbene di lui si sappia ben poco, i suoi sentimenti per la Femmina non sono proprio così segreti. Le sue attenzioni per lei, i suoi tentativi di convincerla a non lavorare per la mafia, la sua costante presenza al fianco della giovane donna restituiscono il lato tenero del folle Francese.

...e il resto della ciurma

I Super sono il male. E i Boys sono la cura. Tuttavia non possono fare sempre tutto da soli ed è per questo che spesso ricevono un prezioso supporto nella raccolta di informazioni attraverso La Leggenda: un burbero e piccolo vecchietto che lavorava come editor alla Victory Comics, casa editrice in cui vengono disegnati e pubblicati i fumetti elogio ai supereroi. Abbandonato il lavoro, La Leggenda vive ora nello scantinato della fumetteria di Giuseppe e Sean McGuinea, circondato da pile di fumetti, documenti Top Secret e, occasionalmente, qualche prostituta di bassa lega, mentre si occupa di smascherare le ignominie e i vizi dei Super attraverso l'attività dei Boys. La Leggenda sembra essere, in buona sostanza, la parodia scorretta, disillusa e sboccata di Stan Lee, benché non si tratti solo di una “caricatura”: il grinzoso anziano giocherà infatti un ruolo fondamentale nel fare scoprire ad Hughie una vera e propria miniera d'oro di informazioni.

A coadiuvare i “ragazzi” nelle loro assurde e sanguinose imprese, vi è anche Salsiccia dell'Amore: non è difficile immaginare perché l'omaccione grande e grosso venga chiamato così, tuttavia questo è solo il suo nome da Super. Sì, perché il russo barbuto si chiama in realtà Vasili Vorishikin e in passato faceva parte del gruppo di supereroi Glorioso Piano Quinquennale. Nonostante i suoi trascorsi, Vas sembra però essere uno dei pochi Super ad aver utilizzato i suoi poteri per il bene della patria e si dimostra prezioso nell'aiutare i Boys a sconfiggere i cattivi, con il suo animo gentile ed il sorriso sempre stampato in faccia.

Benché con parecchio attrito, poi, i Boys ricevono fondi economici ed informazioni vitali dai loro “datori di lavoro”, la CIA. Qui vi è il direttore dell'agenzia, Susan Reiner, la quale ha un rapporto turbolento con Billy Butcher: oltre a fornire alcuni incarichi al gruppo, intrattiene con l'inglese una relazione sessuale a base di imprecazioni e insulti che sembra divertire parecchio il capo dei Boys. Alcune informazioni, spesso inaccessibili, vengono date poi da Kessler, un agente della CIA chiamato dai ragazzi “La Scimmia” (a causa di un episodio bizzarro che coinvolgeva due scimmie e le orecchie di Kessler). Questi possiede inoltre uno strano feticismo (come del resto tanti altri personaggi della serie): è sessualmente attratto dalle atlete delle paraolimpiadi, tanto da masturbarsi mentre assiste alle loro competizioni.

Ultima, ma non per importanza, Anne January, alias Starlight. Si tratta dell'ultimo acquisto della Vought American per integrare il gruppo dei Sette, ma, sebbene la ragazza abbia sempre sognato di far parte del più importante gruppo di Super del mondo, si renderà conto con orrore di ciò che si nasconde dietro il velo: non paladini della legge, ma uomini beceri che abusano dei loro poteri e non si curano delle conseguenze. La bionda e dolce Starlight dimostrerà di essere l'unica Super a rifiutare le azioni dei supereroi e diventerà la nuova fiamma di Hughie. Tuttavia, nessuno dei due conosce la vera identità dell'altro...

Perché leggere The Boys

La serie a fumetti di Garth Ennis e Darick Robertson è pregna di violenza, contenuti sessuali espliciti, humor nero. Ma ha anche dei difetti.

Si tratta di un'opera che, benchè scorretta e irriverente come poche altre, deve la sua forza anche alle bassezze che mette in scena e che ne diventano le pietre angolari. Nonostante il lettore assista ad episodi crudi e brutali o legga battute così indecenti da strappare irrimediabilmente una cinica risata, non potrà fare a meno che continuare ad andare avanti e divorare la storia dei Boys senza soluzione di continuità. Sì, perché la domanda che ci si pone man mano che si legge questo fumetto, e che a un certo punto si porrà anche Piccolo Hughie nel corso della storia, è questa: non c'è mai fine? Davvero i Super e la Vought riescono a toccare sempre il fondo e a raschiarlo?

È come se Ennis ci esorti a voler leggere sempre di più le nefandezze di questi individui per mostrarci quanto in là si possa spingere la natura umana, e tuttavia non si tratta solo di questo. Le malefatte di questi personaggi sono tali da far montare su una rabbia impotente che tiene il lettore incollato al fumetto, facendogli pensare: "Spero che i Boys gliela facciano pagare". Perché è questo che fanno i "ragazzi" ed è questo quello che sono: i veri eroi della storia, gli uomini comuni che si battono perché altri uomini come loro non debbano subire le ingiustizie dei prevaricatori.

Segreti governativi, imprese di salvataggio fallite (in questa versione, il disastro dell'11 settembre sarebbe stato causato ANCHE dai Super), tradimenti e alleanze inaspettate: in The Boys vi sono tutti quegli ingredienti che, mescolati al cinico spiattellamento di immagini brutali sotto gli occhi dei lettori, contribuiscono ad appassionarli e a coinvolgerli. Il tutto, arricchito dai dialoghi brillanti e dalle battute pungenti che solo Garth Ennis avrebbe potuto scrivere.

Il fumetto firmato Ennis-Robertson però è anche di più. È una grande beffa verso i più noti fumetti dei supereroi prodotti fin dalla nascita di questi prodotti; è il rifiuto di tali figure e dell'ipocrisia di cui si fanno portatrici, dal momento che le imprese che compiono non sono che una faccia della medaglia.

Di fronte alla grandezza dei loro salvataggi eroici, nessuno si chiede mai "Quante vite si sono spente nel cercare di fermare il cattivo di turno?" o "Cosa fanno i supereroi dopo aver vinto una battaglia?". Ecco quindi che ci pensa The Boys a ridimensionare il tutto, con dialoghi sboccati, piogge di sangue, personaggi sadici e grotteschi. In un mercato (soprattutto) cinematografico in cui l'economia gira alla grande attorno scudi a stelle e strisce e maschere da pipistrello, spuntano fuori dei supereroi che non hanno remore alcuna sulle conseguenze delle loro azioni e si servono dei loro poteri più per mantenere quella facciata da buoni samaritani che gli è stata cucita addosso dal mercato che per essere realmente al servizio del popolo.

The Boys, però, non punta il dito in maniera velata, ma sbattendo in faccia alle major (vedi Marvel e DC) tutta la derisione possibile: ecco allora che i Super diventano le parodie con gli steroidi di eroi quali Wonder Woman (Queen Maeve), Flash (A-Train), Aquaman (Abisso), solo per citarne alcuni, i cui "sforzi" per apparire come dei salvatori sono così inutili da risultare quasi patetici.

The Boys è il figlio ribelle di quella cultura pop in cui il fumetto ne è uno dei massimi simboli ed elogio delle imprese supereroistiche che sono divenute col tempo quasi dei cliché. È una molotov lanciata contro le vetrate delle più importanti case editrici, mentre un aereo sorvola i cieli con uno striscione che recita "I Super fanno schifo!". Nel mirino, però, non finiscono solo le case editrici di punta che per anni hanno sfornato generazioni di eroi in spandex. In questa serie a fumetti vengono messe in discussione anche le istituzioni governative, che sembrano nascondere sotto gli occhi di tutti operazioni militari fallimentari e pericolose iniziative dietro l'egida della sicurezza nazionale.

Anche la cultura consumistica attuale non viene risparmiata da The Boys: la stessa che crea il bisogno di un consumo sfrenato di prodotti sponsorizzati da personaggi patinati innalzati a nuove divinità, benché di fatto non abbiano mai compiuto alcun "miracolo" per guadagnarsi una tale devozione.

I disegni di Darick Robertson sono poi la classica ciliegina sulla torta. Benché talvolta i colori applicati possano risultare un po' troppo artificiali, un disegnatore diverso probabilmente non sarebbe riuscito a cogliere in pieno lo spirito di The Boys e dei suoi personaggi. Le scene sono dinamiche e ben delineate per comunicare tutta la loro sanguinosa brutalità; i tratti dei protagonisti li rendono unici e riescono a trasmettere la loro personalità; ogni espressione è così marcata da dare vita propria a ciascuna figura.

Insomma, sia che amiate i supereroi sia che, come Ennis, pensiate che debbano prendersi la loro bella dose di sculacciate, The Boys è il fumetto che fa per voi. Sconsideratamente geniale, brutale, causticamente sincera e scorretta fino alla risata: la serie a fumetti di Ennis e Robertson è una di quelle opere che dovrebbero essere lette almeno una volta nella vita. Accompagnata da un buon gastroprotettore.

The Boys e "gli altri" a confronto

Non viene risparmiato proprio nessuno. I Super in The Boys sono sostanzialmente lo specchio distorto - e onesto - di molti dei personaggi più amati di sempre, figli delle major che dominano il mercato fumettistico e cinematografico.

I Sette rappresentano la parodia cattiva della Justice League della DC, con qualche accenno ai supereroi Marvel qua e là, come con il Patriota, il quale sembra essere un misto tra Superman e Capitan America, o Black Noir, molto più simile a Black Panther che a Cyborg. Tuttavia nell'universo creato da Ennis e Robertson i personaggi dotati di superpoteri sono molteplici e ispirati anche ad altri gruppi celebri: ad esempio, i Rappresaglia sono un chiaro riferimento (sin dal nome) agli Avengers, con Soldatino ispirato a Capitan America, Contessa Cremisi a Scarlet Witch, Aquila l'Arcere ad Occhio di Falco, Mind Droid a Visione e così via.

Tra i super gruppi presenti in The Boys vi sono poi anche i G-Men. Una fetta consistente di introiti della Vought American arriva proprio da questo gruppo molto acclamato dal pubblico (il quale ne conosce però solo le gesta fumettistiche) e persino i suoi membri sentono di essere parte di una grande famiglia, sebbene essa stessa sia poi divisa in altri super gruppi minori come G-Wiz o G-Force. Se c'è qualcosa in tutto ciò che vi suona familiare, è perché i G-Men non sono altro che la parodia degli X-Men.

Degli storici supereroi mutanti ideati da Stan Lee per la Marvel sappiamo più o meno tutti qualcosa: molto potenti grazie alle capacità donate loro dalla mutazione del cosidetto Gene X, ma anche costantemente discriminati dal resto del mondo in quanto potenziale pericolo all'integrità umana. Gli uomini comuni temono, in sostanza, che l'Homo Sapiens Superior, come vengono definiti gli X-Men, soppianterà l'Homo Sapiens, anche a causa delle azioni di Magneto, uno dei nemici storici del gruppo, il quale ritiene che la razza mutante debba dominare sulla Terra.

Guidati e addestrati dal telepate Charles Xavier, essi vivono allo Xavier Institute for Higher Learning, accolti come membri di una famiglia, e combattono le minacce cui il mondo periodicamente va incontro, sebbene allo stesso tempo debbano vedersela a ogni piè sospinto con il razzismo di cui sono vittime a causa dei loro poteri mutanti. I cosiddetti "belli e dannati".

Nei fumetti degli X-Men assistiamo comunque alle loro gesta eroiche nei confronti dell'umanità: nonostante spesso sia solo una "relazione a senso unico" e raramente ci sarà qualcuno a dire loro "Grazie", questi supereroi si dimostrano sempre retti e fedeli verso il genere umano, provando di essere sì delle creature dotate di superpoteri, ma anche degli esseri umani. In The Boys, invece, le cose vanno diversamente.

In The Boys assistiamo ad un completo ribaltamento di ciò che gli X-Men fanno, o meglio, di ciò che ci viene mostrato su di loro, mentre viene messa in scena una loro brutale caricatura che, in fondo, ci fa sorgere qualche timoroso dubbio. John Godolkin, ovvero colui che dovrebbe essere il Professor X, non è un mentore o un capo esemplare: è un pedofilo che rapisce dei bambini per abusarne e iniettare loro il Composto V, facendone i suoi adepti e compiendo su di essi una sorta di lavaggio del cervello. Tanto che i G-Men sono realmente convinti di voler stare al suo fianco e vivere nella grande casa che Godolkin ha messo loro a disposizione con l'aiuto della Vought.

Qui i Super non sono impegnati in duri allenamenti o addestramenti per i futuri combattimenti sul campo (cosa che invece tiene spesso occupati gli X-Men nella Stanza del Pericolo), ma si lasciano andare perlopiù a feste o sontuosi banchetti: fanno insomma la bella vita a spese della Vought, mentre il loro eroismo è presente solo su carta stampata.

Come accade spesso in The Boys, non vi saranno mai delle scene in cui i G-Men operano un salvataggio o sventano i piani di un cattivissimo alieno, intenti come sono a godere dei benefici che la fama (immeritata) gli ha donato. Ecco allora che anche qui abbiamo un rapporto a senso unico, ma in maniera inversa: mentre il pubblico là fuori li acclama e attende che le loro azioni fumettistiche diventino realtà quando ce n'è più bisogno, i G-Men continuano a vivere la loro menzogna dorata senza preoccuparsi del fatto che con i loro poteri potrebbero realmente salvare molte vite umane.

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