The Book of Boba Fett: chi sono i Gamorreani?

Chi sono i Gamorreani, le possenti guardie del corpo di Boba Fett in The Book of Boba Fett?

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a cura di Manuel Enrico

Non sarà facile per Boba Fett affrontare la sua scalata al potere nelle criminalità di Tatooine. Fulcro narrativo di The Book of Boba Fett, la nuova serie live action di Star Wars disponibile su Disney+, la volontà del più celebre cacciatore di taglie della galassia lontana lontana di sostituirsi al suo precedente datore di lavoro, Jabba the Hutt, non è certo gradita alle figure della malavita del desertico pianeta. Sedendosi sul trono che fu del viscido boss, Boba Fett ha però ereditato anche due particolari servitori: i suoi due tirapiedi gamorreani. Non certo note per il loro buon servizio, visto la fine fatta sia da Jabba che dal successore Bib Fortuna, questi due corpulenti alieni sono ora al soldo di Fett.

Ma chi sono i Gamorreani?

I Gamorreani in Star Wars

Ripensando alle loro precedenti apparizioni, a partire da Il Ritorno dello Jedi, l’aspetto porcino di questi alieni li ha portati a esser sottovalutati, se non apertamente derisi. Apparentemente goffi e poco intelligenti, i Gamorreani non hanno impressionato gli spettatori, complici alcune loro performance tutt’altro che convincent. A ben vedere, una situazione condivisa con il loro nuovo datore di lavoro, che pur essendo presentato come uno dei più letali bounty hunter della galassia, nel capitolo finale della trilogia classica di Star Wars incontrava una fine decisamente poco eroica. Una morte scongiurata, come abbiamo visto nel primo episodio di The Book of Boba Fett, Straniero in terra straniera.

Quando si trattò di inserire una razza aliena all’interno delle forze di Jabba the Hutt per Il Ritorno dello Jedi, il compito di definirne l’aspetto venne affidato a Ralph McQuarrie, storico concept artist che aveva contribuito a dare i natali a gran parte dell’immaginario di Star Wars, compreso il Millenium Falcon. Nella sua prima idea, McQuarrie creò degli alieni con fattezze da orso, che vennero in seguito modificate da Joe Johnston, già creatore delle armature dei Mandaloriani, che diede a queste creature un’altra visione, prendendo come modello i cinghiali. I volti dei gamorreani assunsero quindi fattezze diverse, con la comparsa di zanne e lineamenti porcini, tanto che quando Dave Carson ebbe il compito di dare una definitiva caratterizzazione a questi personaggi iniziò a chiamarli ‘Pig Guards’ (guardie maiali), nomignolo che queste creature mantennero durante tutta la lavorazione de Il Ritorno dello Jedi.

Nel suo primo bozzetto, McQuarrie aveva anche ideato una sora di armatura futuristica per i Gamorreani, che nel suo ideale era più propensi all’utilizzo di armi da fuoco. L’evoluzione di questa razza spinse invece a idealizzarli come letali guerrieri esperti in armi da taglio, portando anche a una radicale rivoluzione nel loro vestiario. In un primo momento si pensò di valorizzare questa loro ascendenza barbara mostrandoli senza nulla addosso, in modo da far risaltare i loro fisici possenti, ma all’epoca la tecnica di realizzazione dei costumi non lo rese possibile. I costumi dei Gamorreani, infatti, mostravano con sin troppa evidenza i punti di giunzione delle diverse parti, costringendo quindi la produzione a introdurre una serie di armature rudimentali, che potessero nascondere questi dettagli.

Una sorpredente cultura

La prima rapida apparizione dei Gamorreani in Il Ritorno dello Jedi non consentì a questi alieni di venire approfonditi. Per il pubblico, questi esseri erano poco più di bruti, arruolati come scagnozzi dai signori del crimine del calibro di Jabba the Hutt. Come per altri personaggi, anche i Gamorreani ebbero uno sviluppo ulteriore all’interno delle opere corollarie contenute nel fu Universo Espanso (ora Legends), dove alcuni membri di questa razza ebbero modo di comparire, mostrando lati inusuali della loro cultura matriarcale. Alla base della società gamorreana ci sono infatti le matrone, ambite spose da parte dei guerrieri, che dimostrano di meritare il loro amore, e il loro potere, mettendo in evidenza la loro forza durante grandi combattimenti. La cultura gamorreana venne quindi esplorata facendo emergere curiosità incredibili, come la presenza di una lingua scritta basata su rune o la presenza di un ricco vocabolario, capace di sostenere una florida poesia o una sontuosa produzione teatrale, apprezzata in tutta la galassia.

Si sono visti gamorreani divenire chef rinominati, abbiamo scoperto che la loro cultura tiene in grande considerazione l’opera e che hanno una spiritualità semplice ma ferrea, dove l’onore e la prodezza nel combattimento sono considerati come valori importanti.  Nei romanzi con protagonista la Jedi Callista Ming si è avuta l’occasione di approfondire numerosi aspetti della cultura gamorreana, soprattutto sul piano delle credenze religiose e dei loro dettami sociali, che come detto pongono l’onore sopra ogni cosa. Nonostante il loro aspetto poco nobile, i Gamorreani hanno infatti una visione netta su cosa sia onorevole, al punto da detestare l’uso di armi a distanza, oltre a vedere l’impiego di tecnologie e poteri mistici come la Forza come un insulto all’avversario.

All’interno del Canon di Star Wars nato con l’avvento de Il Risveglio della Forza, non è dato sapere quanto della precedente produzione dedicata alla definizione dei Gamorreani sarà tenuta in considerazione. Presenti in alcuni fumetti in ruoli minori, i Gamorreani sono tornati sullo schermo con una breve apparizione come gladiatori clandestini nella seconda stagione di The Mandalorian (Lo Sceriffo)e ora in The Book of Boba Fett, dove è stato comunque fatto un riferimento evidente al loro senso dell’onore nel momento in cui il clone offre loro l’occasione di entrare al suo servizio. Nei primi due episodi della nuova serie live action di Star Wars, i due Gamorreani sono una presenza costante, silenziosa ma impeccabile, riuscendo a dimostrare la propria importanza durante le prime schermaglie del loro padrone con la criminalità locale.

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