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a cura di Tom's Hardware

Ma non c'è solo la perfezione di Chris Reeve. Ecco la regia ritmica ed emozionata di Donner, l'indimenticabile musica sinfonica di John "Star Wars" Williams, la stupefacente fotografia del magistrale Geoffrey Unsworth (2001: Odissea nello spazio) - morto alla fine delle riprese, il 28 ottobre '78: gli è dedicato il film. E poi l'elaborato soggetto di Mario Puzo (Il Padrino), la complessa sceneggiatura a più mani siglata soprattutto dall'esperto bondiano Tom Mankiewicz, autore di dialoghi fulminanti.

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Stupiscono i clamorosi e premiatissimi effetti speciali analogici. Trionfa il cast, capeggiato dal leggendario Marlon Brando (Joe-El) che ottiene ben 3,7 milioni di dollari per due settimane di riprese e un risultato cinematografico sublime. Lo accompagna in primo luogo la nervosa trentenne canadese Lois Lane, vale a dire Margaret Ruth Kidder (nata nei Territori del Nordovest il 17 ottobre 1948 e morta nell'ottantennale del suo innamorato, il 13 maggio 2018; è Lois Lane). Con lei la dolce Susannah York (Lara), il regale Terence Stamp (Generale Zod), l'all-american Glenn Ford (Jonathan Kent), la simpatica canaglia Jackie Cooper (Perry White), l'esilarante Ned Beatty (Otis) e l'immenso Gene Hackman (Lex Luthor). Una serie di nomi impressionante oggi più di allora.

Questo film, filologico eppure inventivo, esce nel quarantennale del progenitore di tutti i supereroi, svelando perfezione nella cronologia esterna, mediatica. Ma la stessa ricercatezza è anche nella cronologia interna, narrativa, che lavora attentamente sulle date basilari dell'eredità fumettistica e le attualizza nella logica dello script e nella contemporaneità dell'atmosfera.

L'introduzione è sbalorditiva. Le tende di un sipario cinematografico in bianco e nero, tipico dei serial statunitensi, si aprono per mostrare mese e anno dell'inizio della vicenda: giugno 1938. È un flashback nel flashback. Negli anni '50 le mani della piccola Lois Lane, fuoricampo, sfogliano un vecchio albo Action Comics (in copertina un'astronave in fuga da un pianeta che esplode); la sua voce bambina legge sul fumetto, a posteriori, la missione di verità e chiarezza del Daily Planet durante l'ultima fase della Grande Depressione americana, fine anni Trenta.

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